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Cittàmetropolitana di Torino

RESOCONTO DELLE SEDUTE

SINTESI GIORNALISTICA

Consiglio metropolitano

30 gennaio 2017

In apertura della seduta il capogruppo della lista "Città di città" Vincenzo Barrea ha annunciato l’uscita dall’aula degli otto rappresentanti del centrosinistra, in polemica con la sindaca Appendino e i consiglieri del Movimento5Stelle perché, a suo giudizio, non rispettano le indicazioni dell’assemblea, in particolare sulla vicenda del comodato temporaneo alla Città di Torino dell’area di Ponte Mosca per l’effettuazione del mercato di libero scambio, oggetto di un ordine del giorno approvato nel mese di dicembre con i voti della lista Città di città e della Lista civica per il territorio. Barrea ha inoltre lamentato come i consiglieri delegati e le deleghe loro assegnate non siano ancora stati oggetto di una comunicazione ufficiale al Consiglio. Secondo i consiglieri della lista Città di città l’amministrazione guidata dalla sindaca Appendino non intende prendere atto del quadro politico e degli equilibri numerici dell’assemblea. Barrea ha anche accusato l’amministrazione attuale di non aver coinvolto i gruppi in questioni importanti come la programmazione dei trasporti, e ha preannunciato un atteggiamento meno conciliante da parte della lista Città di città nelle prossime sedute del Consiglio accusando il gruppo del Movimento 5Stelle di governare l’Ente a disprezzo delle regole democratiche. Il capogruppo della Lista civica per il territorio, Paolo Ruzzola, è intervenuto per ribadire che anche il suo gruppo aveva votato a favore dell’ordine del giorno sull’area di Ponte Mosca, ma che il documento ha avuto una parziale attuazione, visto che la concessione in comodato d’uso è temporanea e non prorogabile oltre il 31 maggio 2017. La Lista civica per il territorio si aspetta che l’impegno a non concedere una proroga venga rispettato.

Convenzione per gli affidamenti diretti al Csi Piemonte per la prestazione di servizi in regime di esenzione IVA fino al 31 dicembre del 2017
Il vicesindaco metropolitano Marco Marocco ha spiegato che la delibera era stata rinviata nella precedente seduta e che nel frattempo è stata oggetto di un approfondimento in sede di confrenza dei capigruppo. La delibera è stata approvata con otto voti favorevoli e tre astensioni.

Rapporto dell’anno 2015 sull’andamento gestionale degli organismi partecipati
Il vicesindaco Marocco ha spiegato che anche in questo caso in sede di conferenza dei capigruppo vi era stato un approfondimento con i dirigenti e i funzionari competenti, assenti i rappresentanti della lista Città di città. Il consigliere Paolo Ruzzola ha ringraziato i dirigenti per gli approfondimenti ottenuti in sede di conferenza dei capigruppo, sia in merito alla convenzione con il Csi che in merito al rapporto sugli organismi partecipati. La sindaca Appendino si è associata ai ringraziamenti e la delibera è stata approvata all’unanimità dagli undici consiglieri presenti in aula.

Ordine del giorno sulla revisione della rete ospedaliera e la valorizzazione dell’ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano
L’ordine del giorno presentato dal gruppo del Movimento 5Stelle è stato illustrato dalla consigliera Elisa Pirro, delegata all’ambiente e vigilanza ambientale. Il documento richiama il nuovo modello di rete ospedaliera che prevede la riorganizzazione degli ospedali hub, spoke, territoriali e di zona disagiata e l’individuazione di tre hub nelle aziende sanitarie Mauriziano, San Giovanni Bosco e Città della Salute, tutte dislocate nell’area urbana torinese, mentre il resto del territorio provinciale dispone soltanto di spoke. Nell’area Piemonte Sud Ovest la riorganizzazione ha causato il declassamento dell’Azienda ospedaliera universitaria San Luigi da hub a spoke e da Dea di II livello a Dea di I livello, con il conseguente spostamento di alcuni servizi all’ospedale Mauriziano di Torino. La consigliera Pirro ha sottolineato che sono circa 650mila gli abitanti dell’area a ovest e a sud di Torino che fanno riferimento all’Aou del San Luigi di Orbassano.
Il testo dell’ordine del giorno sottolinea la posizione logistica favorevole del San Luigi, ricorda i servizi e i reparti di eccellenza presenti nella struttura (oncologia, ematologia, emodinamica, servizio trasfusionale, centro per il trapianto di cellule staminali, diabetologia, centro di riferimento per la sclerosi multipla, chirurgia toracica, ecc.), la vicinanza con la tangenziale sud e la recente approvazione del progetto di una stazione del servizio ferroviario metropolitano che dovrebbe servire l’ospedale. Inoltre l’ordine del giorno sottolinea che al San Luigi sono stati effettuati investimenti per 15 milioni di euro per la costruzione del nuovo pronto soccorso, per la piazzola dell’elisoccorso, un nuovo laboratorio per le analisi, una nuova farmacia, la rianimazione e le nuove sale operatorie.  Gli investimenti effettuati erano in linea con un progetto di inserimento dell’azienda San Luigi nella Rete regionale dell’emergenza.
Nel dibattito è poi intervenuto il sindaco di Rivarolo Canavese Alberto Rostagno, portavoce della Zona omogenea del Canavese occidentale, il quale ha espresso dubbi sulla possibilità di rivedere la riorganizzazione del sistema ospedaliero piemontese. Questo perché la classificazione degli ospedali è legata all’organizzazione interna e alle strutture e servizi presenti nei plessi. L’ospedale di Orbassano non può essere classificato come hub e come sede di Dea di II livello perché non dispone di un centro di cardiochirurgia, di un centro di neurochirurgia e di un pronto Soccorso chirurgico di emergenza. Il consigliere Antonio Castello della Lista civica per il territorio ha espresso condivisione sul testo dell’ordine del giorno, rilevando che le esigenze dei territori e degli amministratori comunali che li rappresentano dovrebbero essere tenuti in maggiore considerazione dalla Regione. La consigliera Elisa Pirro è nuovamente intervenuta riconoscendo che l’ospedale di Orbassano non ha al momento tutti i requisiti per essere classificato come hub, ma ha fatto presente che anche il Mauriziano non dispone di un reparto di chirurgia toracica e che il San Luigi è posizionato strategicamente per servire l’intera zona ad ovest di Torino, potendo disporre tra l’altro di una pista di atterraggio per l’elisoccorso.
Il consigliere del Movimento 5Stelle Dimitri De Vita ha lamentato il tentativo di comprimere la spesa sanitaria regionale sulla base di valutazioni esclusivamente tecniche, che non tengono conto delle esigenze dei territori e dei loro cittadini. Secondo De Vita tre hub ospedalieri presenti nella Città di Torino sono troppi e occorrerebbe una migliore distribuzione dei servizi sul territorio. Il sindaco Rostagno ha riconosciuto che il San Luigi deve essere il primo riferimento degli abitanti del territorio e che solo in seconda istanza, per le patologie più gravi, è giusto accedere a strutture di livello superiore. Esiste però un problema di costi di esercizio delle strutture e di eventuale spostamento di servizi da un ospedale all’altro. Secondo Rostagno occorre un maggiore investimento sul servizio del 118 con le ambulanze medicalizzate.
Il sindaco di Pinasca, portavoce della Zona omogenea del Pinerolese, ha chiesto invece un impegno per il potenziamento della rete di trasporto pubblico locale che serve le strutture ospedaliere.
L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità dagli undici consiglieri presenti. Il documento invita la Sindaca metropolitana e il Consiglio a sollecitare la Regione Piemonte affinché riveda la rete ospedaliera della Città metropolitana, ovviando all’assenza di un ospedale di riferimento nell’area Torino Ovest.

Localizzazione tra Moncalieri e Trofarello del futuro ospedale unico nell’Azienda sanitaria locale TO5
Il testo della mozione della "Lista civica per il territorio" fa riferimento al ricorso al Tar presentato dai Comuni di Villastellone, Carignano, Carmagnola, Lombriasco e Piobesi torinese per impugnare la delibera della Regione sulla localizzazione della struttura ospedaliera. Paolo Ruzzola, capogruppo della Lista civica per il territorio, ha ricordato che il progetto dell’ospedale riguarda un suolo agricolo di pregio ed esondabile. Inoltre al momento non è stata affettuata la Vas, ovvero la Valutazione ambientale strategica. Il nuovo ospedale sorgerebbe in un’area vicina ai nosocomi torinesi, penalizzando i Comuni dell’Asl TO5 più lontani da Moncalieri.
Il testo, approvato all’unanimità dagli undici consiglieri metropolitani presenti in aula, impegna la sindaca e la giunta metropolitana ad attivarsi per tutelare il diritto della Città metropolitana di esprimere il proprio parere ai fini della procedura Vas e in materia di impatto dell’ospedale sulla viabilità locale.
Inoltre il documento approvato dal Consiglio chiede che la Città metropolitana operi per contenere il consumo di suolo agricolo di pregio, evitare nuove costruzioni in aree esondabili (e allagate durante i recenti aventi alluvionali del novembre 2016) e recuperare al contrario aree industriali dismesse. La Lista civica per il territorio chiede inoltre un confronto democratico e partecipativo con i Comuni della zona, per superare il deficit di attenzione e ascolto lamentato dai sindaci che hanno presentato il ricorso al Tar.
Il vicesindaco metropolitano Marco Marocco ha confermato che la Città metropolitana non è stata coinvolta nel processo di scelta del luogo in cui dovrà sorgere l’ospedale e dell’impatto della struttura. La Città metropolitana è disponibile a confrontarsi su questo tema, sia con la Regione che con i sindaci interessati.
Il sindaco di Chieri Claudio Martano, portavoce della Zona omogenea Chierese-Carmagnolese, ha espresso la valutazione non favorevole del suo Comune sulla scelta di un terreno a Moncalieri che è esondabile, presenta falde acquifere troppo alte e comporterebbe un impatto negativo sulla viabilità. Il Comune di Chieri e quelli vicini propendono per una collocazione del nuovo ospedale a Cambiano, che sarebbe utile per l’intero bacino del Chierese, ma anche per la porzione della provincia di Asti al confine con la Città metropolitana. Martano ha riconosciuto che altri sindaci propendono per una collocazione a Villastellone, che però, a giudizio del primo cittadino di Chieri, non sarebbe baricentrica rispetto alla struttura demografica dell’Asl TO5. Secondo Martano la valutazione collegata al peso demografico avrebbe probabilmente portato a scegliere come collocazione Cambiano. Occorre poi una valutazione sul sistema dei trasporti pubblici, ferrovia compresa. La Città di Chieri ritiene opportuno che la Regione richieda un parere alla Città metropolitana.
Il consigliere Paolo Ruzzola è nuovamente intervenuto, chiedendo che la Città metropolitana promuova un confronto con i territori e con l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta. Il sindaco di Rivarolo Alberto Rostagno ha espresso la condivisione dei principi enunciati nella mozione, ma ha ricordato l’esperienza del progetto dell’ospedale del Canavese, affossato dal campanilismo degli amministratori locali. Antonio Castello (Lista Civica per il territorio) ha ribadito l’esigenza di una condivisione l’indispensabilità della procedura Vas, per evitare il pericolo di esondazioni. Il vicesindaco Marocco ha ribadito che la Città metropolitana dovrà comunque essere coinvolta nella scelta del luogo in cui far sorgere il nuovo ospedale, in particolare nella valutazione sulla compatibilità della Variante urbanistica necessaria per l’approvazione del progetto. La mozione è stata approvata all’unanimità dagli undici Consiglieri presenti in aula.

Normativa nazionale sul contrasto alla corruzione e per la trasparenza amministrativa
Il segretario e direttore generale della Città metropolitana Giuseppe Formichella ha relazionato brevemente al Consiglio sull’impegno dell’Ente per l’applicazione della normativa nazionale per il contrasto alla corruzione e la trasparenza amministrativa.

Programma per l’affidamento di incarichi di collaborazione, studi, ricerche e studio per il 2017
Il vicesindaco Marocco ha spiegato che la delibera comprende un primo elenco delle consulenze che saranno affidate nel 2017. L’elenco definitivo sarà parte integrante del Dup e sarà sottoposto al Consiglio quando ci saranno certezze sulle risorse disponibile. Nel frattempo si rende necessario uno stralcio, riguardante una consulenza per la gestione dei contratti riguardanti strumenti finanziari derivati. L’importo ammonta a circa 12.600 euro. Il consigliere Ruzzola ha dichiarato l’astensione della Lista civica per il territorio, poiché i consiglieri non avevano avuto il tempo di esaminare la Delibera, che è stata approvata con sette voti favorevoli.

Piano nazionale anti corruzione e sua implementazione a livello locale
Il segretario Generale Giuseppe Formichella ha illustrato le iniziative della Città metropolitana per l’implementazione delle misure del Piano nazionale anticorruzione, oggetto di una delibera di indirizzo, approvata dal Consiglio nel mese di dicembre.
Ha inoltre ricordato che la Città metropolitana, oltre a redigere un proprio Piano anticorruzione, coordina la predisposizione dei Piani di area vesta, che devono anche scongiurare gli episodi di cattiva amministrazione. Formichella ha fatto presente che il contesto esterno è stato definito dal Procuratore generale del Piemonte come a rischio di infiltrazione della criminalità organizzata. I Piani anticorruzione di cui gli Enti locali devono dotarsi prevedono un’analisi del contesto ambientale e dei rischi generali e relativi ai singoli settori di attività della pubblica amministrazione.

Interventi nel Centro Italia a seguito delle eccezionali nevicate
In chiusura il vicesindaco metropolitano Marco Marocco ha ricordato l'impegno della Città metropolitana di Torino per i soccorsi alle popolazioni del Centro Italia colpite dalle eccezionali nevicate e dal protrarsi di uno sciame sismico. L'Ente ha inviato nella zona di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) personale specializzato della protezione civile e del servizio Viabilità, dotato di una fresa con turbina. Grazie alla fresa è stato possibile liberare un tratto di viabilità montana di 9 Km, che collega Arquata del Tronto alla frazione Colle, dove hanno sede alcune aziende agricole che erano rimaste completamente isolate.