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Cittàmetropolitana di Torino

RESOCONTO DELLE SEDUTE

SINTESI GIORNALISTICA

Conferenza metropolitana

22 Novembre 2016

In apertura la sindaca metropolitana ha presentato l’ordine del giorno e ha affermato di condividere il documento sottoscritto da molti Comuni, in cui si chiede un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nei grandi progetti che riguardano i territori. Ha inoltre annunciato la discussione di una mozione con la quale si delinea un ruolo importante per le Zone omogenee, anche in considerazione di una situazione che vede il Consiglio privo di una maggioranza e di una minoranza definite numericamente. Il sindaco di Bollengo ha fatto riferimento alle esigenze dei dipendenti della Città metropolitana, rappresentate da alcune organizzazioni sindacali con un presidio all’ingresso della sede di corso Inghilterra, soprattutto in ordine alla situazione dei servizi dedicati alla viabilità e all’edilizia scolastica. La sindaca ha spiegato che vi era stato un incontro con i capigruppo del Consiglio. Il rappresentante delle Rsu della Città metropolitana, Francesco Candido, ha illustrato la preoccupante situazione derivante dal sostanziale dimezzamento del numero dei cantonieri in servizio, nonostante la viabilità di competenza sia sempre la stessa. La difficoltà, ha spiegato Candido, potranno acuirsi nei mesi invernali e soprattutto nei territori montani. Le Rsu lamentano il taglio dei fondi per l’allertamento neve e la scarsità di uomini e mezzi. Le Rsu ritengono che i dipendenti stiano rispondendo anche di responsabilità che sono dell’Ente nel suo complesso. È in emergenza per mancanza di fondi anche la manutenzione degli istituti superiori di istruzione. I Centri per l’impiego, poi, sono diventati a giudizio delle Rsu “terra di nessuno”, con i dipendenti in comando all’agenzia “Piemonte Lavoro”, che operano in locali dei Comuni che necessitano di manutenzione. Candido ha anche ricordato che, in mancanza di un provvedimento legislativo, a fine anno perderanno il posto di lavoro i venti dipendenti precari in forze ai Centri per l’Impiego da oltre dieci anni, i cui contratti vengono rinnovati di anno in anno. Il vicesindaco metropolitano ha annunciato per il 23 novembre un incontro con i consiglieri metropolitani e le rappresentanze sindacali, convocato per ricercare soluzioni alle problematiche. Egli ha ricordato che persistono problemi relativi alle competenze delegate e al loro finanziamento, da risolvere anche insieme alla Regione Piemonte e al Governo. Il vicesindaco metropolitano ha invitato i sindaci a segnalare le problematiche che devono essere portate all’attenzione della Regione e del Parlamento, affinché vengano individuate soluzioni finanziarie per salvaguardare i servizi. Ha poi spiegato il percorso di approvazione del Dup e del Bilancio di previsione, così come è delineato dalle normative nazionali. Il Bilancio di previsione 2016 ha evidenziato le ben note difficoltà e ha cercato di salvaguardare due priorità: la manutenzione della rete viaria e dell’edilizia scolastica. Il vicesindaco ha lamentato il fatto che il Governo non abbia fornito riscontri alle richieste di risorse per le Città metropolitane, non distinguendo tra queste ultime e le ex Province. L’esecutivo ha legiferato e ha assegnato risorse con lo stesso criterio a Enti che hanno competenze molto differenti, dimenticando inoltre le peculiarità geografiche e demografiche di Città metropolitane come Roma, Torino e Milano. Alla Città metropolitana di Torino è stato imposto per il 2016 un versamento di 108 milioni allo Stato centrale, a fronte della disponibilità di 200 milioni di fondi propri. Marocco ha quindi ricordato che in due soli anni il Bilancio autofinanziato dell’Ente è stato assorbito dai trasferimenti statali, in una sorta di federalismo fiscale al contrario. Secondo il vicesindaco metropolitano, nella ripartizione delle risorse la legge 56 e i successivi provvedimenti attuativi del Governo non riconoscono la peculiarità degli enti locali e, di fatto, hanno fatto marcia indietro sul principio del federalismo. Il gettito della tassazione imposta dalla Città metropolitana ai cittadini del proprio territorio è attualmente quasi interamente riversato dallo Stato. Le tariffe dei tributi propri sono state fissate a fine 2015 al massimo livello. Nell’anno corrente la Città metropolitana ha già trasferito alle casse statali oltre 52 milioni di euro. Il resto del totale di 108 milioni viene trattenuto dall’amministrazione centrale dal gettito dell’addizionale Rc auto e dell’Ipt. Sinora il Governo non ha mantenuto l’impegno a rimborsare alle Città metropolitane le risorse per i maggiori oneri derivanti dalla gestione transitoria di una serie di competenze che solo in teoria sono tornate in capo allo Stato centrale. Il caso più eclatante, citato dal vicesindaco, è quello dei Centri per l’impiego, che la Città metropolitana continua a gestire e a finanziare, nonostante siano formalmente passati alla Regione. Il rimborso da parte dello Stato dei due terzi dei costi per il funzionamento dei Centri per l’impiego relativi al 2015 è stato erogato solo nel marzo 2016. Nel frattempo la Città metropolitana ha dovuto anticipare anche le risorse del 2016, che dovrebbe riuscire a recuperare nel marzo 2017. Per questo, ha ricordato il vicesindaco, il Consiglio metropolitano nello scorso mese di luglio ha approvato una delibera in cui si riconosceva l’impossibilità di approvare un Bilancio di previsione per il 2016 in equilibrio finanziario. Nei mesi successivi sono stati effettuati pesanti interventi di contenimento di tutte le spese della Città metropolitana, allo scopo di recuperare fondi da destinare alla manutenzione straordinaria delle strade e delle scuole in misura almeno pari a quelli del 2015. Utilizzando un avanzo di amministrazione dedicato e derivante da alienazioni di beni immobili e partecipazioni azionarie, sono stati recuperati 25 milioni per la manutenzione straordinaria. E’ stato inoltre possibile recuperare le risorse per le funzioni delegate dalla Regione Piemonte, eliminare l’obbligo di finanziamento delle funzioni socio-assistenziali da parte delle Province e della Città metropolitana e svincolare una quota di 6,5 milioni dell’avanzo di amministrazione del 2015, destinata quest’ultima alla salvaguardia degli equilibri di bilancio. Nella redazione del Bilancio è stata data priorità agli interventi per la messa in sicurezza delle strade e delle scuole. Non sono state previste risorse per la salvaguardia della sicurezza dei dipendenti e per la concessione di contributi discrezionali non dovuti per legge, non derivanti da impegni presi precedentemente o non garantiti da entrate provenienti da terzi. Il vicesindaco metropolitano ha poi ricordato l’impegno profuso per il reperimento di risorse dell’Unione Europea, dello Stato e della Regione. Tali risorse sono state impiegate avendo come priorità la gestione del territorio e la tutela ambientale. Il Bilancio, ha sottolineato il vicesindaco, è essenzialmente tecnico, limitato al solo 2016. Nel nuovo Documento unico di programmazione saranno invece indicate le linee prioritarie di azione per i prossimi anni. In una nota integrativa allegata al Bilancio sono inoltre indicati gli impatti che le scelte effettuate nel 2016 avranno nel futuro. Le risorse previste dal Bilancio saranno disponibili da fine novembre, con un notevole sforzo da parte degli uffici finanziari, visti i tempi molto ristretti. Il vicesindaco metropolitano ha poi ricordato che, entro fine anno, occorrerà avviare una profonda riflessione sul bilancio e sul rispetto del Patto di stabilità e del pareggio di bilancio. Le Città metropolitane non hanno l’obbligo di allegare al documento contabile un prospetto che dimostri la coerenza degli stanziamenti previsti nel bilancio con il rispetto del principio del pareggio. Presto, ha affermato, occorrerà scegliere se privilegiare il rispetto delle regole del Patto di stabilità o gli investimenti per la salvaguardia della sicurezza degli edifici scolastici e delle strade. Su queste scelte occorrerà un ampio confronto in Consiglio metropolitano e un impegno a livello nazionale da parte di tutte le forze politiche, per garantire alla Città metropolitana le risorse indispensabili ad assolvere alle funzioni previste dalla legge 56. Occorrerà ribaltare la logica dell’emergenza e riuscire a realizzare una programmazione a medio e lungo termine nell’uso delle risorse. Il vicesindaco ha poi annunciato la presentazione di due emendamenti, che riguardano una sentenza del Consiglio di Stato, che impone all’Ente di bandire nuovamente la gara per la vendita delle quote detenute nella società Sagat, abbassando la base d’asta da 7,6 milioni a 5,3 milioni. Tali risorse, una volta incassate, saranno destinate all’estinzione anticipata di mutui. Il primo sindaco ad intervenire nel dibattito è stato quello di Cavagnolo, che ha lamentato il fatto che si approvi un Bilancio a fine anno, adottando un atto dovuto per evitare il commissariamento. Secondo lui, la scarsità di risorse disponibili e le elezioni comunali a Torino non possono essere scusanti per la situazione attuale. Il sindaco di Cavagnolo ritiene che l’attuale amministrazione non abbia una sufficiente attenzione alle necessità del territorio. È vero che le risorse devono essere ricercate nella fiscalità propria e nei trasferimenti statali, ma devono anche essere reperite eventualmente attraverso bandi europei. Invece, ha lamentato il primo cittadino di Cavagnolo, la sindaca metropolitana è stata sinora molto impegnata a far quadrare i conti di Torino, anche tentando di incamerare gli utili Smat. Il sindaco di Cavagnolo è poi passato a illustrare le carenze del sistema elettivo, che prevede la scelta del sindaco metropolitano esclusivamente riservata agli elettori torinesi. Occorre quindi approvare una proposta di modifica del sistema di elezione e la sindaca si deve impegnare per queste modifiche. Anche il sistema elettivo del Consiglio penalizza i piccoli e medi Comuni, non consente la rappresentanza delle Zone omogenee e crea un rischio di ingovernabilità dell’Ente. Le maggioranze instabili e variabili non consentono di governare efficacemente l’Ente. Occorre allora elaborare in tempi brevi una proposta di riforma del sistema elettorale che assicuri la pari dignità dei Comuni nel governo del sistema dei trasporti, della viabilità, delle infrastrutture e dell’edilizia scolastica. Il sindaco di Cavagnolo ha fatto presente che nel Chivassese vi sono forti disparità nelle tariffe degli abbonamenti mensili per gli studenti, che debbono essere corrette proprio dalla Città metropolitana. Inoltre è in corso una revisione dei Circoli del servizio Viabilità senza il coinvolgimento dei Comuni, mentre i cantonieri sono ormai introvabili, a causa del dimezzamento del personale in servizio. Il sindaco di Bollengo è poi nuovamente intervenuto, lamentando il fatto che si continui a fare teoria sul ruolo della Città metropolitana, dimenticando i danni inferti al sistema degli enti locali da una legge scellerata come la 156. Il primo cittadino di Bollengo ha chiesto che si faccia chiarezza sul metodo di lavoro e che si coinvolgano le Zone omogenee nella governance dei servizi di area vasta. Egli ha chiesto che si verifichi perché, nel Bilancio 2016, alcuni progetti sono stati eliminati dalla programmazione pluriennale. Ha chiesto inoltre se sia prevista dall’attuale amministrazione la nomina di consiglieri delegati alle diverse aree amministrative. Ha sollevato il tema del rapporto con i territori esterni, attraverso il coinvolgimento delle Zone omogenee, perché le scelte importanti sulla programmazione delle opere e sull’attrazione dei fondi europei devono coinvolgere i territori e i loro rappresentanti. Ricca ha chiesto quale sia l’orientamento dell’attuale amministrazione sul Piano strategico di cui la Città metropolitana dovrà dotarsi. Secondo il sindaco di Bollengo non deve passare la linea di pensiero che i problemi della Città metropolitana sono problemi dei Comuni, che erediterebbero così patrimoni immobiliari e infrastrutture che non sono in grado di manutenere e ristrutturare. Vi sono circa 600 Km di strade metropolitane da declassare: il sindaco di Bollengo ha chiesto chi se ne accollerà la manutenzione. Ha poi preannunciato la sua astensione sul Bilancio, per senso di responsabilità, non avendo potuto partecipare alla sua estensione. Anche perché il voto della Conferenza sul documento contabile è meramente consultivo e questo è un altro degli aspetti della legge Delrio da riformare. Il sindaco di Bollengo ha chiuso il suo intervento chiedendo alla sindaca di avviare un giro di incontri nelle Zone omogenee, per ascoltare le esigenze dei territori in vista della predisposizione del Bilancio di previsione del 2017. Il sindaco di Lauriano, che è anche portavoce della Zona omogenea del Chivassese, ha ricordato che le istanze dei territori devono essere tenute presenti. Si deve pertanto arrivare ad una sintesi, elaborando una serie di documenti programmatici, da sintetizzare poi in un unico testo. Il sindaco di Rivarolo, portavoce della Zona Canavese Occidentale, ha spiegato i punti salienti del documento elaborato dai sindaci di quella Zona, condiviso con le zone del Chivassese e del Ciriacese e inviato alla sindaca metropolitana. Le problematiche affrontate nel testo sono l’elezione del sindaco metropolitano e del Consiglio e l’attenzione ai territori e a tutte le comunità locali. Nel Canavese occidentale si auspica una maggiore attenzione alle esigenze delle amministrazioni locali da parte del vicesindaco metropolitano e una effettiva partecipazione dei Comuni alla redazione del prossimo Bilancio. Secondo il sindaco di Rivarolo l’approvazione dovrà avvenire in tempi certi e occorrerà un’attenzione particolare al mondo del lavoro e alle infrastrutture materiali e immateriali. Egli ha preannunciato l’espressione da parte sua di un parere positivo condizionato sul Bilancio. Il sindaco di Villar Dora, che è anche consigliere metropolitano, ha preannunciato la sua astensione e ha ricordato che i cittadini chiedono comunque risposte ai sindaci, che sono in prima fila. I sindaci, secondo lui, devono prendere in mano l’amministrazione dell’Ente, mentre i funzionari hanno un ruolo importantissimo. Al di là dei tagli statali, secondo il primo cittadino di Villar Dora c’è un problema di metodo nell’affrontare la nuova situazione. È in atto una diminuzione dei dipendenti, sono state effettuate alienazioni patrimoniali ed è stato eliminato il rischio costituito dagli swap, aumentano le risorse provenienti dall’Ipt e dall’addizionale Rc auto e oggi il Bilancio ha meno vincoli. Occorre quindi prendere atto della nuova situazione e cominciare a programmare le grandi scelte del futuro sull’edilizia scolastica e la viabilità, individuando le priorità. Le alienazioni di vecchi edifici scolastici possono consentire di costruirne di nuovi e occorre lavorare sull’utilizzo dei fondi europei. Il personale deve essere riorganizzato, colmando le carenze in alcuni uffici e servizi. Secondo Il sindaco di Villar Dora, queste sono operazioni che non costano, ma richiedono l’impegno dell’amministrazione e di chi la governa. La Città metropolitana, ha ricordato, deve essere al servizio dei piccoli Comuni, in uno scambio di valore aggiunto tra metropoli e territori montani e rurali. L’impegno degli amministratori della Città metropolitana deve essere duplice: sul fronte nazionale per cambiare una legislazione penalizzante, su quello locale per fare il possibile e l’impossibile subito e con le risorse date. Il sindaco di Fenestrelle ha sollevato la questione della liquidazione in bonis della società Pra Catinat, ricordando che da quattro anni e mezzo prosegue la ricerca di una soluzione per salvare le attività educative e alienare un ramo d’azienda a un gruppo provato. Il risanamento è stato delineato attraverso grandi difficoltà, vista la situazione di indebitamento. Il sindaco di Fenestrelle ha chiesto alla Città metropolitana di mettere a disposizione le risorse di sua competenza per poter arrivare ad una soluzione. Il sindaco di Parella ha affermato che occorre iniziare a vedere la Città metropolitana non tanto come l’erede della Provincia, ma come un’opportunità. Secondo lui, bisognerà fare in modo di coinvolgere tutti gli amministratori locali, ad esempio sulle scelte del Piano strategico. Anche il sindaco di Parella ha lamentato lo stato di abbandono di molte strade provinciali, ma ha poi spostato la sua attenzione sul futuro, ricordando che i Comuni della Zona omogenea Eporediese hanno elaborato e approvato un Piano strategico, sul quale ora intendono confrontarsi, perché dovrebbe essere un tassello di quello della Città metropolitana. Il sindaco di Venaus ha lamentato che si arrivi a fine novembre ad approvare il Bilancio 2016 della Città metropolitana. I sindaci, ha affermato, hanno un approccio operativo e pragmatico, ma non si devono nascondere i guasti causati da una riforma sbagliata negli intenti e nei principi. Secondo il sindaco di Venaus, il dibattito sulle correzioni alla “Delrio” non è corretto, perché si considerano ancora i sindaci dei piccoli Comuni come dei burattini chiamati solo ad approvare in ritardo un Bilancio di previsione. Qualcuno, nei primi mesi dell’anno, avrebbe potuto e dovuto approvare il documento contabile, cosa che non è avvenuto. A nome dei Comuni aderenti all’Anpci, il sindaco di Venaus ha annunciato l’approvazione del Bilancio, da considerarsi come un’apertura di credito per stimolare la Città metropolitana a collaborare per il bene dei territori, che sono una risorsa. Servono però idee, volontà e strategie politiche. I sindaci dei Comuni aderenti all’Anpci chiedono di essere convocati per discutere i problemi come le strade e le scuole, ma anche per la redazione del Bilancio di previsione 2017 e del Piano strategico. Il sindaco di Rivalta ha ricordato che la legge Delrio era stata giudicata fallimentare da molti amministratori locali già tre anni fa. Le risorse a disposizione dei Comuni sono scarse, mentre il numero di dipendenti è diminuito a causa del blocco del turn over, proprio a causa della legge Delrio. Secondo il sindaco di Rivalta, però, a quaranta giorni dalle elezioni del Consiglio metropolitano non si può pretendere di avere un Bilancio definito e dedicato alle grandi scelte strategiche. La Città metropolitana, a giudizio del primo cittadino di Rivalta, è in stato di pre-dissesto ed è governato da amministratori a costo zero, che non hanno possibilità di impiegare un tempo adeguato per occuparsi dell’Ente. Durante i lavori della Conferenza, secondo lui, molti sindaci hanno dato indicazioni ed espresso pareri frutto dell’esasperazione. Occorre lasciare alla nuova amministrazione della Città metropolitana il tempo di prendere le misure ai problemi da affrontare e sarà necessaria una condivisione delle strategie e dei programmi, coinvolgendo le Zone omogenee. Una consigliera metropolitana ha chiesto il motivo della mancanza nel Bilancio di previsione dei fondi per sostenere la liquidazione in bonis della società Pra Catinat, auspicando che gli amministratori della Città metropolitana assumano le proprie responsabilità, per evitare il fallimento della società stessa. Il sindaco di Pinasca, ha chiesto che le Zone siano consultate preventivamente sulle scelte più importanti contenute nel Bilancio. Egli ritiene che l’incontro dei portavoce delle Zone con la sindaca e con il vicesindaco metropolitano sia stato proficuo, poiché essi hanno preso precisi impegni. Le Zone non devono essere un semplice perimetro geografico ma strutture che rappresentano i territori. Per questo il collegio dei portavoce delle Zone deve essere costituito e avere un ruolo. Anche il sindaco di Pinasca ha chiesto risposte su Pra Catinat - ricordando che il Movimento 5 Stelle aveva preso posizione in passato - e ha sollecitato risposte sulla manutenzione della viabilità e sullo sgombero neve nei mesi invernali, molto importanti per tutelare l’attività turistica. Il sindaco di Pinerolo ha affermato che la sua forza politica, il Movimento 5Stelle, ha scelto di governare e difendere l’Ente e i suoi dipendenti, privilegiando la sicurezza delle scuole e delle strade. Pur rispettando le opinioni di tutti i colleghi, egli ha affermato di non condividere l’astensione sul Bilancio, che non è un atto di responsabilità. Il sindaco di Cossano Canavese, consigliere metropolitano, ha affermato che l’approccio al Bilancio non avrebbe dovuto essere esclusivamente tecnico, ma più politico. La fase di rodaggio dell’Ente è conclusa e spetta alla Conferenza e al Consiglio guardare al futuro, alle esigenze dei cittadini, degli allievi delle scuole e degli utenti delle strade, alla pianificazione urbanistica e strategica con i fondi europei, al coordinamento dello sviluppo economico del territorio. Secondo il sindaco di Cossano Canavese le strategie di sviluppo vanno integrate con le scelte infrastrutturali, trasportistiche, con le strategie sulle reti dei servizi e sui fondi europei. Tutte queste scelte devono essere affrontate nella condivisione con i Comuni. Il Bilancio è molto prudente, a suo giudizio, perché c’erano le condizioni per essere più coraggiosi. Egli lo ha affermato rivendicando lo sforamento del Patto di stabilità nel 2014, perché occorreva investire 20 milioni per il territorio e assumersi le proprie responsabilità. Il gruppo Città di città chiede dunque un impegno nella redazione del Bilancio 2017, affinché il documento contabile non sia tecnico ma politico e condiviso con le Zone omogenee. Occorre attribuire autonomia decisionale e risorse alle Zone, per consentire ai territori di influire sulle politiche di sviluppo del territorio. Perché se si condividono le scelte si smussano i contrasti tra gli amministratori, grazie a un lavoro di mediazione che superi le convinzioni personali. il sindaco di Cossano Canavese ha ricordato che la situazione e i numeri nel Consiglio impongono confronto e condivisione sulla visione strategica e il gruppo Città di città è disponibile a confrontarsi sulla visione dello sviluppo, per verificare se le strategie di sviluppo di Torino saranno compatibili con quelle dei Comuni dei territori montani, collinari e rurali. Per il primo cittadino di Cossano, il suo Comune ha molto più bisogno della Città metropolitana che non Collegno o Moncalieri. Però non ci si deve limitare a chiudere le buche nelle strade e a scaldare le scuole. Ad esempio, occorre affrontare i temi del ritorno di molte strade all’Anas, del rinnovo delle concessioni autostradali Ativa, della partecipazione ai bandi per la costruzione di edifici scolastici più sicuri e sostenibili, della gestione dei fondi Ato e del servizio idrico integrato, della prevenzione del dissesto idrogeologico. Il sindaco di Beinasco ha insistito sul coinvolgimento dei sindaci e delle Zone nella redazione del Bilancio di previsione per il 2016 e del Documento unico di programmazione, relativamente a questioni strategiche come la gestione ambientale e il rinnovo delle concessioni autostradali. Occorre anche che i Comuni siano coinvolti sin d’ora nelle scelte più importanti che si tradurranno nel Bilancio di previsione per il 2017. La sindaca metropolitana è poi intervenuta per replicare ad alcuni interventi. Ha escluso di non essere contenta di ricoprire il ruolo di vertice di un Ente, che comunque così non funziona. La sindaca sarà contenta se tutti i Consigli comunali approveranno un ordine del giorno per il cambiamento del sistema di elezione del sindaco e del Consiglio, perché il doppio ruolo pone a tutti i sindaci problemi di tempo, in primis a quello del capoluogo. Le riunioni per coinvolgere le Zone nelle scelte più importanti del Bilancio 2017 dovranno essere istituzionalizzate in un tavolo di confronto permanente, ben sapendo però che le prospettive per quanto riguarda le risorse a disposizione non sono rosee. Occorre che tutti gli amministratori locali si battano a livello nazionale per conquistare - in sede di approvazione della legge di stabilità - più risorse per un Ente che deve avere una sua dignità. La sindaca ha ribadito che non si possono scaricare le responsabilità sugli amministratori locali senza risorse, perché altrimenti le scelte saranno sempre amare. La battaglia deve superare i confini delle forze politiche, per consentire alla Città metropolitana di avere un ruolo importante sulle scelte strategiche, sull’ambiente, sulle infrastrutture e i servizi. In questo senso, secondo la sindaca metropolitana, sarà utile la modifica del Regolamento del Consiglio con una commissione specifica di confronto con i territori. Il vicesindaco metropolitano ha risposto sul tema della società Pra Catinat, spiegando che il finanziamento all’attività didattica non è più in capo alla Città metropolitana e che la nuova amministrazione non ha trovato risorse sul capitolo istruzione. La Città metropolitana è comunque impegnata a trovare una soluzione. Si è poi passati alla votazione del parere sul Bilancio. I sindaci e i vicesindaci votanti sono stati 148, i favorevoli 79, i contrari 2, gli astenuti 67. In mancanza della maggioranza il parere favorevole non è stato acquisito.