Enti locali
Scoprire i segreti e le peculiarità dei piccoli centri del territorio della Città Metropolitana di Torino, comprendere le emergenze e ipiccoli e grandi problemi quotidiani con cui si confrontano i Sindaci, scelti dai loro concittadini per amministrare comunità montane e rurali a torto considerate marginali; realtà in cui la politica è volontariato puro. È questo l’intento della rubrica “Venerdì dal Sindaco” che da un paio di settimane propone reportage televisivi e interviste ai primi cittadini nel canale “YouTube” della Città Metropolitana.I filmati sono prodotti dalla responsabile e dai redattori della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana e, da questa settimana, andranno anche in onda sull’emittente interregionale Telecupole, il sabato alle 14,30 con repliche la domenica alle 18,45 e il lunedì alle 20,40.
Il “Venerdì dal Sindaco” propone lo spaccato di una realtà sociale e territoriale poco indagata dai mass media mainstream, ma ricca di attrattive naturali, culturali eartistiche, realtà imprenditoriali attive e innovative, proposte ed iniziative di aggregazione e di solidarietà a volte impensabili in contesti urbani.
Il viaggio, iniziato venerdì 5 febbraio con l’intervista al Sindaco di Ingria Igor De Santis, è proseguito il 12 febbraio ad Isolabella, con la testimonianza del primo cittadino Gianfranco Raimondo. Venerdì 19 sarà la volta della Sindaca di Sant’Antonino Susanna Preacco.
Per vedere i filmati e i reportage fotografici del “Venerdì dal Sindaco” basta andare sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco/
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“Ieri il Corriere della Sera nell'edizione torinese ha ripreso il rapporto della Corte dei Conti evidenziando con risalto l'unico indicatore negativo del nostro Ente": il vicesindaco della Città metropolitana di Torino Marco Marocco interviene sul tema precisando che "il rapporto di 252 pagine è fondato su di un questionario inviato agli Enti. Nel 2017 (anno in cui il nostro Ente è rimasto senza segretario generale nè direttore generale per alcuni mesi) le criticità risultano concentrate sui parametri che misuravano il controllo di gestione e il controllo strategico con il coinvolgimento del responsabile della prevenzione e corruzione e la mancata verifica da parte degli organi politici dello stato di attuazione dei programmi”"Va detto subito - aggiunge Marocco - che la Città metropolitana di Torino è uscita da poco da una situazione finanziaria molto difficile: questo non sarebbe stato possibile se fosse vera la tesi dell'assenza di controllo".
"Scontiamo ancora pesantemente le conseguenze della legge di riforma delle Province voluta da Delrio e lavoriamo ogni giorno per garantire i servizi e l'efficienza che questo Ente ha sempre mantenuto".
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A Rubiana, con una spesa prevista di 1.560.000 euro, nascerà un nuovo polo culturale e ricettivo, che sarà un punto di riferimento per la Bassa Valle di Susa. IlComune ha acquistato nel 2017 dalla confraternita delle Suore Nazarene un fabbricato ormai quasi completamente in disuso che in parte si affaccia sulla piazza Roma, il centro nevralgico del paese, dove sono presenti il palazzo comunale, la scuola primaria, gli ambulatori medici, alcuni negozi ed edifici religiosi. Il fabbricato è attualmente solo parzialmente utilizzabile e deve essere riqualificato. L’amministrazione comunale intende appunto trasformarlo in un polo culturale, comprendente una biblioteca e una pinacoteca. È prevista anche una struttura ricettiva con camere in affitto.“Il Comune di Rubiana, - spiega il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco - ha chiesto al Servizio Assistenza tecnica della Città Metropolitana di Torino, oggi Direzione Azioni integrate con gli Enti locali, la redazione di uno studio di fattibilità per la ristrutturazione e il riutilizzo dell’immobile, risalente alla fine degli anni ‘60 e adiacente alla villa Querena. Il complesso edilizio comprende anche la casa Chirio risalente, come villa Querena, all’inizio del Novecento”.
Il progetto di riqualificazione, redatto dai tecnici della direzione Azioni integrate con gli enti locali, prevede:
- la pinacoteca rinnovata, ampliata e dotata di depositi e laboratori-atelier posti a quote sfalsate e di due blocchi di servizi igienici;
- la biblioteca ampliata, con sale di lettura poste a quote sfalsate, due blocchi di servizi igienici, spazi anche esterni come il terrazzo a sud e nuovi depositi. Una parte dei locali recuperati potrebbero avere una diversa destinazione: ad esempio una ludoteca o salette per incontri, con accessi indipendenti;
- un servizio di affittacamere all’ultimo piano, valorizzando la posizione strategica e la visuale, con 6 camere da letto con servizi interni e la possibilità di pernottamento fino a 12 persone, spazi di soggiorno e pranzo e un ampio terrazzo.
È previsto che il complesso ristrutturato sia completamente fruibile da parte degli utenti diversamente abili, grazie all’ascensore comune che collegherà il piano sotterraneo al secondo piano. I piccoli dislivelli saranno superabili con piattaforme elevatrici o rampe; i servizi igienici saranno completamente accessibili.
L’intervento sulle facciate è progettato non solo con l’intenzione di riqualificare energeticamente l’edificio, ma anche di migliorarne l’inserimento nel contesto urbanistico di piazza Roma. La parte adibita ad attività culturali si presenterà prevalentemente chiusa da vetrate continue, che in parte saranno dotate di frangisole e in parte avranno vetri solari riflettenti, sia per evidenziarne la funzione sia per curarne l’affaccio principale verso il giardino e la proprietà confinante della villa Querena. Il risultato sarà una facciata a est, prevalentemente neutra, che meglio si accosta all’esistente. È previsto un volume vetrato su due piani che servirà per enfatizzare l’ingresso all’edificio dalla piazza, attualmente non presente. La parete cieca e chiusa dalla vetrata diventerà una vetrina promozionale delle attività svolte nel complesso. La riqualificazione energetica prevede un corretto isolamento dell’involucro e nuovi impianti più efficienti. Per aumentare il comfort degli utenti, saranno previsti accorgimenti tecnici per garantire la buona traspirabilità dei materiali e la regolazione dell’umidità in eccesso grazie al ricambio d’aria naturale.
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Nell’ambito della riorganizzazione complessiva della Città Metropolitana, dal 1° gennaio 2019 il Servizio Assistenza tecnica ai Comuni ha cambiato denominazione e ampliato le proprie competenze. La nuova Direzione azioni integrate con gli Enti locali comprende anche la nuova unità specializzata “Tutela del territorio”, che opera a supporto dei Comuni e delle strutture interne alla Città metropolitana, occupandosi in prevalenza di azioni per la tutela del territorio, lo stimolo e il coordinamento nel campo della pianificazione territoriale di settore rivolta alle Zone omogenee, il supporto tecnico agli Enti Locali nelle funzioni ambientali e in materia di cave e torbiere, il presidio e lo sviluppo delle relazioni tra il territorio e le strutture specializzate dell’Ente, l’assistenza tecnico-specialistica agli Enti Locali.Come spiega il Vicesindaco metropolitano, Marco Marocco, “rispetto alla precedente impostazione del servizio Assistenza tecnica, la nuova filosofia operativa attribuisce un ruolo importante alle Zone omogenee, prevedendo la promozione e lo sviluppo di azioni per la difesa del suolo e l’integrazione delle azioni ambientali proprie della Direzione ambiente. Questa parte delle attività è in divenire e necessita di un’azione di promozione e sviluppo”.
Nel rapporto con gli altri dipartimenti e direzioni della Città metropolitana, specie nei processi autorizzativi, l’unità Tutela del territorio cura in particolare:
- la partecipazione ai procedimenti autorizzativi dell’Ente e le relazioni con le altre strutture, nel campo della compatibilità ambientale dei progettiinerenti il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, lo sfruttamento delle risorse idriche superficiali e sotterranee, nella pianificazione territoriale in applicazione delle norme del Piano Territoriale di Coordinamento rivolta ai procedimenti di variante dei piani regolatori comunali
- il supporto alle direzioni della viabilità e dell’edilizia scolastica
- il supporto ai sistemi naturali, con la progettazione di opere di tutela del territorio nelle aree protette di competenza della Città metropolitana
- la cooperazione alla formazione, all’aggiornamento e alla gestione del Piano Territoriale di Coordinamento, con il costante aggiornamento dei dati sul dissesto idrogeologico, in collaborazione con il CSI Piemonte.
Nel corso del 2018 l’unità “Tutela del territorio” ha fornito 15 pareri geologici su procedimenti di approvazione dei Piani regolatori generali comunali, 12 pareri su procedimenti di autorizzazione di derivazioni idriche, 9 pareri su procedimenti autorizzativi di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti, 20 pareri su procedimenti di compatibilità ambientale (verifica preliminare alla valutazione di impatto ambientale, valutazioni di impatto ambientale), 2 pareri su autorizzazioni di attività estrattive, 10 assistenze tecniche ai Comuni in materia di difesa del territorio.
SISTEMAZIONE IDRAULICA E MESSA IN SICUREZZA DELL’ORCO
Tra le prime azioni del nuovo ufficio Tutela del territorio verso l’esterno spicca la progettazione sul torrente Orco. Il programma generale di gestione dei sedimenti-stralcio torrente Orconel tratto tra Cuorgnè e Chivasso - approvato con una delibera della Giunta regionale del 23 dicembre 2010 - individua i macro interventi necessari al miglioramento delle condizioni di sicurezza idraulica e dell’assetto morfologico e ambientale, secondo i criteri indicati dall’Autorità distrettuale del Po.
Il programma scaturisce da un accordo tra Agenzia Interregionale per il fiume Po, Autorità distrettuale del Po e Regione Piemonte, prevedendo interventi di apertura o riapertura di alvei abbandonati dal torrente e di rinforzo o mantenimento delle opere di difesa idraulica. L’obiettivo è di realizzare un alveo pluricursale, che attutisca l’effetto delle piene. Il Programma generale è attuato mediante programmi operativi di intervento, redatti dalla Regione Piemonte.
Il primo programma prevede sul tronco 2 dell’Orco l’intervento 2-A4 nel Comune di Chivasso sulla sponda destra in prossimità dell’abitato di Pratoregio e l’intervento 2-A1 tra i Comuni di Montanaro e Chivasso dalla località Cascina Bruciata fino a monte dell’ansa in prossimità dell’abitato di Pratoregio.
Sul tronco 3 sono previsti l’intervento 3-A2 nel Comune di Montanaro a monte dell’abitato di Cascina Bruciata e l’intervento 3-A1 a San Benigno Canavese a valle dell’attraversamento autostradale dell’A5 Torino-Aosta. Il tronco 7 è interessato dall’intervento 7-A1 a valle dell’abitato di Rivarolo Canavese.
Nel dicembre scorso la Regione e la Città Metropolitana di Torinohanno stipulato una convenzione che individua l’Ente di area vasta come stazione appaltante e responsabile della progettazione degli interventi fino al livello esecutivo. Di tale progettazione si occuperà la Direzione azioni integrate verso gli Enti Locali, per quanto possibile servendosi di personale interno e, se necessario, affidando incarichi e consulenze esterne.
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23 richieste di assistenza tecnica ricevute dai Comuni, evase ed ultimate: riguardavano lo studio di fattibilità o la progettazione esecutiva di interventi per il miglioramento della viabilità, la manutenzione del territorio, la mobilità ciclo-pedonale, il riassetto idrogeologico, la valutazione dei danni provocati dagli incendi dell’ottobre 2017 ai fini della rendicontazione alla Regione.
Il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco sottolinea che “il bilancio 2018 del Servizio di assistenza tecnica agli Enti locali della Città Metropolitana di Torino, nei numeri come nella qualità del lavori, è più che positivo e conferma il ruolo dell’Ente di area vasta a sostegno delle amministrazioni locali, soprattutto quelle dei piccoli centri, che dispongono di limitate risorse finanziarie e umane per progettare e dirigere lavori pubblici di grande importanza per i territori e per i cittadini che li abitano. In futuro la Direzione Azioni Integrate Enti locali, di recente istituzione, oltre a rispondere alle richieste di assistenza da parte degli amministratori locali, progetterà insieme a loro, a livello di Zone omogenee, interventi di miglioramento del territorio di valenza sovracomunale”.
Nel 2018 Comuni piccoli e grandi, da Ivrea a Cumiana, da Pinerolo a San Francesco al Campo, hanno risolto piccoli e grandi questioni tecniche grazie al supporto dell’Ente di area vasta. Abbiamo scelto due esempi emblematici di ciò che la Città metropolitana può mettere in campo a favore delle comunità locali.
UNA NUOVA ROTATORIA PER METTERE IN SICUREZZA LA STATALE 25 E I SUOI INCROCI A SANT’AMBROGIO DI TORINO
Marzo 2016: il Sindaco di Sant’Ambrogio di Torino chiede il supporto al Servizio assistenza tecnica agli Enti locali della Città metropolitana per la mitigazione della velocità sulla Statale 25 del Moncenisio al km 28 nel centro abitato e per il miglioramento e la messa in sicurezza dell’incrocio tra la Statale e la strada comunale via Susa.
Inizia una trattativa tra il Comune, la Città metropolitana e l’ANAS, Ente proprietario della “25” e competente per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Dopo la redazione di un progetto preliminare da parte degli uffici tecnici metropolitani, la trattativa fra i tre Enti prosegue, grazie alla determinazione del Sindaco di Sant’Ambrogio, concretizzandosi con la firma di una convenzione che consente l’avvio della progettazione definitiva ed esecutiva. Il 12 dicembre scorso il Servizio assistenza tecnica della Città metropolitana consegna il progetto esecutivo per la realizzazione di una rotatoria di tre bracci , affiancata da un percorso ciclo-pedonale rialzato a sud. A nord della rotatoria è è prevista la costruzione di una doppia strada laterale di servizio, con innesto nella rotatoria stessa, per consentire l’accesso in sicurezza alle vicine abitazioni e ai fondi agricoli. Il progetto esecutivo prevede una spesa di 467.107,59 Euro, interamente a carico di ANAS spa, che ha già stanziato i fondi necessari.
MESSA IN SICUREZZA DELLA PROVINCIALE 43 DI CANISCHIO NELL’ABITATO DI SAN COLOMBANO BELMONTE
Nell’autunno 2018 è stato ultimato e trasmesso al Comune il progetto esecutivo di una piattaforma rialzata con marciapiedi e opere connesse all’interno del centro abitato di San Colombano Belmonte, lungo la Strada Provinciale 43 di Canischio. L’esigenza di mitigare l’eccessiva velocità delle autovetture provenienti da Cuorgnè sul rettilineo d’ingresso al paese, era già stata evidenziata nel 2015 quando i tecnici degli uffici del Servizio assistenza tecnica agli Enti locali della Città Metropolitana avevano elaborato due progetti preliminari in altrettante zone a rischio per la sicurezza stradale. Con il successivo impegno finanziario l’amministrazione comunale ha optato per la progettazione del solo secondo lotto, che riguarda il rallentamento del traffico sulla Provinciale 43 all’ingresso del paese. L’opera ha già superato la fase di consegna del cantiere all’azienda appaltatrice e costerà 49.960 Euro. I progettisti della Città metropolitana hanno previsto una piattaforma stradale di 15 metri realizzata con asfalto stampato e resinatura, fiancheggiata da un marciapiede propedeutico alla futura realizzazione di un attraversamento pedonale. Il progetto redatto dal Servizio assistenza tecnica agli Enti locali comprende inoltre la realizzazione di 150 metri di camminamento pedonale e il posizionamento di una barriera di sicurezza stradale a protezione di un’area destinata ad accogliere il pubblico in occasione di eventi, in prossimità della piazza principale di San Colombano.
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La Città Metropolitana di Torino e i Comuni interessati ai finanziamenti previsti dal Bando Periferie fanno fronte comune per ottenere lo sblocco delle risorse e sono disposti ad adire le vie legali per ottenere i fondi collegati ai progetti già approvati dal Governo, che sono in una fase avanzata dell'iter progettuale.La Sindaca metropolitana Chiara Appendino ha incontrato nel pomeriggio i Sindaci dei Comuni interessati ai finanziamenti e lo ha fatto a seguito del voto unanime con cui, in mattinata, il Consiglio metropolitano aveva approvato una mozione, con cui si impegna la Sindaca stessa ad intraprendere ogni azione utile per garantire il finanziamento di tutti i progetti per i quali è stata approvata la progettazione definitiva e (nella stragrande maggioranza dei casi) quella esecutiva.
La mozione approvata dall’assemblea di piazza Castello impegna inoltre la Sindaca Appendino ad esperire ogni iniziativa, anche legale, diretta a garantire la salvaguardia della realizzazione dei progetti previsti dalla convenzione che la Città Metropolitana ha stipulato con la Presidenza del Consiglio dei Ministri a nome di 11 Comuni dell’area metropolitana.
La prossima settimana si attiverà un tavolo tecnico legale tra la Città Metropolitana e i Comuni interessati, al fine di predisporre l'iter per il ricorso contro il Decreto “Milleproroghe”. La Sindaca Appendino e i colleghi primi cittadini intendono coinvolgere anche la Regione Piemonte attraverso il Consiglio delle Autonomie Locali.
La convenzione tra Città Metropolitana di Torino e Presidenza del Consiglio dei Ministri riguarda il programma “Top Metro, finanziato dal programma straordinario di interventi per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie.
“Top Metro” riguarda gli 11 comuni dell’area metropolitana con oltre 10.000 abitanti: Beinasco, Borgaro Torinese, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Rivoli, Settimo Torinese, San Mauro Torinese e Venaria Reale, per una popolazione totale superiore a 250.000 abitanti. Sono previsti 120 interventi, che ricadono in una delle 5 tipologie di azione previste dall'articolo 4 comma 3 del Bando pubblicato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 maggio 2016:
- miglioramento della qualità del decoro urbano (articolo 4 comma 3 lettera a) per un totale di 18 interventi
- manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti, per finalità di interesse pubblico (articolo 4 comma 3 lettera b), per un totale di 56 interventi
- accrescimento della sicurezza territoriale e della capacità di resilienza urbana (articolo 4 comma 3 lettera c), per un totale di 13 interventi
- potenziamento delle prestazioni e dei servizi di scala urbana (articolo 4 comma 3 lettera d), per un totale di 14 interventi
- mobilità sostenibile e adeguamento infrastrutture per servizi sociali, culturali, educativi e didattici (articolo 4 comma 3 lettera e), per un totale di 19 interventi.
Di questi sono stati proposti:
- 111 interventi puntuali a livello comunale
- 5 interventi trasversali, attuati dalla Città Metropolitana di Torino e riguardanti la tipologia di azione D
- 4 interventi di area vasta, attuati dalla Regione Piemonte e riguardanti la tipologia di azione E
L’investimento totale del Progetto Top Metro è di 108.720.813,67 Euro, così suddivisi:
- 73 interventi finanziati dal Programma per la riqualificazione e la sicurezza delle periferie, per un totale di39.646.914,28 Euro
- 47 interventi finanziati da privati o con risorse a disposizione degli enti attuatori per un totale rispettivamente di 38.280.904,37 Euro e di 30.792.995,02 Euro.
Sono stati trasmessi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri tutti i progetti definitivi per cui è stato richiesto l’anticipo del 20% e tutti i progetti esecutivi ad esclusione di 4 interventi. Per 16 progetti sono già stati avviati la gara, o i lavori, o l’acquisizione delle forniture o servizi o ancora l’assegnazione dell’agevolazione alle imprese.
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Dalla ricostruzione post-bellica alle difficoltà con cui è partita la nuova stagione amministrativa della Città metropolitana: potrebbe essere sintetizzato così l’itinerario storico e politico delineato da Giuseppe Cerchio, amministratore comunale, provinciale e regionale di lungo corso, nel volume “La Provincia di Torino. La sua trasformazione, i suoi Presidenti. E poi? La Città metropolitana!?”, pubblicato per i tipi delle edizioni SGI e sotto l’egida della Consulta permanente dei Consiglieri della Provincia e della Città metropolitana di Torino.L’appuntamento per la presentazione ufficiale del volume è per mercoledì 13 giugno alle 16,30 nella Sala Consiglieri di Palazzo Cisterna. La sala che tante conferenze stampa e conferenze culturali ha ospitato in passato e ospita tuttora non è stata scelta a caso, perché per decenni ha ospitato le riunioni di alcune Commissioni del Consiglio Provinciale, dedicate all’approfondimento di tematiche e di deliberazioni fondamentali per la vita amministrativa e politica dell’allora Provincia.
Oltre all’autore, a presentare il libro sarà il Presidente della Consulta, Marco Canavoso. Sono stati invitati a proporre la loro testimonianza alcuni ex Presidenti dell’Ente di area vasta. Quelle scritte da Cerchio, autorevole membro dell’assemblea di piazza Castello in diverse consiliature, sono pagine intense e vivaci, nelle quali sono ripercorse le trasformazioni dell’Ente torinese di area vasta, attraverso l’attività dei Presidenti che si sono succeduti alla sua guida dal 1951 - anno della prima elezione diretta del Consiglio provinciale - al 31 dicembre 2014. Dal 1° gennaio 2015 gran parte delle funzioni e delle competenze amministrative della Provincia sono passate alla Città Metropolitana, istituita con la Legge Delrio, con un delicato passaggio istituzionale che è tuttora in corso.
Cerchio, dall’alto della sua esperienza amministrativa, esprime un giudizio severo sulla riforma degli Enti locali, peraltro condiviso da molte delle forze presenti nell’attuale panorama politico. La configurazione della Provincia torinese, osserva Cerchio, assunse nel dopoguerra una caratteristica particolare per la lungimiranza dei Presidenti che guidarono l’Ente a partire dal 1951. Il libro ripercorre le idee, i progetti e le azioni di uomini e donne come Giuseppe Grosso, Gianni Oberto, Elio Borgogno, Giorgio Salvetti, Eugenio Maccari, Nicoletta Casiraghi, Luigi Sergio Ricca, Mercedes Bresso e Antonio Saitta, alle prese con sfide epocali: dal difficile superamento dell’isolamento geografico alla ricostruzione post- bellica, dal rapporto con la Fiat al conflitto di competenze con il potere centrale, dalle tensioni sociali dovute all’immigrazione alle emergenze e calamità naturali dovute alla fragilità del territorio. Il racconto inizia quindi con la figura dell’insigne docente universitario Giuseppe Grosso, che mise la sua competenza nelle discipline giuridiche al servizio di un Ente che scelse come missione prioritaria il superamento dell’isolamento e l’apertura di Torino e del suo territorio ai traffici europei. Il racconto si conclude con le due amministrazioni di Antonio Saitta, l’ultimo Presidente della Provincia, che fu tra i protagonisti nella fase di gestione delle Olimpiadi Invernali del 2006 e dell’eredità post-olimpica, ma anche delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia e del confronto sul progetto del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione. L’ultimo capitolo è dedicato alla complessa e delicata fase di avvio della Città Metropolitana. L’autore indica quelle che a suo parere potrebbero essere l’identità e la missione del nuovo Ente, recuperando idee già presenti nel dibattito politico-amministrativo della Provincia in tema di mobilità sostenibile. Cerchio ritiene che la promozione della produzione e della diffusione delle auto a propulsione elettrica e a guida automatica troverebbe nel Torinese un terreno fertile, grazie a una filiera produttiva e tecnologica dell’automotive che da oltre un secolo è all’avanguardia a livello mondiale. L’ex consigliere provinciale ed ex assessore regionale al Lavoro conclude il suo libro con un appello agli attuali amministratori della Città metropolitana, affinché propongano alla Regione e alla Città di Torino un’alleanza strategica per costruire reti di interconnessione tra il mondo della ricerca scientifica e le imprese, in primis appunto nel settore della mobilità sostenibile. Cerchio propone quindi di elaborare un piano strategico per far ripartire un lavoro squadra, nel quale la Città metropolitana dovrebbe istituire un tavolo di lavoro e di confronto permanente con istituzioni, imprenditori, istituti finanziari ed imprese del settore della logistica.
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La Città metropolitana di Torino arricchisce il servizio di Assistenza tecnica ai Comuni con alcuni geologi che supporteranno la progettazione di opere pubbliche mediante relazioni geologiche e geotecniche, fornendo per i progetti un importante strumento di assistenza in materia di difesa del suolo e di rischio idrogeologico.L'Ente di corso Inghilterra svolge, ai sensi del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali e della legge Delrio, funzioni di assistenza tecnico-amministrativa mettendo a disposizione dei Comuni e delle loro forme associate, a titolo gratuito, le risorse umane e strumentali del servizio Assistenza tecnica agli enti locali per l'attività di progettazione, gestione e direzione di lavori pubblici e per l’attività consulenza.
In generale, oltre alle novità introdotte dall'assistenza geologica, il servizio di Assistenza tecnica ai Comuni provvede, su richiesta e per conto degli enti locali, alla progettazione e all'esecuzione di opere pubbliche, sia direttamente, sia fornendo consulenza e assistenza tecnica ai vari livelli di progettazione; assiste gli enti locali in materia di difesa del suolo, di idraulica e offre pareri geologici su strumenti urbanistici e progetti, anche privati, la cui autorizzazione è di competenza comunale; fornisce consulenza e pareri agli enti locali in materia di normativa tecnica e di gestione di procedure informatiche relativamente alle opere pubbliche.
Per maggiori informazioni
www.cittametropolitana.torino.it/cms/assistenza-ai-comuni/assistenza-tecnica-comuni
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Mario Spoto, 55 anni, attuale segretario comunale di San Donato Milanese e' il nuovo segretario generale e direttore della Citta' metropolitana di Torino.La sindaca metropolitana Chiara Appendino lo ha scelto tra oltre 40 candidature.
Il dott. Spoto prenderà servizio entro la metà di dicembre.
In precedenza è stato Segretario Generale dei Comuni di Monza, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e Melzo, dove ha ricoperto anche il ruolo di Direttore Generale. Nel suo curriculum risaltano le attività svolte nel settore della progettazione e dello sviluppo di sistemi informatici delle strutture amministrative, nella riorganizzazione del personale ed in ambito urbanistico.
Dalla sindaca metropolitana Chiara Appendino l'augurio di buon lavoro al nuovo segretario-direttore "che - commenta Chiara Appendino - arriva alla guida tecnica di un Ente che vive una fase delicata di riorganizzazione per poter continuare a lavorare al meglio ed offrire servizi a vantaggio dei territori e della comunità ".
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Tra non indifferenti difficoltà di carattere burocratico, normativo e finanziario, sta avviando la sua vita amministrativa il nuovo Comune di Mappano, istituito con una Legge regionale nel gennaio 2013 e oggetto di un confronto politico a tratti aspro.Il nuovo Ente locale amministra un territorio di quasi 10 Km quadrati con circa 7.300 residenti ed è nato dallo scorporo e dall’aggregazione di quattro porzioni dei Comuni di Borgaro, Caselle Torinese, Leinì e Settimo Torinese. Al momento l’amministrazione comunale non ha uffici né personale e la possibilità di redigere un bilancio per il 2017 è ancora in forse, così come non c’è ancora un piano regolatore che sostituisca gli strumenti urbanistici a suo tempo adottati da quattro Comuni che hanno ceduto porzioni di territorio. Nel mese di giugno i mappanesi sono stati chiamati alle urne per la prima volta per eleggere il loro Sindaco e hanno scelto come primo cittadino Francesco Grassi, dirigente scolastico, già presidente del Comitato promotore dell’istituzione del nuovo Comune.
La questione della continuità nell’erogazione dei servizi comunali ai cittadini di Mappano non è di facile e rapida soluzione e per questo è stato istituito un tavolo di concertazione presso la Città Metropolitana di Torino. Nella riunione di mercoledì 30 agosto, presieduta dal Vicesindaco metropolitano Marco Marocco (coadiuvato dal Direttore generale Giuseppe Formichella), si è discusso sull’opportunità e sulla necessità di redigere una convenzione-quadro che regolerà nell’attuale fase transitoria i rapporti tra Mappano e i Comuni che hanno ceduto territorio e popolazione.
La nuova amministrazione locale deve costruire ex novo la propria “macchina” burocratica e operativa, accertare le risorse finanziarie e umane di cui potrà disporre e definirne l’allocazione tra i vari servizi.
Il Vicesindaco Marocco ha assicurato che nel giro di una decina di giorni gli uffici competenti della Città Metropolitana predisporranno una bozza della convenzione, che riguarderà questioni delicate, come la gestione dei servizi tecnici comunali, dell’anagrafe e dello stato civile.
Si prevede che, in attesa di una soluzione definitiva, prosegua l’erogazione di tutti i servizi che i Comuni cedenti territorio possono decentrare a Mappano, per garantire la copertura dei costi e delle competenze obbligatorie del nuovo Comune.
In una seconda fase si affronterà il problema dell’eventuale trasferimento di dipendenti tra i quattro Comuni cedenti a Mappano, facendo però i conti con le carenze di personale a cui devono già oggi far fronte le amministrazioni di Borgaro, Caselle, Leinì e Settimo Torinese.
Nella fase transitoria dovrà inoltre essere garantita la legittimità degli atti amministrativi adottati dai funzionari delle quattro amministrazioni locali concernenti un territorio che non fa più parte dei Comuni in cui esercitano la loro funzione e che di conseguenza non sarebbe più di loro competenza.
Nella riunione del 30 agosto nella sede della Città metropolitana tutti i Comuni coinvolti nel processo si sono trovati concordi nel richiedere alla Regione Piemonte, alla Città Metropolitana e alla Prefettura di Torino un supporto, in termini di figure dirigenziali e professionali da mettere temporaneamente a disposizione per la creazione e l’avvio della nuova amministrazione. Il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco ha assicurato che l’Ente di area vasta farà la sua parte, coinvolgendo alcuni dirigenti e funzionari.
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