I NOSTRI COMUNICATI

 

Assistenza ai Comuni

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È pronto e prevede una spesa di quasi 50.000 euro il progetto del completamento della pista ciclabile che collegherà Almese e Avigliana lungo il percorso della strada provinciale 197. Per la parte relativa alla fattibilità tecnica ed economica il progetto è stato redatto nel 2016 dai tecnici del Servizio Viabilità 2 della Città Metropolitana di Torino ed è stato candidato ad ottenere un finanziamento statale nell'ambito del più complessivo progetto Pascal-Percorsi partecipati scuola-casa-lavoro, finanziato dal Ministero dell'ambiente nell'ambito del Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro. Sono in tutto sedici i Comuni che partecipano a Pascal, tra cui appunto quelli di Almese e di Avigliana, che avevano richiesto l'assistenza tecnica della Città Metropolitana per la redazione dei progetti di una pista ciclabile che sarà lunga poco più di un chilometro ma sarà molto importante per garantire la sicurezza della mobilità sostenibile tra i due centri abitati e per l'accessibilità ai punti di interesse turistico ed escursionistico della zona. La progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori tra il km 1+400 e il km 2+450 della Provinciale 197 è stata curata dai tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali, che sono in grado di occuparsi anche della direzione dei lavori stessi e del collaudo dell'opera.
Il progetto è relativo a un completamento perché esistono già due tratti di pista ciclabile: il primo collega il centro di Almese alla rotatoria sulla Provinciale 197 nel territorio del Comune di Almese, il secondo parte dall'incrocio tra via Grangia e la 197 e arriva nei pressi della stazione di Avigliana. La realizzazione della pista è subordinata al declassamento da provinciale a comunale del tratto di strada interessato dall'intervento, conditio sine qua non per la necessaria riduzione della larghezza della carreggiata transitabile dai veicoli a motore.
Il ricongiungimento tra i due tratti della pista ciclabile tra Almese e Avigliana sarà anche l'occasione per realizzare rialzi illuminati della sede stradale, per rallentare la velocità dei veicoli motorizzati alle due estremità della pista e consentire l'attraversamento in sicurezza della strada con le biciclette. I due Comuni installeranno luci lampeggianti che, alle due estremità della pista, segnaleranno il possibile attraversamento da parte dei ciclisti.
La pista sarà realizzata con corsie riservate alle biciclette adiacenti a quelle destinate al transito veicolare. La costruzione delle corsie presuppone, come detto, il declassamento del tratto di 1050 metri da strada provinciale a strada comunale. L'intervento sarà finanziato per 12.671,50 euro dal Comune di Almese, per 14.723,29 da quello di Avigliana e per il resto dal contributo del Ministero dell'Ambiente.

fine pista ciclabile Avigliana 1

 

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Evitare che nuove piene in caso di precipitazioni molto abbondanti e insistenti possano allagare le campagne e i centri abitati delle frazioni lungo il corso del torrente: è lo scopo di un grande progetto di messa in sicurezza dell’Orco nel tratto tra Cuorgnè e Chivasso che è stato al centro di un primo incontro informativo tra il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, gli amministratori locali, i tecnici dell’unità specializzata “Tutela del territorio” della Direzione azioni integrate con gli Enti locali della Città Metropolitana di Torino, i tecnici e gli esperti del Politecnico e di altri organismi coinvolti nella progettazione.
Abbiamo convocato l’incontro nella sede di corsi Inghilterra per prendere contatto con sindaci, assessori e responsabili degli uffici tecnici comunali e spiegare loro la filosofia e gli obiettivi di un progetto che ha l’ambizione di risistemare in prospettiva pluridecennale un territorio che presenta notevoli fragilità. - spiega il Vicesindaco Marocco - L’unità Tutela del territorio del nostro Ente opera a supporto dei Comuni compresi nel territorio metropolitano e delle strutture interne alla Città metropolitana, occupandosi in prevalenza di azioni di stimolo e coordinamento nel campo della pianificazione territoriale di settore rivolta alle Zone omogenee, di supporto tecnico agli Enti Locali nelle funzioni ambientali e in materia di cave e torbiere, di presidio e sviluppo delle relazioni tra il territorio e le strutture specializzate dell’Ente, di assistenza tecnico-specialistica agli Enti Locali”.
Tra gli amministratori che erano presenti alla riunione il Sindaco di Chivasso, Claudio Castello, secondo cui “la progettazione avviata dalla Città Metropolitana è molto importante per risolvere le criticità in particolare della frazione Pratoregio. Come Comune ci siamo dotati di un sistema di allerta per proteggere questa porzione del nostro territorio comunale, in cui vivono circa 500 persone e sono presenti impianti di betonaggio e di estrazione di ghiaia dal torrente”.
Agli amministratori e ai tecnici comunali sono stati illustrati i macro interventi necessari al miglioramento delle condizioni di sicurezza idraulica e dell’assetto morfologico e ambientale, secondo i criteri indicati dall’Autorità distrettuale del Po e in attuazione del programma generale di gestione dei sedimenti-stralcio torrente Orconel tratto tra Cuorgnè e Chivasso, approvato con una delibera della Giunta regionale del 23 dicembre 2010. Il programma scaturisce da un accordo tra Agenzia Interregionale per il fiume Po, Autorità distrettuale del Po e Regione Piemonte, prevedendo interventi di apertura o riapertura di alvei abbandonati dal torrente e di rinforzo o mantenimento delle opere di difesa idraulica. L’obiettivo è di realizzare un alveo pluricursale, che attutisca l’effetto delle piene. Il Programma generale è attuato mediante programmi operativi di intervento, redatti dalla Regione Piemonte.
Il primo programma prevede sul tronco 2 dell’Orco l’intervento 2-A4 nel Comune di Chivasso sulla sponda destra in prossimità dell’abitato di Pratoregio e l’intervento 2-A1 tra i Comuni di Montanaro e Chivasso dalla località Cascina Bruciata fino a monte dell’ansa in prossimità dell’abitato di Pratoregio.
Sul tronco 3 sono previsti l’intervento 3-A2 nel Comune di Montanaro a monte dell’abitato di Cascina Bruciata e l’intervento 3-A1 a San Benigno Canavese a valle dell’attraversamento autostradale dell’A5 Torino-Aosta. Il tronco 7 è interessato dall’intervento 7-A1 a valle dell’abitato di Rivarolo Canavese.
Nel dicembre scorso la Regione e la Città Metropolitana di Torino hanno stipulato una convenzione che individua l’Ente di area vasta come stazione appaltante e responsabile della progettazione degli interventi fino al livello esecutivo. Di tale progettazione si occuperà la Direzione azioni integrate verso gli Enti Locali, per quanto possibile servendosi di personale interno e, se necessario, affidando incarichi e consulenze esterne.
Durante l’incontro sono ricordati gli adempimenti ai quali andranno incontro i Comuni, per consentire l’esproprio di alcune aree golenali interessate dai lavori. Prima di avviare le procedure di esproprio e adottare le Varianti ai Piani regolatori comunali necessarie per l’avvio dei cantieri occorrerà aggiornare la cartografia delle aree esondabili durante le piene ordinarie. L’aggiornamento delle mappe catastali consentirà di prevedere il frazionamento delle proprietà private che dovranno essere parzialmente espropriate.

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Le opere di compensazione previste a seguito della costruzione del termovalorizzatore del Gerbido nel territorio della Città di Rivoli sono state destinate dall’amministrazione comunale alla borgata Tetti Neirotti, che si trova in un’area a prevalente vocazione agricola, ad ovest della tangenziale di Torino e a sud rispetto al centro storico.
Gli interventi deliberati dal Comune di Rivoli e finanziati dalla
società TRM sono stati distinti in due lotti, in modo da poter iniziare i lavori nelle aree pubbliche già disponibili.
La prima tranche di lavori ha interessato l’area a verde pubblico attrezzato lungo strada Moncalieri, confinante con le scuole comunali e il centro della borgata. È invece in corso la progettazione dei collegamenti ciclopedonali in borgata Tetti Neirotti e lungo Strada Antica di Moncalieri e Via alla chiesa.
Come spiega il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, “questi ultimi lavori sono compresi nel Piano strategico di azione ambientale della Città di di Rivoli, che ha a suo tempo stipulato una convenzione con l’allora Servizio Assistenza Tecnica agli Enti Locali della Città Metropolitana di Torino – oggi Direzione azioni integrate con gli Enti locali - per la progettazione preliminare ed esecutiva e per la successiva direzione dei lavori”.
La realizzazione del primo lotto dell’area verde pubblica è iniziata nel 2018 e terminata nel giugno 2019. I lavori sono stati collaudati nel mese di agosto e sono costati circa 330.000 Euro. Il primo lotto di intervento prevedeva di attrezzare l’area verde con giochi, arredo urbano, illuminazione pubblica, etc. e di realizzare anche una piazzetta di incontro, percorsi ciclo-pedonali di collegamento diretto da e verso il centro della borgata e un parcheggio a servizio delle scuole, della palestra e dei nuovi giardini.
Trattandosi di interventi di compensazione ambientale, il tutto doveva avvenire nella maniera più armonica con l’ambiente naturale. Ecco perché
i vialetti ciclo-pedonali, la piazzetta, il parcheggio, sono stati pavimentati con materiali naturali e drenanti, armonizzandosi con l’ambiente per tonalità cromatiche e mantenendo l’area in prevalenza a prato. Per le nuove alberature sono state scelte specie autoctone, mentre per delimitare l’area è stata realizzata una siepe naturaliforme e autoctona, attrattiva per alcune specie di uccelli e non solo. Le staccionate e le cordolature sono state realizzate in legno di castagno; gli arredi e i giochi, per garantire la durata nel tempo, sono in plastica riciclata. L’illuminazione pubblica utilizza lampade a tecnologia led.
I percorsi ciclopedonali si articolano all’interno dell’area lambendo la piazzetta e raggiungendo l’area del plesso scolastico. Sono stati concepiti in modo che possano poi congiungersi con i collegamenti ciclopedonali previsti nel secondo lotto, sia nell’area agricola limitrofa sia lungo Strada Moncalieri e Strada nuova Tetti.
Una volta riqualificata e risistemata, l’area diventerà attraente e interessante sia per i residenti sia per coloro che provengono dai territori vicini e ne possono usufruire per svago o per attività sportive. La realizzazione di un parcheggio era inoltre una delle esigenze tenute in considerazione dall’amministrazione comunale, mancando uno spazio per la sosta in prossimità della scuola e della palestra.
In aggiunta a quanto previsto nel progetto elaborato dai tecnici della Direzione azioni integrate con gli Enti locali, è stata prevista un’area per lo sgambamento dei cani, utilizzando le somme a disposizione del Comune nel quadro economico dell’opera e su richiesta della cittadinanza. Il parco così strutturato potrà ancora accogliere in futuro funzioni e pratiche oggi non ancora realizzate ma certamente possibili: ad esempio piastre gioco polivalenti e un’area attrezzata per il pic-nic.

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L’amministrazione comunale di Chieri, portando avanti un progetto di ottimizzazione dell’uso degli edifici scolastici presenti nel quartiere Maddalene, ha deciso nel 2017 di adibire l’edificio che ospitava l’asilo nido “Bambi” a scuola dell’infanzia per tre sezioni, liberando così gli spazi necessari alla scuola primaria nell’edificio di via Bonello.
Il Comune ha chiesto all’allora servizio Assistenza tecnica agli Enti locali della Città Metropolitana – oggi direzione Azioni integrate – di progettare la ristrutturazione del fabbricato e la manutenzione straordinaria dei locali della scuola di via Bonello.
La Direzione Azioni integrate con gli Enti locali ha portato a termine in tempi rapidi la progettazione preliminare e quella esecutiva, curando poi la direzione dei lavori. - spiega il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, che ha le deleghe all’assistenza agli Enti locali e ai rapporti con il territorio e i cittadini - La ristrutturazione dell’edificio scolastico di via Fratelli Cervi e la sua conversione a scuola dell’infanzia è costata 400.000 Euro, è iniziata nel 2018 ed è terminata nel maggio scorso. Ancora una volta si dimostra quale ruolo importante la Città Metropolitana di Torino può giocare a sostegno dei Comuni del territorio, con azioni concrete che mettono in campo le risorse umane e professionali del nostro Ente”.
La procedura di collaudo ha consentito l’ottenimento dell’agibilità nel mese di agosto. I lavori hanno riguardato anche l’adeguamento sismico della scuola. Si è anche proceduto alla riqualificazione termica dell’involucro, con l’isolamento termo-acustico di pareti, serramenti e copertura. Sono stati rifatti integralmente l’impianto elettrico e idraulico, i servizi igienici e le finiture interne. L’edificio rinnovato è ora completamente adeguato alle normative vigenti. Il Comune di Chieri, appena avuta la disponibilità dell’edificio scolastico, ha eseguito durante l’estate altri piccoli interventi di riqualificazione e manutenzione dell’area esterna di pertinenza della scuola, provvedendo inoltre alla pulizia e all’arredo degli spazi interni e consentendo l’utilizzo dell’edificio in tempo per l’inizio dell’anno scolastico.

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Era un’esigenza sentita da tempo quella di posizionare un dissuasore alla velocità sulla Strada Provinciale 119 di Moriondo, che divide in due il centro abitato di Andezeno. Un’esigenza che nel maggio del 2018 il Comune ha segnalato ufficialmente alla Città Metropolitana di Torino, presentando una richiesta di assistenza tecnica per la realizzazione di una piattaforma rialzata in prossimità dell’incrocio con le vie laterali Cesole e Piovano. Il progetto redatto dai tecnici della Direzione azioni integrate con gli Enti locali ha previsto dimensioni compatte della piattaforma, dovendo includere due strade comunali laterali che si innestano sulla direttrice della strada provinciale.
La piattaforma realizzata nei mesi scorsi migliora la sicurezza del traffico veicolare e pedonale nel centro abitato ed è stata oggetto di un progetto di fattibilità tecnica ed economica consegnato dalla Direzione azioni integrate al Comune di Andezeno nel dicembre 2018. L’amministrazione locale ha sviluppato in breve tempo i successivi livelli di progettazione, riuscendo ad appaltare l’opera e a realizzarla in pochi mesi. L’importo complessivo dell’intervento era stato quantificato in 23.485,81 Euro.

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Lunedì 30 settembre la cittadinanza e le associazioni locali di Chiusa San Michele sono invitate a un incontro, organizzato dall’amministrazione comunale, in cui sarà presentato il progetto per il nuovo Ostello del Pellegrino, redatto dai tecnici della direzione Azioni integrate con gli enti locali della Città metropolitana di Torino. La riunione si terrà alle 21 nel Salone polivalente di Chiusa San Michele.
Si tratta dell’intervento di restauro e risanamento conservativo di un immobile acquisito dal Comune nel 2008, che diventerà un centro polifunzionale con ostello e bar. Il fabbricato ha un ampio giardino di pertinenza e sorge nelle vicinanze di piazza della Repubblica. La ristrutturazione dell’edificio costerà 710.000 euro, di cui 600.000 coperti da un finanziamento regionale e i restanti 110.000 stanziati dall’amministrazione comunale.
Nelle intenzioni del Comune, la struttura diventerà un importante
posto tappa sulla Via Francigena. L’amministrazione comunale di Chiusa di San Michele ha quindi richiesto alla Città metropolitana di Torino l’assistenza tecnica per la redazione del progetto, che è stato trasmesso al Comune dai tecnici della direzione azioni integrate il 12 settembre scorso.
Il 30 settembre, gli stessi tecnici metropolitani illustreranno ai presenti le caratteristiche del progetto. Il fabbricato si eleva per tre piani fuori terra e ha un impianto a manica semplice, derivante dall’accostamento di tre locali per piano, con interposto un vano scala. Lunghi ballatoi caratterizzano la facciata principale: il primo è in pietra, il secondo in legno. L’amministrazione comunale ha anche richiesto la progettazione della risistemazione di un parco esterno, nel quale saranno disponibili angoli per la lettura all’aperto e spazi per eventi nel periodo estivo. L’ostello comprenderà sei camere doppie-matrimoniali dotate di servizi igienici, di cui due a disposizione dei disabili.

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I tecnici della Direzione azioni integrate con gli Enti locali della Città Metropolitana di Torino hanno completato il progetto della ristrutturazione di un immobile acquisito dal Comune di Chiusa San Michele nel 2008, che diventerà un centro polifunzionale con ostello e bar. Il fabbricato ha un ampio giardino di pertinenza e sorge nelle vicinanze di piazza della Repubblica. La ristrutturazione dell’edificio costerà 710.000 Euro, di cui 600.000 coperti da un finanziamento regionale e i restanti 110.000 stanziati dall’amministrazione comunale di Chiusa di San Michele.
Nel 2016 è stato redatto il progetto per un primo stralcio funzionale, per il quale è stato richiesto un finanziamento regionale, concesso il 5 ottobre 2018 per la realizzazione dell’Ostello Pellegrini, disciplinato da una convenzione firmata il 3 aprile scorso, che prevedeva la consegna entro 180 giorni dalla firma di un progetto di fattibilità tecnica ed economica. Nelle intenzioni del Comune, la struttura diventerà un importante posto tappa sulla Via Francigena, percorsa ogni anno da molti escursionisti interessati alle bellezze naturalistiche e architettoniche della Valle di Susa, in primis la Sacra di San Michele, che sorge sul monte Pirchiriano, a picco sull’abitato di Chiusa. L’amministrazione comunale di Chiusa di San Michele ha quindi richiesto alla Città metropolitana di Torino l’assistenza tecnica per la redazione del progetto, che è stato trasmesso al Comune dai tecnici della Direzione azioni integrate il 12 settembre scorso.
Il recupero del vecchio edificio residenziale prevede un intervento di restauro e risanamento conservativo che rispetta la normativa regionale sugli ostelli e gli indirizzi sul recupero del patrimonio escursionistico, allo scopo di valorizzare le realtà locali con l’incentivazione di un turismo sostenibile. È previsto inoltre che i locali del pianterreno ospitino un bar aperto al pubblico, ovviando alla carenza di locali di somministrazione nel centro storico di Chiusa San Michele. Essendo di proprietà pubblica e più vecchio di 70 anni, l’edificio residenziale in muratura portante è tutelato dal Codice dei beni culturali e del paesaggio ed è pertanto necessaria una speciale autorizzazione in sede di progettazione definitiva. In base ai recenti saggi, la muratura è risultata in pietrame disordinato (ciottoli e pietre erratiche irregolari) legato da malta di calce. Il fabbricato ha un impianto a manica semplice, derivante dall’accostamento di tre locali per piano, con interposto un vano scala. Si eleva per tre piani fuori terra, oltre a una porzione cantinata. La distribuzione interna avviene con ambienti passanti e mediante ballatoio, non essendovi corridoi né disimpegni. Proprio i lunghi ballatoi caratterizzano la facciata principale, che percorrono per tutta la lunghezza; il primo è in pietra, il secondo in legno. L’amministrazione comunale ha anche richiesto la progettazione della risistemazione di un parco esterno, nel quale saranno disponibili angoli per la lettura all’aperto e spazi per eventi nel periodo estivo. L’ostello occuperà il primo e il secondo piano e avrà una gestione unitaria con il bar del pianterreno, con uso promiscuo di alcuni spazi. L’ostello comprenderà sei camere doppie-matrimoniali dotate di servizi igienici, di cui due a disposizione dei disabili. I bagni sono stati localizzati tutti verso il lato nord del fabbricato, dotandoli di aerazione forzata come consentito dalle norme di settore, per lasciare alle camere il godimento della luce e dell’affaccio sul giardino.

Uno dei requisiti fondamentali che il progetto ha dovuto rispettare è quello dell’accessibilità dell’edificio, che, come spesso accade nei fabbricati di vecchia costruzione, non è facile da ottenere intervenendo semplicemente sull’esistente. Fortunatamente il pianterreno è già accessibile dall’esterno senza gradini intermedi, per cui sarà sufficiente ricostruire il camminamento esterno con i criteri di larghezza e pendenza dettati dalle norme. La distribuzione interna del pianterreno che ospiterà il bar sarà coerente con la normativa, con la realizzazione di un bagno accessibile. L’accesso ai piani superiori e gli spazi di manovra che devono essere garantiti nei passaggi tra i vari ambienti, in quanto il fabbricato è troppo piccolo per poter inserire un elevatore interno e i ballatoi sono troppo stretti per le manovre delle carrozzine. Si è quindi optato per la realizzazione di un vano ascensore esterno, addossato al fronte ovest mediante un vero e proprio piccolo ampliamento, o meglio, un prolungamento dell'edificio, che mantiene gli allineamenti secondo la logica tradizionale dei lotti edificati di Chiusa di San Michele. Il vano ascensore sarà in struttura metallica, accostato al fabbricato in muratura e autonomo rispetto ad esso, potenzialmente reversibile. Ai disabili sarà garantito un accesso alle stanze direttamente dallo sbarco dell'ascensore, realizzando le nuove porte in corrispondenza degli armadi a muro esistenti su questo lato dell’edificio e quindi con la semplice rimozione del loro tamponamento. Le stanze per i disabili saranno allestite in modo da risultare completamente a norma per quanto riguarda servizi igienici e arredi.

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Nel tentativo di risolvere un annoso problema di viabilità che affligge l’abitato di Front da più di vent’anni, nell’ottobre scorso il Sindaco ha richiesto agli uffici dell’allora Servizio Assistenza tecnica della Città Metropolitana di Torino la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica di una nuova circonvallazione del centro abitato in variante alla Strada Provinciale 13. Il restringimento di carreggiata di via Salvatore Mura sulla Provinciale 13 di Front è da anni oggetto di dibattito a livello locale.
Tra i tentativi di risoluzione del problema ipotizzati negli ultimi anni figura l’inserimento della circonvallazione di Front nello studio di un tracciato alternativo alla Provinciale 460 del Gran Paradiso. La strettoia condiziona pesantemente la scorrevolezza del traffico fra Torino, Cuorgnè e le valli del Canavese. L’infrastruttura stradale oggetto del progetto della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali inizia dall’innesto sulla Provinciale 13 al km 11+600 in direzione nord-est e si ricollega alla 13 al km 12+500, evitando l’attraversamento del centro abitato di Front, soprattutto quello dei mezzi pesanti, che devono transitare su una carreggiata stretta e causano un forte inquinamento acustico e atmosferico. Una viabilità alternativa esterna consentirebbe di migliorare l’accessibilità al centro abitato e la sicurezza per i pedoni e i ciclisti, diminuendo l’impatto ambientale del traffico motorizzato.
Il nuovo tracciato ipotizzato dai tecnici della Città metropolitana attraversa aree boscate, prati e seminativi e si collegherebbe alla viabilità provinciale a nord attraverso la rotatoria già esistente all’incrocio tra Provinciale 13 e viale Unità d’Italia. A sud-ovest, oltre il cimitero e prima del bivio con la Provinciale 39 di Rivarossa, è prevista una rotatoria di intersezione per collegarsi alla viabilità provinciale e comunale. Il nuovo tracciato comporta la realizzazione di indispensabili opere d’arte: un ponte di attraversamento del Rio Secco, difese spondali, passaggi idraulici, muri di sostegno e barriere acustiche. Il percorso interessa un territorio sensibile sia dal punto vista idrografico che ambientale, per la presenza di corsi d’acqua a carattere torrentizio, aree boscate e un terrazzamento naturale.
La particolarità dell’abitato di Front è la presenza di arterie viabili che lo collegano a tutto il Canavese, al Ciriacese, a Torino e alle Valli di Lanzo, le quali confluiscono tutte al centro del paese, generando un intenso traffico di mezzi pesanti. Tale traffico mette in difficoltà una viabilità comunale che non è dotata di marciapiedi e di ciclopiste. Un monitoraggio del traffico in via Borello, sull’asse della Strada Provinciale 13, affidato dal Comune a uno studio privato ed effettuato tra il 21 e il 24 ottobre 2013, ha generato dati eloquenti: 18.397 passaggi in quattro giorni, con un traffico giornaliero medio di 6.242 veicoli. Se si considera che nel Canavese occidentale hanno sede 240 aziende del settore dello stampaggio a caldo e delle lavorazioni meccaniche, è chiaro che la domanda di mobilità di merci e di persone rende obsoleta la viabilità attuale, in uno dei poli nazionali più importanti del settore.
Gli ambiti di studio di rilevanza tecnica emersi nel progetto sono tre: la strada, la rotatoria e le opere d’arte e di difesa spondale. Il progetto prevede una strada extraurbana secondaria di categoria C2 lunga 840 metri e larga 9,5, con due corsie larghe 3,5 metri e una banchina di 1,25 metri. La rotatoria a quattro bracci di tipologia compatta sulla Provinciale 13 ha un diametro esterno di 40 metri, un raggio giratorio esterno di 20 metri e un raggio giratorio interno di 12. L’anello è largo 8 metri, con una corsia da 6 e banchine da 2 metri. La variante attraversa aree individuate a media probabilità di alluvione (Fascia B).
Il ponte sul Rio Secco ha una luce di 30 metri ed è prevista la realizzazione con elementi scatolari prefabbricati da prevedersi all’interno del corpo stradale, scogliere rivegetate, mantellate in massi a protezione del rilevato, un muro in cemento armato controterra lungo 60 metri a sostegno del terrazzamento naturale, nel tratto in trincea; una barriera acustica in pannelli fonoisolanti e fonoassorbenti lunga 80 metri.
Lo studio progettuale trasmesso al Comune di Front il 16 luglio scorso prevede una spesa di 1.730.000 Euro, con oneri di sicurezza per 103.800 euro. I lavori in appalto ammontano quindi ad 1.833.800 Euro. La somma a disposizione della stazione appaltante è di 441.200 Euro, per cui l’importo totale del progetto è di 2.275.000 Euro.

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A Torre Pellice è finalmente tempo di inaugurare il nuovo ponte della Bertenga, i cui accessi da entrambe le sponde crollarono nel novembre 2011. L’appuntamento è per le 10,45 di sabato 27 luglio, alla presenza del Sindaco Marco Cogno e dell'intera amministrazione comunale, del Vicesindaco metropolitano Marco Marocco e dei vertici della Giunta e del Consiglio Regionale.
Le opere sono state progettate dal Servizio Assistenza Tecnica agli Enti locali della Città Metropolitana di Torino, che dal 1° gennaio 2019 ha assunto la denominazione di Direzione Azioni integrate Enti locali.
Come ricorda il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, “cittadini e amministratori locali hanno ben vivi nella memoria i danni e l’angoscia provocati dal Pellice quando, nel 2008, 2010 e 2011, uscì dall’alveo ordinario, danneggiando in parecchi tratti le strade del fondovalle, con scalzamenti, erosioni del sedime e danneggiamento dei ponti, primo fra tutti quello della Bertenga”. A monte del ponte, sia sulla sponda destra che su quella sinistra, la furia delle acque provocò l’erosione della massicciata stradale e la riattivazione di quello che i tecnici chiamano il “paleoalveo”, cioè l’alveo che il torrente occupava secoli o millenni fa. Come detto, nel novembre 2011 i due accessi al ponte, già messi a dura prova dagli eventi alluvionali del maggio 2008 e dell’ottobre-novembre 2010, crollarono, isolando le frazioni dell'inverso di Torre Pellice dal capoluogo e dagli altri Comuni della valle. L’alluvione del novembre 2011, seppur di intensità non eccezionale, causò il crollo definitivo di una struttura che gli eventi precedenti avevano pesantemente compromesso. L’amministrazione comunale decise di ricostruire un nuovo ponte, adeguato idraulicamente e strutturalmente alla situazione creata dalle tre alluvioni succedutesi in quattro anni.
“Risale al luglio del 2013, - spiega il Vicesindaco Marocco - la stipula di una convenzione tra Regione Piemonte, Provincia di Torino e Comune di Torre Pellice con cui si coordinavano delle attività volte alla realizzazione dell’opera, determinandone i tempi e i costi di attuazione e le modalità del finanziamento”.
Il primo lotto dell’opera, che si inaugura sabato 27 luglio, comprendeva le opere strutturali del nuovo ponte a tre campate lungo 143 metri: le fondazioni, le pile, le spalle, l’impalcato a struttura mista in acciaio corten e la soletta in calcestruzzo armato. L’impalcato poggia sulle opere d’arte sottostanti tramite isolatori elastomerici, che servono ad attenuare gli effetti dei terremoti sull’impalcato, disaccoppiando le frequenze del sisma trasmesse alle pile e alle spalle dalle frequenze della struttura dell’impalcato, per evitare fenomeni di risonanza. Il primo lotto prevedeva poi le opere stradali: rilevati di accesso all’impalcato, barriere, asfalti e urbanizzazioni. Nel lotto erano comprese anche le opere di disalveo e ricalibratura dell’alveo, le mantellate antierosive per la difesa idraulica dei rilevati, le scogliere di difesa spondale a protezione delle spalle del ponte, la demolizione della vecchia infrastruttura. Il cantiere è stato consegnato alla ditta appaltatrice il 28 agosto 2017 ed è stato completato nella scorsa primavera. Al netto del ribasso, l’importo dei lavori è di 2.300.000 Euro. A seguito di fenomeni imprevisti causati da una piena del Pellice, durante lo scorso inverno i lavori sono stati sospesi per la redazione di una perizia di variante. Nei mesi primaverili sono state completate le opere di finitura stradale: asfalti, sicurvia e sottofondi.
“La Direzione azioni integrate con gli Enti locali, - spiega il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco - ha poi preso in caricola progettazione esecutiva e la direzione lavori del secondo lotto, la cui realizzazione è possibile grazie all’utilizzazione del ribasso del 30,37% rispetto all’importo a base d’asta del primo”. Il secondo lotto, che andrà in appalto nei prossimi mesi, prevede le opere accessorie di completamento dell’opera e di naturalizzazione delle aree: completamento delle difese spondali, ripristino del parco della Bertenga sulla sponda sinistra del Pellice, realizzazione di un’area attrezzata, naturalizzazione della sponda sinistra sotto il muro di cinta del cimitero, rimozione del guado provvisorio, ripristino definitivo dell’alveo nella sua configurazione di progetto finale.

Assistenza ai Comuni

Su richiesta del Comune di Vaie, la Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città Metropolitana di Torino ha curato il progetto di un edificio che dovrebbe ospitare la scuola primaria e quella dell’infanzia. La realizzazione del nuovo plesso scolastico consentirebbe al Comune di disporre di un edificio adeguato e conforme agli standard normativi e di idonei spazi esterni. Negli attuali edifici scolastici, già adeguati sismicamente e a norma dal punto di vista delle barriere architettoniche, verrebbero trasferiti gli uffici comunali, attualmente ospitati in un edificio funzionalmente inadeguato. L’amministrazione comunale intende realizzare il nuovo plesso scolastico in un nuovo comparto edilizio previsto dal Piano Regolatore, non distante dalla scuola esistente e dal concentrico e destinato a ospitare sia edifici scolastici che residenze private. Il Comune è proprietario di parte dell’area, che sarà oggetto di un PEC, un Piano Esecutivo Convenzionato, grazie al quale l’amministrazione locale si accorderà con i proprietari privati, che cederanno alcune aree da destinare alla realizzazione di una strada, di parcheggi e di verde pubblico.
Il Comune ha richiesto alla Direzione Azioni integrate della Città metropolitana la progettazione e lo studio del nuovo insediamento, con lo sviluppo planimetrico complessivo dell’intera area: viabilità interna, area a verde, parcheggio, edificio scolastico, lotto di pertinenza privata sul quale ipotizzare in via di fattibilità l’edificio da realizzare nel rispetto di quanto previsto dal Piano Regolatore. I progettisti della Città metropolitana hanno elaborato a fine 2018 un primo studio di fattibilità dell’intera area, con la previsione di due possibili alternative progettuali. Il Comune ha comunicato all’inizio del febbraio scorso la soluzione scelta.
La proposta progettuale si è basata su alcuni concetti base: scelte architettoniche bio-climatiche, efficienza energetica, facilità di accesso e accessibilità alle persone diversamente abili, spazi a misura di studente con il comfort e la sicurezza degli ambienti. Uno degli aspetti dirimenti è stata la sostenibilità ambientale dal punto di vista energetico, con la possibilità di impiegare materiali naturali per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. Sono stati anche curati la gradevolezza e il comfort degli ambienti, in riferimento all’esposizione, all’acustica, all’illuminazione naturale e artificiale, al comfort termico e al risparmio energetico.
Il costo complessivo del nuovo polo scolastico e delle aree esterne entro il lotto scolastico è stato sommariamente stimato in 4.139.000 Euro, per un totale dell’importo dei lavori di 3.444.000 euro.

I CRITERI DELLA PROGETTAZIONE

Per la stesura del progetto di fattibilità tecnica ed economica sono state prese in considerazione le principali esigenze espresse dall’amministrazione comunale:
- progettazione del nuovo complesso scolastico prevedendo la continuità tra una scuola dell’infanzia con due sezioni e una scuola primaria con cinque classi, con la possibilità di condividere l’utilizzo di alcuni spazi comuni
- previsione di spazi che soddisfino adeguatamente gli standard previsti e razionalizzazione nell’utilizzo dei locali
- progettazione di spazi sicuri, adeguati alle normative, flessibili e adatti alle attuali esigenze didattiche
- sostenibilità ambientale ed efficienza energetica dell’edificio scolastico, con l’impiego di materiali naturali e di energie rinnovabili, comfort degli ambienti che tenga conto della posizione, del soleggiamento, dell’esposizione, dell’acustica, dell’illuminazione naturale e artificiale, del comfort termico e del risparmio energetico
- elaborazione di una soluzione economicamente sostenibile.
La proposta progettuale sviluppa inoltre alcuni presupposti: individuazione di ambiti con funzioni specifiche secondo le richieste dell’amministrazione comunale, versatilità e condivisione di luoghi e ambienti, previsione di spazi a misura di studente,scelte architettoniche bio-climatiche, efficienza energetica, facilità di accesso e accessibilità per le persone disabili, comfort e sicurezza degli ambienti.
Il complesso scolastico proposto si articola su due livelli fuori terra per quanto riguarda la scuola primaria e su un unico piano terra per la scuola dell’infanzia. Non sono previsti piani seminterrati o interrati. Tutti i locali per le attività didattiche normali e specifiche della scuola primaria avranno un orientamento verso sud, così come le due sezioni dell’infanzia, con la possibilità di fruire di un ampio spazio giochi antistante. Sia i locali che gli spazi esterni saranno protetti con pensiline, porticati e frangisole. Il salone e il corridoio di distribuzione della scuola dell’infanzia si affacceranno su uno spazio aperto interno.
Gli spazi previsti per la scuola dell’infanzia sono: due nuclei costituiti ciascuno dall’aula per le attività ordinate a tavolino e le attività speciali, dal locale spogliatoio e dal locale servizi igienici; il salone per le attività libere e per i giochi collettivi; il locale per il riposo; un’aula aggiuntiva per le attività didattiche specifiche; il locale docenti con servizi igienici; lo spogliatoio per assistenti con servizi igienici; il deposito e la piccola lavanderia; l’infermeria; i servizi igienici adeguati per diversamente abili; un deposito per le attrezzature e un ripostiglio per il materiale per le pulizie. Gli spazi previsti al piano terra per la scuola primaria sono: l’atrio-ingresso, tre aule per attività didattiche normali (di cui una aggiuntiva rispetto al ciclo scolastico), un laboratorio multimediale-biblioteca, il locale per le attività integrative e parascolastiche (palestrina), lo spogliatoio per il personale con servizi igienici, i servizi igienici maschi-femmine e diversamente abili, un locale tecnico e un ripostiglio per il materiale utilizzato nelle pulizie. Al primo piano sono previsti: tre aule per attività didattiche normali, un laboratorio di informatica, un’aula insegnanti e archivio, l’infermeria, lo spogliatoio per il personale con servizi igienici, i servizi igienici e un vano tecnico. Gli spazi mensa-refettorio, comuni a tutte e due le scuole, sono previsti all’interno dello stesso blocco, collegato internamente e accessibile indipendentemente. Nel refettorio ci sarà la possibilità di diversificare gli arredi e gli orari di utilizzo. Il dimensionamento del refettorio prevede un unico turno di refezione alternato per tipo di scuola. Si prevedono anche separazioni che rendano fruibile a gruppi più ristretti il refettorio, aumentando il comfort acustico degli utenti e la flessibilità nell’utilizzo.

UN PROGETTO MODELLO PER IL FUTURO

Il progetto ha cercato di coniugare all’interno del nuovo plesso scolastico le esigenze dei due ordini scolastici, prevedendone la separazione e l’utilizzo esclusivo, con la possibilità di condividere l’utilizzo di alcuni locali. Tutte le tappe della progettazione di fattibilità si sono sviluppate con l’intento di contemperare le esigenze delle due scuole, nel rispetto del quadro normativo previsto per l’edilizia scolastica, del principio di buona gestione delle risorse pubbliche e delle esigenze dell’amministrazione comunale. Anche in questo caso la Direzione Azioni integrate con gli Enti locali ha concepito la progettazione come occasione per elaborare un modello e un esempio di edificio sostenibile per la collettività e per l’utenza. La forma del lotto a disposizione, derivante dallo studio complessivo dell’area PEC, la sua estensione, i vincoli ambientali e quelli normativi e le esigenze legate all’orientamento del fabbricato hanno determinato l’organizzazione planimetrica del lotto e degli spazi interni. Per raggiungere il plesso scolastico si dovrà prevedere un sistema organizzato di marciapiedi, che consentiranno ai pedoni provenienti dal centro del paese e dalla zona di recente espansione urbanistica di usufruire di percorsi sicuri.
Nell’ambito del PEC sono previsti due parcheggi, uno a sud e l’altro a nord, utilizzabili anche come area di carico e scarico per una sosta limitata agli orari di ingresso e uscita dalla scuola, che consentirebbe di interdire il traffico di fronte alla scuola. Dal parcheggio a nord è previsto l’accesso alle aree agricole. La struttura spaziale e volumetrica si percepisce esternamente come l’integrazione di un elemento a “L” articolato su due piani, che coincide con gli spazi della scuola primaria; un volume che si apre a raggiera e si sviluppa su un unico piano che ospita gli spazi della scuola dell’infanzia e i locali mensa-refettorio e un volume intermedio e centrale, con altezza intermedia e variabile, che contiene la sala per le attività collettive integrative e parascolastiche. La scuola dell’infanzia, le cui attività educative devono svolgersi a contatto con il terreno di gioco e di attività all’aperto, si sviluppa esclusivamente al piano terra, intorno a un giardinetto-spazio centrale scoperto interno, che verrà utilizzato per attività ludico-ricreative. L’ingresso, attraverso una bussola vetrata, conduce nel salone per le attività libere e l’atrio (l’agorà), che conduce con percorsi orizzontali a tutte le attività ordinate, alle attività pratiche, ai servizi igienici, al deposito, alla piccola lavanderia, al dormitorio e ai locali per il personale. Nelle due sezioni che costituiscono il luogo di riferimento e l’unità pedagogica, ognuna dotata di servizi igienici e locale spogliatoio con armadietti e sedute, trovano posto le attività ordinarie. La sezione potrà essere suddivisa con arredi o pareti mobili, per ottenere spazi dedicati. Le attività didattiche specifiche saranno svolte nello spazio dedicato e anche nel locale dormitorio, prevedendo lettini impilabili, armadi contenitori e sistemi mobili. Le attività ordinarie libere e specifiche potranno svolgersi in parte al chiuso e in parte all’aperto, poiché gli spazi saranno in stretta relazione con lo spazio esterno organizzato, prevedendo anche spazi coperti ma aperti, che svolgano il compito di mediazione tra l’aperto e il chiuso. A disposizione dell’infanzia ci sarà un cortiletto interno maggiormente riparato dal vento e dai rumori esterni, in cui si potranno creare zone-gioco e ricreative.
La scuola primaria, organizzata in due cicli didattici, prevede che tutte le aule del primo ciclo siano localizzate al piano terra a diretto contatto con lo spazio all’aperto. L’ingresso attraverso una bussola vetrata si apre su un ampio atrio che conduce orizzontalmente e verticalmente tramite la scala e l’ascensore ai vari spazi. Una seconda scala di sicurezza è prevista come avancorpo sul lato nord. Nella stecca a nord sono collocate le aule per le attività normali e per i laboratori-biblioteca, con affaccio a sud su di un porticato che funge da percorso coperto e da ombreggiamento, integrato con elementi frangisole orizzontali interposti fra i sostegni verticali. L’ampia scelta di materiali, che spaziano dall’alluminio al legno di varie specie, la ricca gamma cromatica e le diverse forme di profilatura delle pale consentiranno la massima personalizzazione architettonica, favorendo l’integrazione ottimale dei frangisole con la facciata dell’edificio. Le attività interciclo si potranno svolgere in relazione alla dislocazione di piano dell’aula ordinaria o rispetto all’attività specifica, eventualmente prevedendo pareti mobili per creare zone diversificate. La sala-insegnanti si trova al primo piano con un piccolo archivio. Su entrambi i piani sono previsti servizi igienici per gli alunni e per il personale. Il locale per le attività integrative e parascolastiche, una piccola “palestrina” attrezzata per l’attività ginnica della scuola primaria, occupa il volume centrale, con una copertura a doppia curvatura ad altezza variabile. Potrà essere utilizzato anche come teatrino per le recite scolastiche o piccoli spettacoli. Lo spazio è collegato con entrambe le scuole da un corridoio vetrato ed è dotato di due depositi per il ricovero delle attrezzature. Gli spazi mensa-refettorio, comuni alle due scuole, avranno accessi interni indipendenti e organizzati in base alle esigenze. Avranno anche un ingresso esterno esclusivo a servizio del personale addetto. I locali annessi prevedono, oltre alla mensa, una cucina per la preparazione o porzionamento, un deposito-dispensa e il locale spogliatoio con i servizi igienici per il personale. La posizione dei locali mensa consentirà facilmente il servizio di approvvigionamento dei pasti e delle derrate dall’accesso carraio principale.