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Cittàmetropolitana di Torino

#storiemetropolitane

La Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso per i 650 anni dalla nascita di Giacomo Jaquerio

Lungo un tratto dell'antica via Francigena, nella bassa Valle di Susa, tra i Comuni di Buttigliera Alta e Rosta, sorge la Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso. Il complesso architettonico, oggi di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano, è il protagonista di Storie metropolitane, la rubrica dedicata al racconto delle eccellenze del territorio curata dall'Ufficio stampa della Città metropolitana di Torino.

La nuova puntata, pubblicata sul canale Youtube al link https://youtu.be/y702JcHWtwY , sottolinea l'importanza artistica di Giacomo Jaquerio, il noto pittore piemontese che sabato 5 e domenica 6 aprile i Comuni di Buttigliera Alta, Rosta ed Avigliana, insieme alla Fondazione Ordine Mauriziano, celebreranno in occasione del 650° anniversario della sua nascita.

Sulla statale del Moncenisio in direzione di Avigliana, poco lontano da Rivoli, si apre sulla sinistra un breve viale di platani che termina su uno spiazzo dove sorge uno dei più pregevoli monumenti di arte medievale del Piemonte: la Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso. Il monumento risale al 1198, quando Umberto III di Savoia donò ai frati Antoniani un terreno su cui costruire un complesso che si prendesse cura dello spirito, negli spazi della chiesa, della sacrestia e del convento, e, nello stesso tempo, del corpo, nei locali dell'ospedale adibito al sollievo del cosidetto "fuoco di Sant'Antonio".

"Il toponimo attuale – spiega Marta Fusi, direttrice della Fondazione Ordine Mauriziano - deriva dal nome del canale, "ri invers", che scorre a ridosso del complesso. Il cuore della Precettoria è la chiesa, con la sua splendida facciata asimmetrica con trionfo di ghimberghe in terracotta e pinnacoli che, insieme all'abside slanciata, rappresentano l'esempio più evidente dell'anima gotica di Ranverso. Completano la struttura la sacrestia e il chiostro, anche se ad attirare l'attenzione dei visitatori è soprattutto il piccolo portico di accesso alla chiesa"

Lo spazio dell'ingresso, realizzato intorno alla metà del XIV secolo, è caratterizzato da volte a crociera rette da pilastri, sulle estremità dei quali si trovano curiose piccole sculture che decorano capitelli e mensole con teste umane e di animale e volti mostruosi. Le costruzioni vicine alla Chiesa costituiscono il concentrico, cioè il centro dell'antica vita di Ranverso. Qui il luogo più importante era l'Ospedale, o Spedale, di cui oggi è ancora possibile ammirare la facciata con decorazioni in terracotta del XV secolo.

"Nel presbiterio e nella sacrestia – commenta la direttrice Fusi - si conservano gli affreschi più importanti di Giacomo Jaquerio, pittore piemontese attivo dalla seconda metà del XIV secolo sino al 1453, anno della sua morte. Nel presbiterio a sinistra si trovano affreschi, uniche opere firmate dal pittore, come la Madonna in trono con Bambino e altri ritratti di profeti. A destra invece scene della Vita di Sant'Antonio attribuite ad una più generica "scuola di Jaquerio", nelle quali vengono spesso rappresentati maiali".

Il suino è infatti un elemento che ricorre molto spesso nell'iconografia legata a Sant'Antonio proprio per il largo uso che i monaci Antoniani facevano del grasso degli animali per la cura delle malattie cutanee legate al Fuoco di San'Antonio.

"Anche la cappella della sacrestia conserva affreschi di Jaquerio – prosegue Marta Fusi - Sulla volta sono raffigurati i quattro Evangelisti, ognuno dei quali è identificabile, grazie al simbolo che gli è proprio; sulla parete sud sono effigiati i santi Pietro e Paolo, a est l'Annunciazione, a nord la Salita al Calvario, a ovest la Preghiera nell'Orto degli Ulivi".
Posto sull'altare maggiore un capolavoro di Defendente Ferrari, ritenuto l'ultima opera del grande pittore piemontese attivo tra il 1510 e 1530: il polittico, al cui centro si trova la Natività con a destra San Rocco e San Bernardino da Siena e a sinistra Sant'Antonio e San Sebastiano.

"Occuparsi di un bene così prezioso – conclude la direttrice della Fondazione Ordine Mauriziano, Marta Fusi – è una bella sfida e una grande responsabilità. Noi lavoriamo per i figli dei nostri figli. Operare per un luogo storico, artistico e culturale come la Precettoria tocca molteplici aspetti: da una parte occorre garantire l'apertura e l'accessibilità della parte museale, e dall'altra, trovare risorse per il restauro e la conservazione. Grazie ad importanti finanziamenti l'intero tetto della manica conventuale è stato restaurato e stanno per partire i lavori che riporteranno allo splendore il Corridoio degli Stemmi. Inoltre, col finanziamento di 5 milioni di euro della Regione Piemonte, si recupererà l'antico Ospedaletto e la Cascina Bassa, che verranno utilizzati come strutture ricettive per ampliare l'offerta turistica del sito con la realizzazione di un punto di ristoro, di un ampio parcheggio per i visitatori e di una foresteria a servizio di chi percorre gli itinerari dell'antica Via Francigena.


Agricoltura in armonia nel pinerolese

Cascina Felizia a cui è dedicata la nuova puntata della rubrica "Storie metropolitane" curata dalla Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino è una cascina innovativa che coniuga in modo innovativo l'allevamento di polli con la sostenibilità.
Roberto Pons, il responsabile dell'azienda ovicola ha avviato una coltivazione di paulownie per favorire l'abbattimento dell'anidride carbonica, ma non solo l'impianto fotovoltaico sui tetti dei capannoni produce energia elettrica per il fabbisogno aziendale e l'eccesso viene ceduto alla rete.
Le deiezioni dei polli vengono inviate ad un biodigestore, anche in questo caso per la produzione di energia.
L'aspetto più interessante ai fini del reportage di "Storie metropolitane" sono le attività collaterali, come la fattoria didattica e le iniziative che fanno dell'azienda un polo di innovazione sociale e ambientale.

GALLERIA FOTOGRAFICA: #Storiemetropolitane Agricoltura in armonia nel Pinerolese

VIDEO: Agricoltura in armonia nel pinerolese (Durata: 03' 55")

(19 marzo 2025)

A Ivrea il Carnevale che racconta otto secoli di storia

Il Carnevale di Ivrea è un evento unico in cui storia e leggenda si intrecciano per dar vita a una grande festa dal forte valore simbolico.

La nuova puntata di Storie metropolitane racconta, attraverso le parole dei protagonisti, il Carnevale eporediese, famoso per la spettacolare Battaglia delle Arance, che quest'anno si svolge il 2, 3 e 4 marzo, ma che comprende anche un cerimoniale rigido e complesso, custode della tradizione.

Il Carnevale di Ivrea si svolge nell'arco di tempo compreso tra l'Epifania ed il mercoledì delle ceneri. Il canovaccio di fondo che guida la festa è legato alla leggenda della Mugnaia: una fanciulla di Ivrea, la quale, nel lontano Medioevo, avrebbe ucciso il signorotto locale per non sottostare allo jus primae noctis. La Mugnaia, vestita del candido saio di lana e con il frigio berretto sul capo, ripropone ogni anno, anche visivamente, l'affascinate leggenda.

Affianca la Mugnaia il personaggio del Generale, quest'anno impersonificato da Ulisse Falchieri.

Il Generale 2025, accompagnato da Matteo Chiantore, Sindaco della Città di Ivrea, da Gianni Girardi, magnifico Podestà, da Davide Luigi Diane, Sostituto del Gran Cancelliere e da Alberto Alma, Presidente della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea, giovedì 20 febbraio è stato accolto in Città metropolitana di Torino da Sonia Cambursano, Consigliera delegata al Turismo.

Un momento di scambio e condivisione di intenti per far continuare una tradizione che racconta otto secoli di storia e che, nel tempo, ha conquistato una rilevanza mondiale grazie alla spettacolare Battaglia delle Arance che coinvolge per tre giorni l'intera Città.

"Amministrare Ivrea nei giorni del Carnevale – commenta il sindaco Chiantore – è un lavoro totalizzante. Occorrerebbero 48 ore giornaliere per affrontare il coordinamento della macchina organizzativa che si mette in moto per liberare le strade, posizionare le protezioni ai palazzi, sgomberare piazze e modificare la viabilità". "Sono giorni – conclude il Sindaco  – complicati, ma allo stesso tempo entusiasmanti. Stiamo lavorando, grazie ad un ordine del giorno in Consiglio regionale presentato dal consigliere Alberto Avetta, per far rientrare lo Storico Carnevale di Ivrea nella classificazione di Grande Evento regionale, un passo formale che permetterebbe un riconoscimento del valore storico e culturale dell'evento eporediese".

Capo della festa è Ulisse Falchieri che, insieme alla Mugnaia, che verrà svelata sabato 1 marzo, sarà il protagonista dello Storico Carnevale 2025.

Ulisse Falchieri, entrato in carica di Generale il 6 gennaio scorso, classe 1957, ferrarese di nascita, nel 1979 si trasferisce con la famiglia ad Ivrea e sviluppa subito una passione per il Carnevale. Nel 1992 entra a far parte dello Stato Maggiore, esperienza rinnovata nel 1993. Nel 1994 è Alfiere dello Stato Maggiore. Nel 1996, insieme a un gruppo di amici, è tra coloro che si propongono per riorganizzare la gestione del servizio di portabandiera costituendo poi, nel 1998, l'Associazione Alfieri.

"Sono orgoglioso – spiega Ulisse Falchieri – di vestire il ruolo di Generale. Da quando mi sono trasferito a Ivrea ho sempre partecipato agli eventi carnevaleschi. Dietro all'organizzazione c'è una squadra impareggiabile e instancabile che supporta me e tutti i personaggi. Sono consapevole di ricoprire un ruolo importante. Sono il custode di tutti gli appuntamenti. L'avventura che sto vivendo è un sogno diventato realtà. Un sogno bellissimo!".

Per gestire un evento complesso come lo è lo Storico Carnevale di Ivrea occorre una struttura con un modello organizzativo efficiente che trova la sua concretizzazione nel 2009, con la costituzione, attraverso una delibera del Consiglio comunale di Ivrea, della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea.

"Ogni epoca ha consegnato al Carnevale – spiega Alberto Alma, Presidente della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea – qualcosa in cui si credeva o che lo rappresentava. Si è così costruito un complesso cerimoniale. Le fasi finali del Carnevale prevedono, lunedì 3 marzo, le Zappate degli Scarli delle Parrocchie di San Maurizio, Sant'Ulderico, San Lorenzo, San Salvatore e San Grato e martedì Grasso, 4 marzo, l'Abbruciamento degli Scarli.

Due momenti simbolici nei quale si celebra la festa della rinascita del tempo: festa dove il passato, il presente e il futuro annualmente si consumano per rigenerarsi".

GALLERIA FOTOGRAFICA: #Storiemetropolitane Storico Carnevale di Ivrea 2025

VIDEO: Storico Carnevale di Ivrea 2025 (Durata: 04' 45")

(25 febbraio 2025)

Premiata la pizza con il plaisentif

È il Plaisentif, il celebre formaggio delle viole prodotto in Val Chisone, uno degli ingredienti principe della "Mole Vesuviana", la pizza con cui Michela Carbone di Pianezza ha vinto a gennaio il campionato mondiale della pizza, disputato a Rimini.

"Era proprio un nostro desiderio affiancare nella pizza presentata in concorso le eccellenze gastronomiche della Campania e del Piemonte: i friarielli e la mozzarella da un lato, la salsiccia di Bra e il meraviglioso Plaisentif dall’altro, le cui peculiarità organolettiche erano esattamente quello che cercavamo per equilibrare gli altri gusti" ci ha spiegato Michela, mentre guarniva la sua profumatissima pizza, appena estratta dal forno, con una coreografica viola, a dare il tocco cromatico finale. Non è la prima affermazione importante in campo internazionale per Michela Carbone: due anni fa era già stata premiata con il riconoscimento "Miglior pizza chef donna 2023".

GALLERIA FOTOGRAFICA: Pizza al Plaisentif

VIDEO: Il Plaisentif per la pizza campione del mondo (Durata: 05' 36")

(06 febbraio 2025)


(01 aprile 2025)