Il nuovo codice di protezione civile

Il nuovo codice di protezione civile spiegato ai Sindaci

Affollata la partecipazione all’incontro formativo dedicato al nuovo codice di protezione civile –entrato in vigore il 6 febbraio scorso- che la Città metropolitana ha ospitato nell’Auditorium, organizzato nell’ambito del progetto “Forma Comune 2018”, il tour formativo di Anci Piemonte e Fondazione iFEL e rivolta agli amministratori e alle varie componenti istituzionali della protezione civile.

La giornata, dedicata al mattino all’illustrazione del nuovo disciplinare regionale per le allerte in corso di approvazione in Regione Piemonte, e al pomeriggio alla disamina del nuovo codice di protezione civile, è stata seguita anche in streaming da 585 persone, triplicando così il numero dei partecipanti all’iniziativa.

“Siamo orgogliosi di ospitare una giornata così importante per i territori”ha detto il vicesindaco metropolitano Marco Marocco all’apertura dei lavori “che rientra pienamente nelle nostre funzioni di assistenza ai Comuni e di sussidiarietà delle funzioni”.

Molte le novità introdotte dal nuovo codice, che spaziano dal rafforzamento delle funzioni del Servizio nazionale di protezione civile per rendere più efficaci gli interventi di urgenza, all’introduzione di procedure più rapide per definire lo stato di emergenza in accordo con i territori, dal potenziamento della fase di prevenzione e pianificazione mettendo ordine tra i diversi livelli di competenze a livello locale al miglioramento del ruolo del volontariato e alla valorizzazione della comunicazione ai cittadini.

“C’era un’esigenza profonda di rinnovare la normativa” ha detto Angelo Borrelli, capo Dipartimento della protezione civile “Perché nonostante la legge 225 del 1992 che ha istituito la protezione civile sia ancora oggi una buona legge, vi sono state profonde modificazioni dell’assetto istituzionale e numerosi provvedimenti in materia di protezione civile che dovevano trovare una forma più organica”.

Fra i più recenti cambiamenti istituzionali, per esempio, vi è la nascita delle Città metropolitane che entrano a pieno titolo fra le autorità di protezione civile anche se con qualche zona d’ombra sulle modalità in cui viene esercitata la competenza: “Il nuovo codice risponde a un quadro abbastanza esaustivo” ha replicato Borrelli “Ciononostante abbiamo un paio d’anni di tempo per portare correzioni alla legge e soprattutto devono essere emessi i decreti attuativi che permetteranno di fare chiarezza su molti punti”.

L’iter della legge e delle successive disposizioni è seguito in particolare da Fabrizio Curcio, ex capo Dipartimento della protezione civile che oggi ha un incarico presso la Presidenza del Consiglio. Curcio ha rivolto parole di lode al territorio piemontese, “virtuoso” nel mettere a punto un sistema integrato ed efficiente di protezione civile: “Non bisogna dimenticare che i primi passi la protezione civili li ha mossi proprio in Piemonte, nella devastante alluvione del 1994: qui ha preso il via il sistema di allertamento. E con un salto temporale, l’alluvione del 2016 che ha colpito Piemonte e Liguria, ha prodotto danni ben più limitati rispetto al 1994: di qui è possibile misurare quanti passi avanti abbia fatto la protezione civile”.