Tutti gli interlocutori sono impegnati ad individuare nel minor tempo possibile tutte quelle soluzioni tecniche che possono limitare l’impatto logistico ed economico della Variante sulle aziende agricole interessate dal tracciato.
I progettisti incaricati dalla Città metropolitana hanno spiegato che il tracciato individuato è il risultato di studi effettuati negli anni scorsi e di un’attenta analisi dei flussi di traffico attuali e ipotizzabili nei prossimi anni, sia sulla 460 che sulla viabilità provinciale che la incrocia facendovi confluire o raccogliendo flussi di veicoli. L’obiettivo della Variante è quello di liberare dal traffico pesante i centri abitati attualmente interessati dal traffico pesante nel tratto che da Lombardore sale verso Salassa, consentendo una più agevole circolazione dei veicoli industriali utilizzati per consegnare materiali negli stabilimenti industriali della zona e prelevare prodotti semilavorati o finiti nei medesimi stabilimenti.
I dati sui flussi di traffico analizzati dai progettisti dimostrano che le arterie stradali esistenti non riescono a sopportare un’intensità di transito che è destinata ad aumentare, a dipendenza dallo sviluppo delle attività industriali. La saturazione non sarebbe superabile adeguando l’attuale 460, perché non è possibile attraversare centri abitati con una strada che in alcuni tratti dovrebbe diventare a corsie separate.
Ripercorrendo metro per metro il tracciato ipotizzato nello studio di fattibilità, un agronomo che fa parte del gruppo dei progettisti ha già individuato alcuni possibili accorgimenti per diminuire l’impatto della nuova viabilità sulle colture agricole e per migliorare il reticolo delle canalizzazioni ad uso irriguo: ad esempio, sottopassi, nuove viabilità interpoderali, canali di irrigazione impermeabilizzati. La messa in sicurezza del territorio attraversato dal torrente Malone è un altro dei temi all’attenzione dei progettisti.
Città metropolitana, Sindaci del Canavese e Coldiretti concordano infine sull’importanza di una corretta valutazione del valore dei terreni che saranno espropriati e del danno aziendale che dovrà eventualmente essere compensato ad alcuni imprenditori agricoli: un tema non di stretta competenza della Città metropolitana, ma su cui è possibile avviare congiuntamente un confronto con la Regione Piemonte.
