Procede il lavoro di aggiornamento dello studio di fattibilità della Gronda Est, una infrastruttura che, riorganizzando la viabilità esistente nei Comuni della Collina Torinese e Chierese, sarà finalizzata a ridurre l’impatto del traffico pesante generato dall’esigenza di ridurre i tempi e i costi di percorrenza imposti dall’attuale sistema tangenziale del capoluogo subalpino.
Grazie ad un finanziamento regionale, la Città metropolitana di Torino ha affidato nei mesi scorsi allo studio Meta l’incarico di aggiornare lo studio di fattibilità, alla luce di analisi sui flussi di traffico e delle linee guida del PUMS, il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile.
Il metodo e l’approccio adottati per condurre la revisione e le prime proposte sulle caratteristiche tecniche che dovrà avere la nuova viabilità che dovrà essere realizzata sono stati illustrati nel corso di una riunione del tavolo che la Città metropolitana ha istituito per coinvolgere nelle scelte progettuali gli amministratori dei Comuni interessati all’infrastruttura. Come ha ribadito il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, che ha la delega ai lavori pubblici, la Gronda Est non avrà le caratteristiche e l’impatto ambientale di una tangenziale autostradale. La Città metropolitana, ha annunciato Suppo, ha già ottenuto dalla Regione un ulteriore finanziamento di 750.000 euro per la progettazione definitiva ed esecutiva dei lotti in cui saranno suddivisi i lavori.
Nei prossimi mesi i tecnici approfondiranno con gli amministratori locali e con la Città metropolitana le soluzioni progettuali di un’infrastruttura pensata per alleggerire l’impatto del traffico pesante, potenziando e migliorando la viabilità esistente e risolvendo anche alcune criticità derivanti dal traffico locale. Lo studio di fattibilità è basato su una stima di traffico di 25-30.000 veicoli al giorno sulla nuova viabilità. Nell’attuale fase di progettazione è ad esempio ipotizzata una circonvallazione a Gassino con tratti in galleria.
“L’idea di fondo è quella di delineare un sistema viario che accarezza la collina e non la aggredisce. - riassume il Vicesindaco Suppo – I tecnici incaricati dello studio di fattibilità ci hanno prospettato soluzioni innovative che garantiscono un impatto ambientale e paesaggistico limitato. Nel concreto: meno gallerie e viadotti possibile, ma anche tipologie viarie che variano a seconda delle zone attraversate e del volume di traffico ipotizzabile in quei singoli tratti. In taluni segmenti della Gronda Estpotrebbe essere necessario prevedere due carreggiate separate, con due corsie per ciascuno dei due sensi di marcia, mentre in altri può essere sufficiente prevedere corsie supplementari per consentire il sorpasso in sicurezza o realizzare le cosiddette corsie di arrampicata. I progettisti dovranno anche affrontare nel dettaglio, confrontandosi con gli amministratori locali, le interferenze con la viabilità locale e prevedere percorsi paralleli all’asse viario principale per l’utenza locale, i ciclisti, i mezzi agricoli, con intersezioni a rotatoria per consentire in alcuni punti l’immissione sull’asse viario principale. Dal punto di vista della Città metropolitana l’importante è che la Gronda Est venga progettata e realizzata a seguito di scelte condivise con il territorio, mantenendo l’equilibrio tra le necessità viabilistiche e la tutela di uno dei contesti ambientali di maggior pregio del territorio metropolitano”.