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Gestione della fauna ittica: nel fine settimana a Lanzo si sposteranno a monte i pesci presenti in un canale irriguo che utilizza le acque della Stura

Nei prossimi giorni, condizioni meteo permettendo, a Lanzo si procederà allo svuotamento di un tratto di un canale (della lunghezza di circa 10 km) utilizzato per il trasporto di acqua ad uso irriguo, prelevata sulla riva sinistra dal torrente Stura. Durante il percorso il canale alimenta quattro centraline per la produzione di energia elettrica. Il tratto interessato dallo svuotamento e dalle operazioni per la pulizia e la manutenzione dell'alveo inizia a Lanzo e attraversa i territori di alcuni Comuni a valle: Balangero, Mathi, Villanova, Nole e Ciriè. Si renderà necessario il recupero di tutti i pesci presenti nel corso d’acqua artificiale con l’utilizzo di elettrostorditori. L’operazione è stata programmata per venerdì 2 e sabato 3 ottobre e sarà effettuata dagli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino, in collaborazione con l'Associazione Tutela della Stura di Lanzo e con numerosi pescatori volontari.

“La cattura tramite elettrostorditore garantisce la migliore tutela per la salute degli animali. – precisa Gemma Amprino, Consigliera metropolitana delegata alla Tutela della fauna e della Flora - Negli anni nel corso di operazioni simili si è riscontrata una mortalità che non supera l'1%. I pesci, trasportati tramite vasche munite di ossigenatori, verranno liberati immediatamente nei torrenti Stura e Malone e nei loro affluenti”.

Vista l'assenza di predatori nel corso d’acqua, il canale viene utilizzato dal Consiglio "Valli di Lanzo" come “nursery” per l'accrescimento degli avannotti prodotti nell’incubatoio ittico locale. Come ogni anno, l’immissione degli avannotti nel canale è avvenuta nel mese di maggio ed, ora, dopo cinque mesi, è possibile catturare e spostare i pesci senza arrecare loro danni.

IL RUOLO DELLA CITTÀ METROPOLITANA PER LA TUTELA DELLA FAUNA ITTICA

Una produzione di oltre due milioni di avannotti di Trota Fario, Trota Marmorata e Luccio, che vengono immessi in primavera nei corsi d’acqua da cui, nell’anno precedente, erano stati prelevati i riproduttori idonei alla fecondazione artificiale. Sono numeri importanti quelli che sintetizzano l’attività svolta ogni anno nei tredici Incubatoi ittici che la Città Metropolitana di Torino gestisce, con la preziosa collaborazione delle associazioni locali dei pescatori, per salvaguardare la biodiversità delle popolazioni ittiche, tutelare le specie autoctone, evitare incroci impropri ed ovviare alla perdita di esemplari derivante dal deterioramento ambientale di alcuni corsi d'acqua.

Il sistema degli Incubatoi di valle è stato costituito a partire dalla metà degli anni ’80 ed è stato successivamente esteso alla pianura, al fine di potenziare alcune specie ittiche autoctone appartenenti alle famiglie dei Salmonidi (la Trota Marmorata), dei Timallidi (il Temolo) e degli Esocidi (il Luccio). Tali specie sono tipiche del bacino padano e negli ultimi anni sono andate incontro ad un processo di riduzione dell’areale di distribuzione, a cui si può ovviare con le operazioni di ripopolamento.

“La gestione degli incubatoi, - sottolinea la Consigliera metropolitana Gemma Amprino - sarebbe impensabile senza il volontariato organizzato nelle associazioni, che, in molti casi, si sono costituite proprio per avviare l’attività delle strutture di proprietà dell’allora Provincia (oggi Città Metropolitana), formalizzando in accordi scritti la collaborazione con l’Ente di area vasta per la produzione di materiale ittico da ripopolamento e le operazioni di tutela degli ecosistemi acquatici e gestione della fauna ittica”. Oltre a curare la cattura dei riproduttori, la fecondazione artificiale delle uova, la loro schiusa e il successivo svezzamento degli avannotti sino a 4-5 centimetri di lunghezza, i pescatori riuniti nelle associazioni recuperano i pesci di fiumi e torrenti nei casi in cui si verifichi un loro temporaneo prosciugamento. La collaborazione tra la Città Metropolitana e le associazioni piscatorie è regolata dalla Legge Regionale 37 del 2006 e dalle Linee di indirizzo per la tutela e gestione degli ecosistemi acquatici e l’esercizio della pesca, approvate dal Consiglio Provinciale il 21 febbraio 2012. Tali linee di indirizzo fissano la ripartizione del reticolo idrico provinciale in bacini gestionali, stabiliscono la zonazione ittica e la classificazione delle acque per la pesca, dettano le soluzioni tecniche per il potenziamento della fauna ittica, la gestione dell’attività della pesca e la tutela degli habitat acquatici.

LE ASSOCIAZIONI CHE COLLABORANO CON LA CITTA’ METROPOLITANA PER LA GESTIONE DEGLI INCUBATOI ITTICI:

- Incubatoio di Ceres: Associazione Sportiva Dilettantistica Tutela della Stura di Lanzo
- Incubatoio di Locana: Associazione Pescatori Riuniti dell’Alta Valle Orco
- Incubatoio di Luserna San Giovanni: Associazione per la tutela degli ambienti acquatici e dell’ittiofauna
- Incubatoi di Mattie e Oulx: Associazione Pescatori Valsusa
- Incubatoi di Perosa Argentina e Perrero: Associazione Pescatori Val Chisone e Germanasca
- Incubatoio di Porte: Associazione Pescatori Riuniti della Bassa Val Chisone e Lemina
- Incubatoio di Pont Canavese: Associazione Pescatori e Comuni Riuniti in Consiglio di
Valle Medio e Basso Torrente Orco
- Incubatoio di Quagliuzzo: Associazione Pescatori Bassa Val Chiusella
- Incubatoio di Trana: Associazione Sportiva Dilettantistica Sportiva Pescatori Consiglio di Valle della Val Sangone
- Incubatoio di Traversella: Gruppo Pescatori Sportivi Alta Val Chiusella
- Incubatoio di Carmagnola: Associazione Pescatori Carmagnolesi