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Il dolce “Caritôn” alla Sagra del Pane di Piobesi

La Sagra del Pane di Piobesi Torinese continua il suo percorso di crescita, sia come evento singolo che come parte di una serie di iniziative che prendono spunto dalle realtà del territorio circostante. L’edizione 2017 della manifestazione è patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino. La Sagra, nata quasi timidamente attorno all’antico forno della borgata di Tetti Cavalloni, si è ricavata un suo spazio nel panorama delle manifestazioni legate ai prodotti tipici e alle tradizioni locali.

Domenica 24 settembre a Tetti Cavalloni sono in programma laboratori dimostrativi della panificazione, una mostra mercato, un’esibizione di antichi mestieri, un’esposizione di trattori d’epoca, un raduno di appassionati della Vespa Piaggio, animazioni musicali e giochi per i bambini. Saranno ospiti le delegazioni dei Comuni gemellati di Venzone (Udine) e Vendone (Savona). A partire dalle 15 nell’ambito del progetto “Racconto Segreto - Veglie d’autunno”, il Teatro delle Forme proporrà un concerto itinerante con il gruppo “Ombra Gaia”. Si tratta di un itinerario musicale che spazia dal Canavese alle Alpi Marittime con canti e danze tradizionali delle aree piemontesi e franco provenzali. La circolazione dal centro di Piobesi a Tetti Cavalloni verrà sospesa dalle 9 alle 20, fatta eccezione per i residenti, ma sarà attivo un servizio di navetta gratuito per collegare il centro storico con la frazione. Sarà anche possibile noleggiare gratuitamente alcune biciclette nel piazzale del cimitero.

A Tetti Cavalloni sarà possibile degustare il pane dolce “Caritôn”, tutelato dalla Denominazione comunale e dal Paniere dei prodotti tipici della provincia di Torino. L’altro polo di interesse dell’ultima domenica di settembre saranno il centro storico e il castello del capoluogo, con le visite guidate al piano terra del maniero e alla Scuola di Cucina ISFS, la salita alla torre medioevale, il percorso naturalistico alla scoperta delle essenze del parco, le mostre di arte contemporanea “Dioniso e Apollo” nella Pieve di San Giovanni e “Nini” nella citroniera del castello, a cura di Pierantonio Masotti.

Nel parco del castello sarà possibile provare il “tree climbing” e la tirolese, a cura di Vertical Piobesi. Ci sarà anche il “battesimo della sella” per i bambini, a cura del Dreamer Ranch Nancy. Nella biblioteca si potrà visitare la mostra “I libri del consumo consapevole”. E chi ha voglia di camminare, alle 8,30 potrà presentarsi alla partenza del Trofeo Caritôn, una corsa-camminata aperta a tutti tra Piobesi e Castagnole Piemonte, con arrivo a Tetti Cavalloni. I residenti concorreranno all’assegnazione annuale del trofeo. L’iscrizione costa 2 Euro.



UN DOLCE “POVERO” DELLA TRADIZIONE PIEMONTESE

Il termine “Caritôn” affonda le sue radici nelle tradizioni rurali locali, abbinato, con alcune varianti nel nome, al dolce anticipatore del tradizionale panettone natalizio. Un tempo il dolce veniva confezionato con gli avanzi della pasta preparata per il pane, un poco di zucchero e uva fragola. Gli acini interi, inseriti nell’impasto, conferiscono alla fetta appena tagliata una colorazione vivace e caratteristica. Il “Caritôn” non è un’esclusività di Piobesi Torinese, poiché viene confezionato anche dai panettieri e pasticceri dei paesi limitrofi: Castagnole Piemonte, Carignano, Pancalieri, Vinovo, Virle e Osasio. La produzione del "Caritôn" è il frutto dell’ingegno degli affiliati alle confraternite laiche, che, fin dal 1700, producevano i cosiddetti “Pani della carità”, utilizzando l’uva fragola in autunno e nella prima parte dell’inverno. I Pani della carità venivano benedetti ed elargiti ai poveri dalla chiesa e dalle confraternite in occasioni particolari: in genere durante le festività maggiori o le feste patronali. Il termine che designa il dolce è diffuso in una vasta area, che va dal Po alle Langhe, dal Roero all’Astigiano. Tuttavia il termine "Caritôn" si riferisce a dolci di vario genere che, pur avendo un’origine comune, si differenziano per la forma e gli ingredienti. Inizialmente confezionato con pasta di pane, a volte addizionato di burro, il "Caritôn" è diventato col tempo un vero e proprio dolce, con l’utilizzo di un impasto di farina dolcificata. Si presenta oggi come una focaccia piatta. Per confezionarlo, su un piatto di pasta lievitata si pone un coperchio anch’esso di pasta, saldato alla base col risvolto dei bordi. Sul fondo si pongono a spirale o a cerchi concentrici gli acini di uva fragola. Durante la cottura in forno, gli acini rilasciano il succo, il quale, in parte, va a legarsi all’impasto. Il “coperchio” del Caritôn è arricchito da una glassatura o spolveratura esterna di zucchero in granelli. In questo il Caritôn si differenzia nettamente da un dolce simile, prodotto in Toscana, nel quale però l’uva è mescolata all’impasto. L’utilizzo dell’uva fragola o talvolta delle mele cotogne, ha probabilmente sostituito in tempi recenti l’uso antico di acini di uve adattate alla pianura, la cui coltura è ampiamente documentata in Piemonte nei secoli scorsi. La forma più antica di Caritôn è ancora oggi confezionata a Castagnole Piemonte e nella borgata Tetti Cavalloni di Piobesi, dove alla pasta del pane, posta a lievitare, vengono aggiunti gli acini e lo zucchero. Gli ingredienti per l’impasto sono: pasta del pane (preparata con farina 00, acqua, sale fino e lievito di birra, eventuale strutto), burro, zucchero, uva fragola (Vitis lambrusca o Vitis vinifera) fresca o appassita naturalmente per poche ore, olio d’oliva, scorza di limone, eventuali uova fresche. Il Caritôn viene venduto a peso nel tradizionale sacchetto del pane o avvolto in cellophane da confezione.