Dopo le iniziative dello scorso fine settimana a Chivasso ed Ivrea, a Torino la celebrazione della Festa dell’Indipendenza Nazionale della Polonia vivrà il suo momento più significativo con il concerto in programma sabato 18 novembre alle 17,30 nell’auditorium Orpheus dell’Educatorio della Provvidenza, in corso Trento 13, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino. La pianista Dominika Szlezynger eseguirà pagine dei compositori polacchi Fryderyk Chopin, Karol Szymanowski, Władysław Żeleński e Ignacy Jan Paderewski. Dominika Szlezynger è nata a Cracovia e nel 2004 ha conseguito il Master in Art in pianoforte e pedagogia all’Accademia di Musica della sua città. Si è esibita in tutta Europa, con una predilezione per l’Italia, ma ha anche vinto diversi concorsi pianistici internazionali. È docente presso una scuola media ad indirizzo musicale a Milano e, per i suoi meriti artistici ha ottenuto i riconoscimenti del Ministero della Cultura Polacca nel 1999 e del Governo Italiano, con la borsa di studio presso l’Accademia Chigiana di Siena nel 2008.
UNA NAZIONE FIERA DELLA PROPRIA IDENTITÀ
In oltre 1000 anni di storia, a causa della sua posizione geopolitica, la Polonia è stata costretta a difendere i propri confini dagli attacchi degli invasori russi, prussiani e austroungarici, che nel 1795 si spartirono il territorio polacco. Le feroci repressioni, con gli arresti e gli allontanamenti in Siberia dei patrioti provocarono a più riprese insurrezioni nazionali soffocate nel sangue. La fuga dalle repressioni diventò la Grande Emigrazione polacca, soprattutto verso la Francia. Le vicende storiche si rispecchiano nella produzione artistica polacca del XIX e del XX secolo, che, oltre a rappresentare emozioni, fantasia, folclore, esprime la nostalgia per la patria perduta. L’arte divenne un’arma per pensatori, attivisti e politici nella battaglia contro la schiavitù nazionale e per la libertà spirituale, contribuendo alla formazione dello spirito della nazione e dando forza a patrioti e diplomatici come Jósef Piłsudski, Roman Dmowski e Ignacy Jan Paderewski.
La Polonia risorse nel 1918, dopo la Prima Guerra Mondiale. Nel 1919 in Francia nacque l’Armata Blu, sotto il comando del generale Jósef Haller, che fu rinforzata anche dai 22.000 soldati polacchi ex prigionieri austriaci del Reggio Esercito Italiano, che erano stati raggruppati nel campo di addestramento della Mandria di Chivasso, dove diventarono cittadini liberi. L’eredità spirituale ed artistica di quei tempi ha accompagnato da sempre la nazione polacca, in particolare nei tragici anni dell’occupazione tedesca dal 1939 al 1945 e negli anni della sottomissione alla Russia sovietica.
Torino e il Piemonte hanno con la Polonia un legame storico, nato nell’Ottocento, nel periodo in cui il popolo italiano e quello polacco lottavano per raggiungere l’agognata indipendenza nazionale. Centinaia di polacchi combatterono le guerre risorgimentali italiane, molti dei quali al comando del generale Garibaldi, il quale a sua volta fornì sostegno morale e concreto ai patrioti polacchi che lottavano per sottrarre il loro Paese al dominio russo, a quello austroungarico e a quello prussiano.
Il legame forte fra Torino e la sua provincia e la Polonia si rinsaldò al termine della Prima Guerra Mondiale, quando i soldati polacchi, precedentemente inquadrati nell'esercito austroungarico e catturati dagli italiani durante il conflitto, si arruolarono come volontari nel nuovo esercito costituito per iniziativa del Comitato nazionale polacco. Essi trascorsero un periodo di addestramento alla Mandria di Chivasso e, nel 1919, tornarono in patria per combattere ai confini orientali prima contro gli ucraini e poi contro le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, assicurando così alla Polonia il breve periodo di indipendenza nazionale, che sarebbe terminato tragicamente nel 1939, con le contemporanee invasioni tedesca e russa seguite allo sciagurato Patto Molotov-Ribbentrop. Le vicende storiche sono quindi all’origine del gemellaggio tra la Città di Chivasso e quella Przemysl, in Precarpazia.A Chivasso, a Ivrea e a Torino sono sepolte le salme di molti dei soldati che non riuscirono a sopravvivere alle malattie contratte durante la prigionia in Italia negli anni che vanno dal 1915 al 1918. Durante l'addestramento alla Mandria le condizioni dei militari polacchi migliorarono notevolmente. Per loro furono organizzate attività di istruzione primaria e professionale, iniziative culturali e sportive. A coordinare tali iniziative fu il Comitato Pro-Polonia, presieduto dall'avvocato Attilio Begey, il quale nel dopoguerra fu nominato Console onorario di Polonia a Torino.
La ricorrenza dell'11 novembre ricorda proprio la riconquista della sovranità nazionale da parte dei polacchi nel 1918, al termine della Grande Guerra. La Comunità polacca di Torino si è invece costituita ufficialmente dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando alcuni ufficiali che avevano combattuto contro i nazifascisti, servendo nel corpo d'armata comandato dal generale Anders, si stabilirono a Torino per completare i loro studi, nell’impossibilità di tornare in una patria che era passata dal giogo nazista a quello sovietico. Gli ufficiali e i militari polacchi rimasti a Torino si laurearono al Politecnico e all’Università e, nel 1948, costituirono ufficialmente l’associazione Ognisko Polskie w Turynie, per mantenere vive le tradizioni nazionali e i legami con la madrepatria. Negli anni ’80, l’associazione organizzò a Torino numerose iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di sostegno al sindacato Solidarność. L’associazione continua a tenere vivi i legami tra la madrepatria e le famiglie dei polacchi che vivono e lavorano a Torino. Conferenze e momenti di svago aiutano i polacchi torinesi a sentirsi a casa loro in una città e in un Paese che li hanno sempre stimati e apprezzati.
I NOSTRI COMUNICATI
Sabato 18 novembre a Torino il concerto la Festa Nazionale della Polonia
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