Nonostante le piogge che imperversano e la crescente ansia per la piena del Po, in giorni in cui il pensiero ritorna con facilità alle tragiche alluvioni novembrine di anni passati, l’Auditorium della Città metropolitana nella mattinata del 6 novembre è stata affollata di Sindaci per la presentazione del nuovo sistema di allertamento approvato a fine luglio dalla Regione Piemonte e che dal mese di dicembre sarà operativo, cambiando in modo sostanziale le procedure di Città metropolitana, Province e Comuni.
La giornata di presentazione è stata organizzata dalla Protezione civile della Città metropolitana di Torino e ha visto il coinvolgimento di tutte le componenti del sistema di protezione civile: dopo gli onori di casa fatti dal vicesindaco Marco Marocco, che è anche l’autorità di protezione civile metropolitana, sono intervenuti Angelo Martini della Prefettura di Torino, Riccardo Conte del Servizio protezione civile della Regione Piemonte, Secondo Barbero dell’Arpa Piemonte, Furio Dutto ,dirigente della protezione civile metropolitana.
Il nuovo sistema di allertamento, pur poggiando in modo sostanziale su quello messo a punto all’inizio degli anni Duemila, è nato dalla necessità di uniformarsi il più possibile a livello nazionale, secondo le direttive del Dipartimento nazionale di protezione civile.
Dal bollettino delle allerte meteoidrologiche emesso ogni giorno alle ore 13 dal Centro funzionale della Regione Piemonte ed elaborato dall’Arpa Piemonte, scompaiono intanto i codici numerici 1,2,3 sostituiti definitivamente dai colori del semaforo: verde, arancio, giallo, rosso, a indicare il fenomeno atteso sul territorio.
Al livello di criticità subentra l’idea di fase operativa, ovvero quell’insieme di procedure che ogni autorità di protezione civile deve adottare sul proprio territorio in base alla gravità del rischio: si va dal normale controllo all’apertura delle sale operative (a livello comunale i Centri operativi comunali, Coc) a più complesse necessità che coinvolgono gli enti sovraordinati.
Ogni sindaco però può decidere di “cambiare” la propria fase operativa (per esempio di aprire un Coc anche se il bollettino annuncia allerta gialla) o di passare da una fase di preallarme a una di allarme sulla base di valutazioni che non necessariamente coincidono con quelle del bollettino, ma che vanno nella direzione della tutela delle persone.
Altra novità del bollettino è che vengono unificati il bollettino di allerta meteo-idro e quello nivologico relativo al rischio valanghe, che prima erano mandati separatamente. Non solo, ma la previsione dei bollettini non si limiterà alle consuete 24 ore, ma proverà a disegnare gli scenari anche per il giorno successivo, in modo da consentire con un certo anticipo di prepararsi a scenari problematici. Nel bollettino vengono inoltre considerati quei fenomeni estremi e rapidi causati da situazioni non facilmente prevedibili innescati da temporali e venti forti, che possono riguardare solo alcune porzioni del territorio.
“Questo sistema di allertamento” ha commentato il vicesindaco metropolitano Marco Marocco “sottolinea il ruolo decisionale dei sindaci in materia di protezione civile. È un sistema più snello ma deve aumentare la consapevolezza dei sindaci del loro ruolo decisionale e la loro capacità di comunicare sia con le altre forze di protezione civile che con i propri cittadini”.
I NOSTRI COMUNICATI
Nuovo sistema di allertamento, procedure più snelle per i Sindaci
- Dettagli
- Categoria: Protezione civile