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LabRom: Città metropolitana di Torino a fianco dei Comuni per integrare chi vive nei campi

Dal 2018 in Italia non vengono più allestiti campi rom.

Le strategie per i Comuni partono da un presupposto più inclusivo di cittadinanza, che vede i campi non come assembramenti di specifiche etnie, ma come vere e proprie baraccopoli nelle città, spesso abitate non solo da Rom e Sinti ma anche da altri invisibili e persone ai margini.

É questa la strategia che ha utilizzato in modo virtuoso il Comune di Moncalieri, con un approccio partecipato e trasparente che ha consentito di chiudere l'esperienza del campo di strada Brandina, l’ultimo rimasto sul territorio, oggi adibito a parcheggio: lo ha raccontato l’assessore Silvia Di Crescenzo soffermandosi sul confronto aperto con tutta la cittadinanza, sull'individuazione di alloggi in tutti i quartieri a cui le famiglie Rom, dopo un anno trascorso in un campo provvisorio, hanno avuto accesso.

L’obiettivo non deve esser chiudere i campi con la ruspa” ha detto l'assessore Di Crescenzo “ma occuparsi di queste persone come di tutti gli altri cittadini, fragili o meno, e farlo senza nascondersi”.

Una strategia che sta percorrendo anche la Città di Collegno, da tempo impegnata nel superamento e nella chiusura del campo della Berlia: l’assessore alle politiche sociali Maria Grazia De Nicola e la dirigente comunale Elena Acciari hanno spiegato che una parte importante del lavoro ha riguardato la regolarizzazione documentale delle persone presenti nel campo nomadi: basti pensare che l’impossibilità di essere registrati all’anagrafe comporta l’esclusione da molti diritti civili e di accesso ai servizi pubblici

Il confronto sulle strategie utilizzate dai territori per favorire l'approccio inclusivo si è svolto mercoledì 9 novembre in Città metropolitana di Torino con il convegno LabRom. Laboratori sulla questione Rom in Italia” organizzato dall’Associazione 21 luglio.

La tappa torinese di LabRom, che si replica su scala nazionale in altre città metropolitane italiane, è stata un’occasione per confrontarsi fra amministrazioni pubbliche e organizzazioni sulle nuove strategie nazionali di  inclusione dei Rom e dei Sinti e sui diritti dell’infanzia e politiche sociali. 

Si sono confrontati la consigliera della Città metropolitana delegata alle Politiche sociali e di parità Valentina Cera, l’assessore alle politiche sociali, alle pari opportunità e alle politiche abitative del Comune di Torino Jacopo Rosatelli, alcuni Comuni della cintura metropolitana da tempo impegnati sul tema con il rappresentante di Associazione 21 luglio Carlo Stasolla e Alessandro Maiocchi dell’Asgi. 

Collegato online il referente dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri Roberto Bortone.

"La Città metropolitana di Torino ha in agenda una riunione con alcune decine di Comuni per comprendere le singole e diverse problematiche locali, un primo passo - spiega la consigliera metropolitana delegata alle politiche sociali e di parità Valentina Cera - per una studio e una  fotografia reale e documentata del nostro territorio. Le buone pratiche degli uni possono servire anche agli altri, ma una strategia globale su scala metropolitana è indispensabile per il superamento dei campi in una logica di cittadinanza diffusa. Non vogliamo discriminare, ma includere”.




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