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Le Banche del tempo festeggiano il ventennale

Le  Banche del tempo sono un"istituto di credito" molto particolare, dove non si deposita denaro bensì tempo e disponibilità. Sono un luogo che agisce come centro di raccolta della domanda e dell'offerta di tempo, come regolatore di nuovi sistemi di reciprocità, considerando questa come una forma di aiuto tra soggetti paritari. I soci della Banca attuano uno scambio reciproco di prestazioni e di tempo offrendo ciò che sono in grado di fare e ricevendo ciò di cui hanno bisogno.

Si tratta di una forma di collaborazione, e non di volontariato, con la quale ci si aiuta ad affrontare anche le incombenze e gli impegni della vita quotidiana e familiare. In breve chi, ad esempio, sa suonare il pianoforte può offrire due ore di lezione in cambio di altrettante ore di piccoli aiuti domestici.

Il Coordinamento delle Banche del tempo della Provincia di Torino ha preso forma nel 1996, su iniziativa della Commissione consiliare pari opportunità della Provincia di Torino, e comprendeva all’inizio cinque banche. Nel 2016, il Coordinamento Banche del tempo della Città metropolitana di Torino conta 15 banche iscritte e altre quattro non iscritte: ciascuna ha in media una cinquantina di soci.

Il Coordinamento ha festeggiato il ventennale con un incontro che si è svolto questa mattina, venerdì 6 maggio 2016, nella Sala Consiglieri di Palazzo Cisterna a cui hanno preso parte la consigliera delegata alle pari opportunità della Città metropolitana di Torino Lucia Centillo, l'assessore alle pari opportunità di Regione Piemonte Monica CeruttI  e l’ex assessora alle pari opportunità della Provincia di Torino Aurora Tesio, che fu promotrice di molte iniziative per la messa in rete delle banche del tempo del territorio e oggi è presidnete dle Coordinamento provinciale delle Banche del tempo.

“Le Banche del tempo sono un’interessante formula di coesione sociale” commenta la consigliera Lucia Centillo “perché in tempi di crisi propongono un modello di economia non monetaria che fonda sul mutuo-aiuto, sul radicamento territoriale, sullo scambio solidale, insomma sono un modello di resilienza su piccola scala. Per questo ritengo che anche all’interno dell’associazionismo vadano sostenute e rilanciate, hanno delle peculiarità che ben si accorda con l’intento della Città metropolitana di sostenere il welfare e la qualità della vita pur sapendo che le risorse che oggi il pubblico può mettere a disposizione per questi obiettivi è limitato”.