I NOSTRI COMUNICATI

 

La Città metropolitana celebra l’8 marzo con il documentario “La guerre des filles”

Anche quest'anno la Città Metropolitana di Torino celebra con le dipendenti e i dipendenti la ricorrenza dell'8 Marzo, Festa della Donna. Domani alle 10 nell'auditorium della sede di corso Inghilterra 7 è in programma un incontro istituzionale, a cui sono invitate la Consigliere e i Consiglieri metropolitani. La Consigliera metropolitana delegata ai diritti sociali e parità Carlotta Trevisan e la Consigliera di parità Gabriella Boeri porteranno il saluto ufficiale dell’Ente alle dipendenti e ai dipendenti. Al termine dell’incontro è in programma la proiezione  del documentario La guerre des filles” che la regista francese Mylène Sauloy ha prodotto con Arte France. Il film è dedicato alle donne curde vittime di violenza, torture e abusi, che si sono auto organizzate per difendersi e difendere il loro territorio, combattendo per la propria indipendenza oltre che per liberare la loro terra.
Nell’ambito delle iniziative per la Festa della Donna, prosegue ed è prorogata sino a venerdì 17 marzo la mostra “L’emancipazione femminile vista attraverso i Giochi Olimpici”, promossa e realizzata dall’Area 3 Distretto Italia del Panathlon International e ospitata al piano nobile di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 con ingresso libero.
A ideare l’ideale l’itinerario storico in 54 pannelli tra le immagini e le vicende dell’universo sportivo femminile è stata la professoressa Adriana Balzarini, insegnante di educazione fisica specializzata nel sostegno agli allievi portatori di handicap, già Assessore allo Sport della Città di Verbania, giudice e delegata della Federazione Italiana Sport Invernali, presidente dello Sporting Golf di Verbania e consigliera del Club Panathlon del Mottarone. La mostra traccia un excursus storico a partire da quando, anche nei Paesi occidentali, l’attività fisica e lo sport erano considerati nemici della femminilità e le donne atlete erano viste con sufficienza, quando non con malcelato sospetto. Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale si fece strada una decisa “femminilizzazione” dello sport, anche a livello olimpico. Fu una tappa fondamentale nel cammino dell’emancipazione della donna.
I 54 pannelli raccontano l’evoluzione del ruolo della donna nella società attraverso le Olimpiadi: a cominciare da quelle esclusivamente maschili di Atene del 1896, in cui la greca Stamàta Revìthi si vide negare il permesso di gareggiare nella maratona come donna e aggirò il divieto correndo tra gli uomini. La mostra rievoca la figura della tennista Charlotte Cooper, la prima campionessa olimpica nel 1900 a Parigi e passa in rassegna i sacrifici, i trionfi e la lotta per affermare il diritto allo sport di centinaia di atlete, dalle pioniere alle campionesse del XXI secolo.
C’è naturalmente anche lo sport piemontese in quelle cronache, in quei volti, in quelle vicende, da Stefania Belmondo a Daniela Ceccarelli a Novella Calligaris. Costanza, passione, impegno, spirito di sacrificio e anche capacità di ribellarsi alle convenzioni e al maschilismo strisciante e mai sopìto: sono doti tipicamente femminili e sono il segreto del successo delle campionesse, ma anche delle tante donne che la loro medaglia la portano nel cuore e l’hanno vinta facendo semplicemente dello sport e insegnandolo ai loro figli e mariti. La mostra ci parla di loro e ci racconta come nei campi e nelle piste di gara e nei palazzetti dello sport la società è cambiata grazie alle sportive, famose e non.