I NOSTRI COMUNICATI

 

Nel parco Tre Denti-Freidour si lavora alla rinaturalizzazione dei boschi

A partire dal giugno scorso, nel Parco naturale Monte Tre Denti-Freidour di Cumiana l’associazione di promozione sociale “Ricomporre il cerchio” ha eseguito una serie di lavori di gestione forestale, manutenzione dei boschi e dei sentieri nella zona circostante la Casa del parco, ex casermetta forestale.

I lavori sono stati effettuati su incarico del Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica, aree protette e vigilanza ambientale della Città Metropolitana di Torino e sono stati programmati sia per tutelare e ricostituire gli ambienti naturali e seminaturali - che sono habitat necessari alla conservazione e all’arricchimento della biodiversità - sia per rendere fruibili in maggior sicurezza i percorsi naturalistici e le aree boscate.

In seguito a sopralluoghi accurati, l’analisi della situazione ha confermato diverse criticità nelle tipologie forestali presenti in loco, derivanti da rimboschimenti monoculturali effettuati negli scorsi decenni sistemando essenze non autoctone e non adatte all’ambiente locale, quali il Pino nero e il Larice. In zona erano inoltre presenti molti castagni invecchiati. Le zone boschive presentavano una densità eccessiva di alberi, che limitava lo sviluppo di chiome e fusti e influiva sulla stabilità delle piante, che nel frattempo erano diventate vulnerabili agli attacchi di agenti patogeni. La zona risentiva anche dei danni provocati da incendi radenti che si erano ripetutamente verificati negli ultimi anni. La parte arbustiva ed erbacea del bosco era quasi completamente assente, con una conseguente erosione superficiale dei terreni. La probabilità di nuovi incendi era incrementata dalla presenza di grandi quantità di materiale resinoso in parte secco, facilmente infiammabile.

Gli interventi effettuati

È stato dunque messo a punto un programma di interventi di diradamento selettivo, eliminando le piante malformate e liberando così le chiome degli alberi migliori, per favorirne la crescita e una maggior stabilità. Con il materiale ricavato dal diradamento sono state realizzate palificate di sostegno secondo i criteri dell’ingegneria naturalistica, che utilizza le piante locali come materiale da costruzione. Le palizzate di sostegno svolgono un’importante azione di consolidamento del suolo; in particolare nei punti dove il ruscellamento delle acque genera incisioni profonde causando micro-dissesti, perdita di profondità e fertilità del suolo. Le ramaglie ridotte in scaglie sono state distribuite sul terreno per garantire la restituzione al suolo di sostanze organiche e minerali. Consentendo un migliore irraggiamento solare per gli alberi rimasti e per la vegetazione presente in prossimità del suolo si avvierà un processo di rinnovazione del bosco. In un caso come quello del Parco Tre Denti-Freidour, in cui le conifere sono presenti fuori dall’areale di naturale diffusione, gli interventi effettuati consentono una rinaturalizzazione e l’affermazione delle latifoglie autoctone, come il Frassino, il Ciliegio, la Roverella e il Sorbo. Nel bosco di Castagno invecchiato vengono favoriti gli avviamenti ad alto fusto, mentre il diradamento selettivo a vantaggio dei polloni meglio formati porterà alla creazione di una giovane fustaia transitoria. I pochi esemplari autoctoni di specie differenti dal Castagno vengono comunque favoriti per agevolare l’arricchimento biologico dell’area.

L’area così recuperata si presta a divenire un cantiere didattico permanente di selvicoltura e ingegneria naturalistica, gestito dall’associazione “Ricomporre il cerchio”. Il fine degli interventi è duplice: da un lato evitare la sporadicità degli interventi stessi, che nel volgere di poco tempo perderebbero il loro effetto benefico sull’evoluzione del bosco; dall’altro lato creare opportunità di formazione nel settore anche per soggetti socialmente svantaggiati. Ai corsi di formazione professionale verranno affiancati progetti di educazione ambientale rivolti alle scuole del territorio incentrati su ecologia forestale, idrobiologia, biologia dell’ape e apicoltura.

Un bosco sano e naturale come risorsa ambientale

Il bosco esercita numerose e utili funzioni: dal punto di vista ecologico ospita una grande varietà di specie animali e vegetali e tutela specie rare o minacciate, contribuendo al mantenimento della biodiversità e all’equilibrio naturale dei diversi ambienti. Svolge inoltre un’azione indispensabile per la protezione del suolo e delle riserve idriche: conserva la stabilità e la struttura del terreno, blocca l’erosione, gli smottamenti e le valanghe, purifica e protegge le riserve d’acqua. Di pari importanza è l’azione purificatrice e rinnovatrice dell’aria: fissa l’anidride carbonica, produce ossigeno, mitiga l’effetto serra. Né si possono dimenticare la funzione produttiva del bosco, con il legno al primo posto e a seguire prodotti come funghi, tartufi o i frutti del sottobosco, e quella culturale-ricreativa, legata al paesaggio, al benessere psico-fisico dell’uomo, alle tradizioni locali e alle attività turistiche e ricreative.