Su alcuni esemplari di Pino nero presenti in aree del Parco del Monte San Giorgio molto frequentate dagli escursionisti e interessati da nidi di Processionaria, sono stati dunque collocati dispositivi per la cattura dei bruchi. La raccomandazione agli escursionisti è di non toccare i collari e i serbatoi collocati sui tronchi degli alberi, non sostare in prossimità delle piante interessate dai nidi (in particolare nelle giornate ventose), evitare di toccare i bruchieventualmente presenti. La lotta contro la processionaria deve essere attuata in modo mirato, per evitare l'uso eccessivo di pesticidi che potrebbero danneggiare altri insetti utili e compromettere l'equilibrio ecologico. Esistono diversi metodi di contrasto e nel Parco naturale del Monte San Giorgio si è ritenuto di procedere con l'installazione di trappole che intercettano le file di bruchi, evitando la loro dispersione.
UN PERICOLO PER L’UOMO, GLI ANIMALI E GLI ALBERI
La Processionaria del pino - Thaumetopea pityocampa è il nome scientifico - è un lepidottero che infesta principalmente le conifere, in particolare i pini. I peli delle larve contengono una sostanza tossica, la thaumetopoina, che può provocare eritemi, orticaria, prurito, oltre a disturbi respiratori e irritazione agli occhi.
Il contrasto alla processionaria del pino è quindi un’azione di gestione molto importante, per evitare che l'infestazione di questo insetto possa portare a conseguenze molto gravi sia per la salute pubblica che per gli ecosistemi forestali. La Processionaria è anche un parassita molto pericoloso per i pini, poiché le sue larve si nutrono degli aghi delle conifere. Un'infestazione massiva può ridurre significativamente la fotosintesi, indebolendo gli alberi e aumentando la loro vulnerabilità a malattie, stress idrico e altre infestazioni. In casi estremi, può portare alla morte dell'albero.
Gli animali, in particolare i cani, sono molto vulnerabili al contatto con la Processionaria, che può causare gravi danni alla bocca, alla lingua e alla gola. In alcuni casi, l'ingestione dei peli può provocare necrosi tissutale, con esiti mortali se non trattata prontamente.
