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Interventi contro la Processionaria nel Parco del Monte San Giorgio a Piossasco

Nelle ultime settimane numerosi organi di stampa hanno lanciato l’allarme sul proliferare nelle zone montane della Processionaria del Pino, una farfalla parassita delle conifere, in particolare del Pino nero e del Pino silvestre. Durante il periodo invernale le piante infestate si riconoscono per la presenza sui rami di nidi sericei, di colore bianco lucente, al cui interno le femmine adulte depongono le uova. Da queste nascono i bruchi che in primavera escono dal nido in lunghe file indiane – di qui il nome Processionaria - per nutrirsi degli aghi dei pini. I danni alle chiome possono essere evidenti, ma raramente determinano la morte delle piante. Il progressivo aumento delle temperature medie invernali ha favorito lo sviluppo del parassita: ecco perché in un inverno anomalo dal punto di vista delle temperature e della siccità l’infestazione è stata imponente. I bruchi sono dotati di peli urticanti che possono provocare irritazioni della cute, delle mucose e delle vie respiratorie negli uomini e negli animali.

L’autorità competente in materia sanitaria può prevenire i rischi per la salute pubblica disponendo interventi di profilassi, sulla base delle indicazioni tecniche fornite dal Settore Fitosanitario della Regione Piemonte. Tali interventi sono a cura e a spese dei proprietari e dei conduttori dei fondi.

La Città Metropolitana di Torino, Ente gestore del Parco del Monte San Giorgio di Piossasco, insieme all’amministrazione comunale piossaschese, ha provveduto a contrastare l’espansione del fenomeno, attuando una serie di interventi coordinati su proprietà pubbliche e lungo la rete sentieristica del parco. Gli interventi sono avvenuti nell’ambito del progetto “Corona Verde” già dalla primavera scorsa. Si è provveduto a rimuovere e a bruciare i nidi presenti e a trattare le chiome con una soluzione di Bacillus thuringiensis, un batterio antagonista in grado di paralizzare i bruchi della processionaria senza arrecare danni alle piante e ad altre specie animali. Sono state inoltre sistemate alcune trappole con feromoni, capaci di attrarre e catturare i maschi adulti della Processionaria, impedendo loro di riprodursi.

Nonostante gli interventi, l’infestazione è progredita, favorita, come detto, da un inverno particolarmente mite. Le tecniche di contenimento attualmente disponibili non sono quindi risolutive e si dimostrano molto onerose. A lungo termine, soprattutto in un’area posta a bassa quota come il Monte San Giorgio, la soluzione più efficace è la conversione della pineta in un bosco misto di latifoglie. Tale attività è stata avviata con i diradamenti selettivi effettuati sulla Collina di San Valeriano e nell’area dei Tiri. Anche in questo caso gli interventi sono stati finanziati dal progetto “Corona Verde”, ma anche grazie alla misura 227 del PSR, il Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte.

COSA FARE PER EVITARE RISCHI ALLA SALUTE

In attesa che l’autorità sanitaria disponga la lotta obbligatoria alla processionaria, è possibile suggerire alcuni comportamenti che possono ridurre il rischio per la salute pubblica:

- evitare di sostare sotto le piante infestate dai nidi

- non toccare a mani nude nidi, bruchi, rami e cortecce di piante infestate

- nel caso sia necessario effettuare lavori durante i quali si possono diffondere i peli nell’aria (rastrellamento di foglie, sfalcio di erba) proteggersi con abbigliamento adeguato (tuta, guanti, occhiali, ecc)

- in caso di contatto sciacquare immediatamente con acqua e lavare gli indumenti a temperatura elevata.