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Incendio Lago Borello: sopralluogo oggi per constatare i danni

Nella tarda serata di giovedì 6 aprile un incendio è scoppiato nella Riserva del Lago Borello, che si trova in prossimità del centro abitato di Oulx. Sono intervenuti Vigili del Fuoco e Aib e l’incendio è stato domato.

La Riserva naturale dello Stagno di Oulx è stata anche negli anni passati soggetta a incendi . Per questa ragione la Città metropolitana di Torino a   scopo cautelativo ogni autunno effettua attraverso una convenzione con il Consorzio Forestale alta Val Susa interventi di sfalcio dei canneti in prossimità delle case per definire una fascia tagliafuoco di protezione, anche se i terreni sono prevalentemente di proprietà privata o, in alcuni casi di proprietà comunale.

Nel corso di venerdì 7 aprile i tecnici del Dipartimento Ambiente metropolitano effettueranno un sopralluogo per verificare i danni.

Il Lago Borello, che fa parte dei Siti di Importanza comunitaria (Sic) previsti dalla Direttiva Habitat emanata dall'Unione Europea  ha una genesi curiosa: si è formato a partire dal 1860 quando da una torbiera situata nel comune di Oulx, in alta Valle di Susa, vennero prelevate grandi quantità di materiale necessario alla costruzione della Galleria del Frejus. La depressione creatasi nel terreno in seguito all'estrazione fu colmata in breve tempo dalle acque delle sorgenti poste alla base del vicino monte Cotolivier e il piccolo lago è stato ben presto colonizzato da piante e animali tipici delle zone umide.

Tra gli steli delle canne di palude che circondano lo specchio d'acqua si sono insediati alcune specie vegetali oggi rare in tutto l'arco alpino come una piccola orchidea dai fiori bianchi, la gramigna liscia, l'aglio romano, il giunco nero delle paludi; il bosco circostante composto da betulle e pini silvestri si arricchì di esemplari di frangola e salice strisciante. Le acque del lago divennero rifugio per una ricca popolazione dell'oramai rarissimo gambero di fiume, per numerosi uccelli acquatici stanziali e di passo, per variopinte libellule tra cui la rara Sympetrum vulgatum, che oggi soltanto qui, in Italia, trova le condizioni idonee per riprodursi.