È dedicato al coinvolgimento dei cittadini di Arignano e Marentino e agli ottimi risultati in termini ambientali dell’appuntamento di fine inverno con il plogging lento il secondo reportage della serie “Oasi Metropolitane”, che la Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino dedica ai parchi e alle riserve naturali gestiti dall’Ente. Per vedere il reportage nel canale YouTube della Città metropolitana basta accedere al link https://www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=j3am36gAU1s&t=5s
Il reportage è stato girato sabato 8 marzo, giornata della passeggiata ecologica durante la quale, nell’ambito del progetto ISOLA, i volontari hanno raccolto i rifiuti trovati lungo il loro cammino. Lo scopo dell’iniziativa è da alcuni anni quello di aiutare l'ecosistema della preziosa area umida, gli animali che lo popolano e la vegetazione intorno all’acqua. Il plogging è una pratica nata in Svezia che coniuga l'attività sportiva all'aria aperta, come il jogging, con la salvaguardia dell'ambiente. Ad Arignano se ne propone da alcuni anni una versione lenta, in cui non è necessario correre ma basta camminare.
“Questo specchio d’acqua è molto significativo per la nostra comunità e per la sua identità. I più anziani tra noi ricordano che a loro volta i loro antenati raccontavano vicende incentrate sul lago. Partendo dal lago e dai conti Costa della Trinità, che lo vollero realizzare, si può ripercorrere le nostra storia, inerpicandosi verso il paese, con il suo castello, la roccae le quattro torri che lo dominano. - ha spiegato al microfono di “Oasi Metropolitane” il Sindaco di Arignano, Ferdinando Scimone - Il plogging è una buona pratica che dovremmo adottare ogni volta che veniamo al lago, portandoci un sacchettino per raccogliere i rifiuti. Devo però testimoniare che, rispetto a qualche anno fa, c’è meno immondizia sulle sponde. A forza di lavorare sul progetto, si ottengono buoni risultati”. “Noi di Marentino abitiamo proprio sopra il lago, che è un elemento importante del nostro paesaggio. Speriamo che lo si possa valorizzare anche in futuro. - sottolinea la vicesindaca Milena Viarizzo - Negli ultimi anni è stato fatto un lavoro bello e importante di pulizia e di valorizzazione delle specie autoctone. Speriamo che nel futuro si possano ulteriormente tutelare la fauna e la flora presenti dentro e intorno al lago. Anche in inverno, nelle belle giornate per i nostri concittadini la passeggiata domenicale al lago è un classico e tra poche settimane potremo assistere ad una bellissima fioritura”.
“ISOLA”, UN PROGETTO PER TUTELARE L’AMBIENTE DEL LAGO DI ARIGNANO
Un lago che recupera il suo equilibrio naturale, creando nella cittadinanza e negli amministratori locali una nuova consapevolezza sul suo valore ambientale e sulla necessità di tutelarlo, promuovendo una fruizione sostenibile e regolamentata. È con questi obiettivi che la Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino aveva partecipato con successo nel 2022 al bando Simbiosi della Fondazione Compagnia di San Paolo, candidando l’area del Lago di Arignano ad un ulteriore sostegno finanziario per una serie di interventi già parzialmente previsti in un piano d’azione predisposto nell’ambito del progetto europeo Interreg MaGICLandascapes, di cui la Città metropolitana è stata partner.
Il lago collinare di Arignano si trova a una quindicina di chilometri da Torino ed è un avamposto isolato di quelle aree ad elevata naturalità che sono state riconosciute dalla Legge regionale 19 del 2009. Fu il conte Paolo Remigio Costa della Trinità a realizzare nel XIX secolo il vasto bacino irriguo in regione Cremera, al confine tra i Comuni di Marentino e Arignano. All’ingegnere e architetto Benedetto Brunati, ispettore generale del Genio Civile, si deve il progetto della diga e dei mulini a valle alimentati dall’acqua raccolta nel bacino, redatto nel 1838. Il sito era una vasta depressione ricoperta di erba. Il 5 febbraio 1839 Carlo Alberto concesse le "regie patenti" di autorizzazione ai lavori, che procedettero molto rapidamente. Da alcuni anni lo specchio d’acqua tra le colline a est di Torino è stato individuato come Zona naturale di salvaguardia, in quanto è considerato la più importante area umida della collina torinese e un nodo importante della Rete ecologica della Regione Piemonte. L’area è inoltre inserita nella banca dati regionale delle Zone umide come lago artificiale e, per la parte a monte, come stagno-palude, configurandosi come core area della Rete ecologica provinciale individuata dal Piano territoriale di coordinamento PTC2 della Città metropolitana.
Al progetto candidato sul bando Simbiosi 2022 partecipano otto soggetti di cui sei sono pubblici: la Città metropolitana di Torino-Direzione Sistemi Naturali come capofila, i Comuni di Arignano e Marentino, l’Istituto comprensivo statale di Andezeno, l’Istituto di istruzione superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino, l’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali. Due partner sono invece soggetti no profit: l’associazione regionale produttori apistici Piemonte AsproMiele e il Comitato per la salvaguardia del lago di Arignano.
Gli obiettivi del progetto sono tre: l’aumento della naturalità del lago nella porzione delle acque superficiali, delle sponde e della porzione a Nord, la sensibilizzazione della popolazione e degli Enti sull’importanza della tutela del lago e dei suoi dintorni, la promozione di una fruizione e di un turismo sostenibili, grazie alla regolamentazione, alla vigilanza e all’educazione ambientale.
La naturalità del lago sarà incrementata grazie all’innalzamento del livello dell’acqua di circa 60 centimetri, garantito dalla nuova paratoia in via di realizzazione: questo consentirà la differenziazione degli ambienti, il mantenimento e rigenerazione degli habitat di palude (cariceti, giuncheti e canneti) e la rigenerazione dell’habitat delle acque profonde. Nel 2024 sono stati realizzati 5 stagni-bacini temporanei idonei alla riproduzione e al mantenimento degli anfibi minacciati dalla frammentazione e distruzione dei loro habitat naturali.Le aree prative sono state interessate da trinciature intensive e ripetute durante l’anno, associate ad interventi per la gestione della vegetazione invasiva e non autoctona, in particolare dell’Amorpha fruticosa e della Solidago gigantea. La ricostruzione del cotico erboso sarà realizzata tramite la semina di un miscuglio polifita, che consenta di nutrire adeguatamente gli insetti imenotteri apoidei, i più noti dei quali sono le api. Nelle porzioni di bordo e all’interno delle superfici boschive sono state messe a dimora specie arbustive autoctone, tra cui piante di antica gestione agricola, come gelsi e meli della cultivar tipica di Arignano. Lungo le sponde del lago sono stati realizzati 7 siti di rifugio per pesci e rettili (due in più rispetto ai 5 previsti dal progetto iniziale) abbattendo alcune piante, posizionandone la chioma in acqua e ancorandole alla stessa ceppaia o ad altre piante. Saranno inoltre messi a dimora rizomi di cannuccia di palude e di piante acquatiche e di bordo umido. Sono stati effettuati, nel 2023 e nel 2024, due interventi di contenimento dell'ittiofauna alloctona da parte degli operatori dell'Ente Parchi Reali, insieme ad esperti ittiologi. Grazie ad iniziative come il plogging lento e ad altri momenti formativi ed educativi, la popolazione locale viene sensibilizzata sull’importanza della conservazione delle zone umide in quanto habitat di grande importanza per la biodiversità, la cui riduzione è una delle cause dell’accresciuto rischio di estinzione per molte specie di uccelli, anfibi, insetti e e vegetali. È in via di completamento un percorso didattico all’interno della Zona naturale di salvaguardia, che vedrà la posa di targhette e pannelli illustrativi del progetto con informazioni sugli habitat e delle specie di maggiore rilievo. La realizzazione del progetto è in grado di produrre ricadute economiche positive per le attività ricettive e le aziende agricole, comprese quelle apistiche, impegnate nella vendita diretta delle loro produzioni.
Il reportage è stato girato sabato 8 marzo, giornata della passeggiata ecologica durante la quale, nell’ambito del progetto ISOLA, i volontari hanno raccolto i rifiuti trovati lungo il loro cammino. Lo scopo dell’iniziativa è da alcuni anni quello di aiutare l'ecosistema della preziosa area umida, gli animali che lo popolano e la vegetazione intorno all’acqua. Il plogging è una pratica nata in Svezia che coniuga l'attività sportiva all'aria aperta, come il jogging, con la salvaguardia dell'ambiente. Ad Arignano se ne propone da alcuni anni una versione lenta, in cui non è necessario correre ma basta camminare.
“Questo specchio d’acqua è molto significativo per la nostra comunità e per la sua identità. I più anziani tra noi ricordano che a loro volta i loro antenati raccontavano vicende incentrate sul lago. Partendo dal lago e dai conti Costa della Trinità, che lo vollero realizzare, si può ripercorrere le nostra storia, inerpicandosi verso il paese, con il suo castello, la roccae le quattro torri che lo dominano. - ha spiegato al microfono di “Oasi Metropolitane” il Sindaco di Arignano, Ferdinando Scimone - Il plogging è una buona pratica che dovremmo adottare ogni volta che veniamo al lago, portandoci un sacchettino per raccogliere i rifiuti. Devo però testimoniare che, rispetto a qualche anno fa, c’è meno immondizia sulle sponde. A forza di lavorare sul progetto, si ottengono buoni risultati”. “Noi di Marentino abitiamo proprio sopra il lago, che è un elemento importante del nostro paesaggio. Speriamo che lo si possa valorizzare anche in futuro. - sottolinea la vicesindaca Milena Viarizzo - Negli ultimi anni è stato fatto un lavoro bello e importante di pulizia e di valorizzazione delle specie autoctone. Speriamo che nel futuro si possano ulteriormente tutelare la fauna e la flora presenti dentro e intorno al lago. Anche in inverno, nelle belle giornate per i nostri concittadini la passeggiata domenicale al lago è un classico e tra poche settimane potremo assistere ad una bellissima fioritura”.
“ISOLA”, UN PROGETTO PER TUTELARE L’AMBIENTE DEL LAGO DI ARIGNANO
Un lago che recupera il suo equilibrio naturale, creando nella cittadinanza e negli amministratori locali una nuova consapevolezza sul suo valore ambientale e sulla necessità di tutelarlo, promuovendo una fruizione sostenibile e regolamentata. È con questi obiettivi che la Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino aveva partecipato con successo nel 2022 al bando Simbiosi della Fondazione Compagnia di San Paolo, candidando l’area del Lago di Arignano ad un ulteriore sostegno finanziario per una serie di interventi già parzialmente previsti in un piano d’azione predisposto nell’ambito del progetto europeo Interreg MaGICLandascapes, di cui la Città metropolitana è stata partner.
Il lago collinare di Arignano si trova a una quindicina di chilometri da Torino ed è un avamposto isolato di quelle aree ad elevata naturalità che sono state riconosciute dalla Legge regionale 19 del 2009. Fu il conte Paolo Remigio Costa della Trinità a realizzare nel XIX secolo il vasto bacino irriguo in regione Cremera, al confine tra i Comuni di Marentino e Arignano. All’ingegnere e architetto Benedetto Brunati, ispettore generale del Genio Civile, si deve il progetto della diga e dei mulini a valle alimentati dall’acqua raccolta nel bacino, redatto nel 1838. Il sito era una vasta depressione ricoperta di erba. Il 5 febbraio 1839 Carlo Alberto concesse le "regie patenti" di autorizzazione ai lavori, che procedettero molto rapidamente. Da alcuni anni lo specchio d’acqua tra le colline a est di Torino è stato individuato come Zona naturale di salvaguardia, in quanto è considerato la più importante area umida della collina torinese e un nodo importante della Rete ecologica della Regione Piemonte. L’area è inoltre inserita nella banca dati regionale delle Zone umide come lago artificiale e, per la parte a monte, come stagno-palude, configurandosi come core area della Rete ecologica provinciale individuata dal Piano territoriale di coordinamento PTC2 della Città metropolitana.
Al progetto candidato sul bando Simbiosi 2022 partecipano otto soggetti di cui sei sono pubblici: la Città metropolitana di Torino-Direzione Sistemi Naturali come capofila, i Comuni di Arignano e Marentino, l’Istituto comprensivo statale di Andezeno, l’Istituto di istruzione superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino, l’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali. Due partner sono invece soggetti no profit: l’associazione regionale produttori apistici Piemonte AsproMiele e il Comitato per la salvaguardia del lago di Arignano.
Gli obiettivi del progetto sono tre: l’aumento della naturalità del lago nella porzione delle acque superficiali, delle sponde e della porzione a Nord, la sensibilizzazione della popolazione e degli Enti sull’importanza della tutela del lago e dei suoi dintorni, la promozione di una fruizione e di un turismo sostenibili, grazie alla regolamentazione, alla vigilanza e all’educazione ambientale.
La naturalità del lago sarà incrementata grazie all’innalzamento del livello dell’acqua di circa 60 centimetri, garantito dalla nuova paratoia in via di realizzazione: questo consentirà la differenziazione degli ambienti, il mantenimento e rigenerazione degli habitat di palude (cariceti, giuncheti e canneti) e la rigenerazione dell’habitat delle acque profonde. Nel 2024 sono stati realizzati 5 stagni-bacini temporanei idonei alla riproduzione e al mantenimento degli anfibi minacciati dalla frammentazione e distruzione dei loro habitat naturali.Le aree prative sono state interessate da trinciature intensive e ripetute durante l’anno, associate ad interventi per la gestione della vegetazione invasiva e non autoctona, in particolare dell’Amorpha fruticosa e della Solidago gigantea. La ricostruzione del cotico erboso sarà realizzata tramite la semina di un miscuglio polifita, che consenta di nutrire adeguatamente gli insetti imenotteri apoidei, i più noti dei quali sono le api. Nelle porzioni di bordo e all’interno delle superfici boschive sono state messe a dimora specie arbustive autoctone, tra cui piante di antica gestione agricola, come gelsi e meli della cultivar tipica di Arignano. Lungo le sponde del lago sono stati realizzati 7 siti di rifugio per pesci e rettili (due in più rispetto ai 5 previsti dal progetto iniziale) abbattendo alcune piante, posizionandone la chioma in acqua e ancorandole alla stessa ceppaia o ad altre piante. Saranno inoltre messi a dimora rizomi di cannuccia di palude e di piante acquatiche e di bordo umido. Sono stati effettuati, nel 2023 e nel 2024, due interventi di contenimento dell'ittiofauna alloctona da parte degli operatori dell'Ente Parchi Reali, insieme ad esperti ittiologi. Grazie ad iniziative come il plogging lento e ad altri momenti formativi ed educativi, la popolazione locale viene sensibilizzata sull’importanza della conservazione delle zone umide in quanto habitat di grande importanza per la biodiversità, la cui riduzione è una delle cause dell’accresciuto rischio di estinzione per molte specie di uccelli, anfibi, insetti e e vegetali. È in via di completamento un percorso didattico all’interno della Zona naturale di salvaguardia, che vedrà la posa di targhette e pannelli illustrativi del progetto con informazioni sugli habitat e delle specie di maggiore rilievo. La realizzazione del progetto è in grado di produrre ricadute economiche positive per le attività ricettive e le aziende agricole, comprese quelle apistiche, impegnate nella vendita diretta delle loro produzioni.
