La stesura del Piano Strategico della Città Metropolitana di Torino coinvolge anche e soprattutto i Comuni montani di un territorio in cui convivono e si integrano la quarta città italiana per popolazione, la sua estesa area metropolitana e un vasto e articolato territorio rurale, collinare e montano. Come ha più volte sottolineato il Sindaco metropolitano Piero Fassino, è importante che tutti gli aministratori locali dei 315 Comuni della Città Metropolitana sentano il Piano come una propria “creatura”, cioè come l’esito di una profonda riflessione ed elaborazione collettiva sul futuro del territorio.
Mentre proseguono gli incontri tra il Sindaco Fassino, il Vicesindaco Alberto Avetta e gli amministratori dei Comuni delle undici Zone omogenee, l’UNCEM Piemonte e la Città Metropolitana hanno concordato di dedicare alle vallate montane un momento di confronto specifico sui temi che stanno a cuore alle “Terre Alte”, per raccogliere e valutare idee, progettualità e proposte operative.
L’appuntamento è per venerdì 26 febbraio a partire dalle 10 nella sala al quindicesimo piano della sede della Città Metropolitana in corso Inghilterra 7. "La Montagna nella Città Metropolitana. Costruire un nuovo rapporto" è il titolo di un incontro che si terrà, non a caso, a dieci anni esatti dalla giornata in cui si chiusero trionfalmente i Giochi Olimpici Invernali di Torino. Sono previsti interventi del Sindaco metropolitano Piero Fassino, del Vicesindaco Alberto Avetta, dell’Assessore regionale Aldo Reschigna (con deleghe al Bilancio, Finanze, Programmazione economico-finanziaria, Enti locali e Post olimpico), del Presidente di UNCEM Piemonte, Lido Riba e di tutti i Sindaci di Comuni montani che vorranno portare il loro contributo di idee, stimoli e proposte.
Sarà l’occasione per ripensare un rapporto città-montagna che è un “cantiere aperto”, nel senso che non tutte le idee maturate negli anni di preparazione al grande evento del 2006 hanno trovato una concreta attuazione.
Gestire la risorsa acqua, vero “oro blu” delle vallate alpine
Negli anni che precedettero l’evento olimpico, il compianto europarlamentare Rinaldo Bontempi, nella sua veste di membro del Consiglio di amministrazione del TOROC, fu promotore del progetto “Torino Città delle Alpi”. Molte delle intuizioni contenute in quel progetto attendono ancora una realizzazione concreta. Nella direzione di un rapporto di scambio positivo e reciprocamente vantaggioso vanno ad esempio i fondi ATO: oltre 10 milioni di Euro che ogni anno vengono investiti nelle aree montane per la tutela delle fonti idriche e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Si tratta dell'unico esempio in Italia di "pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali" previsto anche dalla recente legge nazionale sulla green economy, il Collegato ambientale alla Legge di stabilità. La montagna piemontese immagazzina e garantisce ogni anno 13 miliardi di metri cubi di "oro blu". Secondo l’impostazione dell’UNCEM Piemonte e del suo Presidente Lido Riba, la costruzione di un nuovo legame città-montagna passa attraverso l’attribuzione di un valore effettivo al bene acqua, con la corresponsione da parte di chi lo utilizza di un corrispettivo a chi quel bene lo produce. Per gli usi idropotabili è già così: in Piemonte una parte della tariffa idrica annua pagata, 4 Euro a famiglia, va ai territori montani per la difesa delle fonti idriche.
La montagna chiede alla città, dove sono concentrati i luoghi della decisione e della rappresentanza, regole diverse per l'organizzazione di servizi. “In questo ci aiuta la strategia nazionale per le aree interne, - ricorda il Presidente Riba - che prevede specifiche misure e fondi per garantire scuole, sanità, trasporti e crescita economica nelle valli alpine e appenniniche. Poi dobbiamo agire sulla defiscalizzazione delle imprese che esistono e si insediano in montagna. Meno tasse, dunque, senza però che l'Europa blocchi la defiscalizzazione in nome del principio della concorrenza. Così come non ha bloccato Amburgo che ha portato i suoi porti in house per non farli andare in mano cinese. Non possiamo avere due pesi e due misure ".
Città e montagna “verdi” e “smart”
Nell’unica Città Metropolitana italiana che comprende vallate alpine si può certamente fare ancora di più, per costruire le “green communities”, favorire l'interazione tra Unioni Montane di Comuni rafforzando il legame con la struttura tecnica e politica della Città Metropolitana, attrarre fondi europei per l’innovazione e la crescita economica e sociale inclusiva. Diventare più “smart” e più sostenibilmente tecnologica non è un imperativo solo per la grande città. Anche le vallate alpine, olimpiche e non, devono essere interconnesse e “intelligenti”, varando progetti per la mobilità sostenibile, la gestione delle risorse, il miglioramento delle infrastrutture. Serve una riflessione politica e istituzionale, ma anche una svolta culturale. Sindaci e amministratori montani devono imparare a fare sempre più squadra e a rapportarsi in modo completamente diverso con quelle che un tempo si chiamavano le “istituzioni sovraordinate”. L’Unione Europa, lo Stato italiano, ma soprattutto la Regione Piemonte e la Città metropolitana, non devono più essere considerati soggetti terzi da interpellare per ottenere fondi e assistenza, ma come il contesto istituzionale in cui si concertano e si costruiscono le opportunità per i territori extraurbani di pianura, collina e montagna.
Le Terre Alte provano oggi a invertire la tendenza allo spopolamento e all'abbandono, alla riduzione dei servizi e alla desertificazione commerciale. L'evento del 26 febbraio vuole essere l'occasione per riavviare un profondo e concreto dibattito sulle scelte e sulle sfide che stanno di fronte non alla montagna ma all’intera Città metropolitana.