I NOSTRI COMUNICATI

 

Presentati i dati dell’inclusione scolastica degli allievi con disabilità e svantaggi

Sono stati presentati oggi, nell’aula magna del liceo Berti di Torino, i dati del primo Piano annuale per l’inclusività (Pai) relativo alle scuole e alle agenzie formative della Città metropolitana, con esclusione del capoluogo, nell’anno scolastico 2015-2016.
Obiettivo del Pai, strumento messo a punto congiuntamente dall’Ufficio Scolastico Regionale e dalla Città metropolitana, è favorire l’inclusione scolastica e formativa degli allievi con disabilità e svantaggi. Il Pai è uno strumento finalizzato all’autoconoscenza e alla pianificazione della didattica in senso inclusivo, in grado di fotografare i punti di forza e le criticità degli interventi realizzati da scuole e agenzie nell’anno scolastico trascorso e di progettare l’offerta formativa dell’anno successivo allo scopo di migliorarne la capacità di inclusione.
Grazie alla scheda in formato digitale, in linea con il processo di de materializzazione in atto nella pubblica amministrazione, scuole e agenzie formative di Torino hanno potuto rendicontare in un unico documento le attività realizzate, permettendo la raccolta integrata, l’elaborazione dei dati e il confronto tra gli ordini di scuola e i due sistemi di istruzione e formazione professionale.
Il seminario, organizzato dall’Ufficio Scolastico regionale e dalla Città metropolitana di Torino, è stato aperto dai saluti della consigliera delegata all’istruzione, orientamento e formazione professionale della Città metropolitana di Torino Barbara Azzarà, che, dopo aver richiamato i valori fondanti dell’inclusione nel sistema educativo contenuti nella Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità, ha messo l’accento sull’importanza del fatto che, su impulso della Città metropolitana di Torino, ora anche tutti i Centri di formazione professionale sono tenuti a presentare il Pai.

 I dati

Dai dati presentati durante la mattinata, è emerso che gli alunni con disabilità presenti nelle scuole (dalla scuola materna alle superiori, paritarie e statali) nel 2015-2016 erano 4098, gli alunni con disturbi evolutivi specifici (dislessia, disgrafia, discalculia, deficit dell’attenzione, iperattività, disturbi del linguaggio) 10.169 e quelli con svantaggi (socio-economico, linguistico-culturale, difficoltà comportamentale, istruzione parentale ecc.) ammontavano a 8260. Gli scolari con disabilità erano tra l’1,5 e il 3% del totale; quelli con disturbi evolutivi specifici erano tra il 4,3 (paritaria) e il 4,8 (statale) nella primaria, il 10,5 nella secondaria di primo grado e tra il 6,1 (statale) e il 12,2 (paritaria) nella secondaria di secondo grado; gli allievi con varie forme di svantaggio erano il 5,8 nella materna, il 5,6 nella primaria, il 4,7 nella secondaria di primo grado e il 3,2 nella secondaria di primo grado (i soggetti di quest’ultima categoria frequentavano soprattutto la scuola statale).
Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno (i dati si riferiscono solo alle scuole statali), i posti erano 2266,5 per 4060 allievi, con un rapporto di 1,79. La percentuale degli insegnanti di sostegno variava, a seconda del ciclo di studi, tra il 10,1 e il 13,3 del totale degli insegnanti.
“Il Pai non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico” ha ricordato nel suo intervento la consigliera Azzarà, “ma come uno strumento che può contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi, per realizzare concretamente l’obiettivo di una scuola e di una formazione ‘per tutti e per ciascuno’”.