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Città metropolitana e Cgil, Cisl, Uil firmano intesa sui lavori pubblici

Garanzia dell’occupazione e della continuità di retribuzione di pari passo con il miglioramento della qualità dei servizi, il rispetto della trasparenza nelle procedure di gara, il contrasto ai fenomeni di illegalità e di concorrenza sleale a salvaguardia delle imprese che operano nel rispetto dei contratti di lavoro e della legge.

Sono alcuni dei punti più significativi del protocollo d’intesa sui lavori pubblici – in particolare appalti, concessioni e affidamenti dei servizi – firmato oggi dal vicesindaco Marco Marocco in rappresentanza della Città metropolitana di Torino e da Elena Petrosino, Domenico Paoli e Cristina Terrenati rispettivamente in rappresentanza delle confederazioni torinesi di Cgil, Cisl e Uil.

È un atto dovuto” ha commentato il vicesindaco Marocco “perché i tagli subiti in questi anni dagli enti locali si sono ripercossi a loro volta sui tagli occupazionali e sulla qualità dei servizi. Con il protocollo diamo evidenza al fatto che nel dna del nostro ente pubblico c’è la tutela dei lavoratori. La Città metropolitana vuole procedere sulla via del ripristino dell’equità sociale e della qualità dei servizi, e per questo stiamo lavorando sulla sostenibilità, per premiare le aziende che utilizzano mezzi e prodotti sostenibili”.

Soddisfazione anche da parte delle organizzazioni sindacali, che hanno sottolineato non solo l’importanza del protocollo in sé, ma, come ha fatto notare Cristina Terrenati (Uil) l’aver creato uno schema di intervento che può aver ricadute anche su appalti che non ricadono direttamente sotto la Città metropolitana. Elena Petrosino (Cgil) ha fatto notare che il protocollo garantisce continuità di retribuzione oltre che occupazionale a circa 15mila lavoratori, e che bisogna lavorare a a creare un sistema “premiante” per quelle aziende che si comportano correttamente. A questo proposito Domenico Paoli (Cisl) ha spiegato che si sta già lavorando a una declinazione del protocollo d’intesa per quei lavori pubblici, come l’edilizia, che più si prestano alla concorrenza sleale.