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Ambizioso progetto di sviluppo per il Bonafous a Chieri: avviato il lavoro con un protocollo

Prima riunione  a Torino per dare attuazione al protocollo d'intesa siglato nei mesi scorsi con lo scopo di rendere il complesso del Bonafous in strada Pecetto a Chieri un polo d'eccellenza nelle attività didattiche, accademiche, di formazione, culturali, in campo ambientale ed agricolo per lo sviluppo del territorio.

Convocati da Antonino Iaria assessore al patrimonio e Alberto Unia assessore al verde  della Città di Torino - proprietaria del complesso sulla collina chierese fin dal 1987 -  i firmatari del protocollo hanno avviato l'esame di una serie di aspetti tecnici che coinvolgeranno nel prossimo futuro le diverse attività presenti oggi al Bonafous favorendo gli interventi di recupero, valorizzazione e sviluppo indispensabili a rafforzare l'offerta formativa.

La Città metropolitana di Torino è impegnata in particolare a programmare gli interventi di ristrutturazione necessari per rendere utilizzabili i locali destinati all'ampliamento dell'Istituto di scuola superiore "Vittone" e la parte cosiddetta della ex foresteria: "lavoriamo per reperire le risorse necessarie - commenta il consigliere metropolitano delegato ai lavori pubblici Fabio Bianco - e poterci far carico di destinare quegli spazi alle necessità di ampliamento della popolazione scolastica del territorio Chierese".

Di particolare interesse anche gli sviluppi connessi alla presenza del Dipartimento DISAFA dell'Università di Torino con le sue attività di ricerca in ambito vitivinicolo attraverso la nuova cantina e il vigneto sperimentali, sede di tirocinio per numerosi studenti universitari cui potrebbero aggiungersi in collaborazione con ENGIM Piemonte anche programmi di reinserimento lavorativo rivolti a detenuti a fine pena o a quanti hanno scelto le misure alternative alla pena.  Unia ha elencato le azioni avviate anche con il Ministero di Grazia e Giustizia e con il Ministero delle Politiche Agrarie per la stesura di un progetto condiviso per l’inserimento in percorsi di inclusione nelle attività didattiche e formative e mediante lo sviluppo di politiche attive del lavoro, di detenuti in fine pena.