All’incontro del 4 giugno, moderato moderato da Alba Garavet, responsabile di Europe Direct Torino, hanno partecipato esperti e rappresentanti delle istituzioni coinvolte nella progettazione, attuazione e valutazione del PNRR, con un focus specifico sul ruolo del monitoraggio civico come strumento di democrazia e trasparenza.
Arjon Malasi del Ministero dell’Interno, ha evidenziato il valore di un controllo capillare per evitare sprechi, corruzione e ritardi, rimarcando come gli strumenti tradizionali, pur fondamentali, non siano sufficienti a restituire il quadro completo. “È il monitoraggio civico, soprattutto quello locale, a colmare la distanza tra ciò che mostrano i database centrali e quello che davvero accade nei territori. - ha spiegato Malasi - Solo così possiamo valutare se i progetti stanno generando vero valore pubblico”.
Un concetto ripreso e approfondito anche da Lorenzo Sanchez del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha insistito sulla necessità di cambiare metodo nella gestione degli investimenti, perché “il PNRR nasce da una risposta sociale alla pandemia, che ha messo in luce disuguaglianze e fragilità del sistema. Serve una nuova impostazione negli investimenti pubblici e serve un ascolto profondo del territorio: ciò che vediamo dai database è solo una parte della realtà. Il monitoraggio civico è ciò che ci permette di coglierne le sfumature”.
Gli interventi di Francesco Rossi Salvemini della Task Force PNRR della Commissione Europea e di Massimo Gaudina della European Training Foundation, hanno contribuito ad ampliare lo sguardo europeo dell’incontro, sottolineando l'importanza di costruire una cittadinanza europea consapevole, capace di valutare e raccontare l'impatto delle politiche pubbliche sul benessere collettivo. “L’Unione Europea è parte della soluzione, non il principio del problema. Eppure un italiano su tre è invece convinto del contrario” ha sottolineato Gaudina. “Le iniziative di partecipazione civica servono proprio a far capire, attraverso la trasparenza, l’utilità dei progetti e i cambiamenti che possono avviare. Inoltre, monitorare i progetti permette di entrare nella complessità delle cose, competenza sempre più richiesta nel mondo del lavoro. È positivo che a farlo siano proprio studenti universitari” ha concluso lo Special Advisor della European Training Foundation. Il monitoraggio realizzato durante il laboratorio universitario si è ispirato alla metodologia di Monithon, il modello di monitoraggio civico nato nel 2013 dall’esperienza del portale open data OpenCoesione. Antonella Ciociola, responsabile della redazione di Monithon, ha illustrato l’approccio partecipativo che guida questa esperienza: "Mettere le competenze e le energie della cittadinanza al centro del monitoraggio vuol dire rendere i dati vivi, utili e generativi per le comunità". Un metodo che unisce ricerca sul campo, lettura dei dati pubblici e confronto con i territori, per rafforzare trasparenza, consapevolezza e fiducia.
