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Quando la risposta è più Europa: studenti universitari a confronto sulle politiche di coesione

Senza l’Europa Unita il nostro continente è destinato all’irrilevanza. Quando si dice che un progetto non si può realizzare per colpa dell’Europa è falso ed è vero l’esatto contrario: la dimostrazione sono i fondi del PNRR”: una decisa presa di posizione a favore della UE e delle opportunità che mette a disposizione dei territori quella che il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo ha proposto nel pomeriggio di mercoledì 4 giugno ai partecipanti al laboratorio universitario dedicato alle politiche di coesione dell’Unione europea e alle strategie di comunicazione territoriale, promosso dal centro Europe Direct della Città metropolitana di Torino in collaborazione con l’Università di Torino. “A frenare le politiche dell’Unione sono spesso i veti di alcuni Stati membri. - ha sottolineato il Vicesindaco metropolitano – Ma i progetti del PNRR in via di completamento stanno portando sul nostro territorio investimenti per 380 milioni di euro su infrastrutture e servizi. La Città metropolitana gestisce direttamente fondi per 120 milioni, destinati ad esempio ad interventi sull’edilizia scolastica e alla riqualificazione ambientale attraverso la riforestazione. Inoltre il nostro Ente sta curando la regia di progetti che impegnano risorse per 265 milioni, selezionati in tempi ristretti e attraverso scelte condivise con gli amministratori locali. Se stiamo ai fatti, progetti come quello scaturito dal Masterplan del Comune di Avigliana avranno ricadute sulla qualità della vita di tutti i cittadini del territorio: giovani studenti, anziani, adulti pendolari. Non di meno Europa abbiamo bisogno ma di una Europa rafforzata”.
All’incontro del 4 giugno, moderato moderato da Alba Garavet, responsabile di Europe Direct Torino, hanno partecipato esperti e rappresentanti delle istituzioni coinvolte nella progettazione, attuazione e valutazione del PNRR, con un focus specifico sul ruolo del monitoraggio civico come strumento di democrazia e trasparenza.
Arjon Malasi del Ministero dell’Interno, ha evidenziato il valore di un controllo capillare per evitare sprechi, corruzione e ritardi, rimarcando come gli strumenti tradizionali, pur fondamentali, non siano sufficienti a restituire il quadro completo. “È il monitoraggio civico, soprattutto quello locale, a colmare la distanza tra ciò che mostrano i database centrali e quello che davvero accade nei territori. - ha spiegato Malasi - Solo così possiamo valutare se i progetti stanno generando vero valore pubblico”.
Un concetto ripreso e approfondito anche da Lorenzo Sanchez del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha insistito sulla necessità di cambiare metodo nella gestione degli investimenti, perché “il PNRR nasce da una risposta sociale alla pandemia, che ha messo in luce disuguaglianze e fragilità del sistema. Serve una nuova impostazione negli investimenti pubblici e serve un ascolto profondo del territorio: ciò che vediamo dai database è solo una parte della realtà. Il monitoraggio civico è ciò che ci permette di coglierne le sfumature”.
Gli interventi di Francesco Rossi Salvemini della Task Force PNRR della Commissione Europea e di Massimo Gaudina della European Training Foundation, hanno contribuito ad ampliare lo sguardo europeo dell’incontro, sottolineando l'importanza di costruire una cittadinanza europea consapevole, capace di valutare e raccontare l'impatto delle politiche pubbliche sul benessere collettivo. “L’Unione Europea è parte della soluzione, non il principio del problema. Eppure un italiano su tre è invece convinto del contrario” ha sottolineato Gaudina. “Le iniziative di partecipazione civica servono proprio a far capire, attraverso la trasparenza, l’utilità dei progetti e i cambiamenti che possono avviare. Inoltre, monitorare i progetti permette di entrare nella complessità delle cose, competenza sempre più richiesta nel mondo del lavoro. È positivo che a farlo siano proprio studenti universitari” ha concluso lo Special Advisor della European Training Foundation. Il monitoraggio realizzato durante il laboratorio universitario si è ispirato alla metodologia di Monithon, il modello di monitoraggio civico nato nel 2013 dall’esperienza del portale open data OpenCoesione. Antonella Ciociola, responsabile della redazione di Monithon, ha illustrato l’approccio partecipativo che guida questa esperienza: "Mettere le competenze e le energie della cittadinanza al centro del monitoraggio vuol dire rendere i dati vivi, utili e generativi per le comunità". Un metodo che unisce ricerca sul campo, lettura dei dati pubblici e confronto con i territori, per rafforzare trasparenza, consapevolezza e fiducia.studenti incontro monitoraggio PNRR 04 06 2025