Imponente ed elegante, il Castello di Pavarolo che domina l'abitato è, forse ancor più della torre campanaria, il vero simbolo del paese.
La nuova puntata di Storie metropolitana dedicata all'antica dimora che domina il versante meridionale delle colline del Po è pubblicata al link https://youtu.be/7eASJPtfigU
Ci accompagna alla scoperta del luogo Eleonora Zavattaro Ardizzi, discendente della famiglia che nel 1924 acquistò il castello.
"Da cento anni – spiega la proprietaria – la famiglia di mio padre, il generale Guglielmo Zavattaro Ardizzi, è legata al Castello da un sentimento di dedizione e appartenenza e, allo stesso tempo, di responsabilità per il patrimonio storico e artistico che oggi rappresenta sul territorio".
I primi documenti raccontano che il Castello di Pavarolo intorno al 1047 svolgeva, con la sua posizione panoramica a 360°, una funzione difensiva feudale e di controllo sulla via del Sale. Le pietre rotonde di fiume visibili sulla base dello spigolo sud-ovest ci rammentano tale epoca. Grazie ad importanti lavori di restauro conservativo sono stati riportati alla luce soffitti a cassettoni dipinti su commissione della famiglia Signorino Balbo che nel 1260 visse a Pavarolo. La scoperta ha suscitato l'interesse di uno studio approfondito condotto da Luisa Gentile, esperta di araldica e ricercatrice dell'Archivio di Stato di Torino. I dipinti, datati dalla Sovraintendenza, tra il 1350 e 1360, raffigurano uno stemmario, figure antropomorfe, animali e immagini cortesi come scene di brindisi e innamorati. Ad oggi sono riconosciuti tra i dipinti meglio conservati di tutto il Piemonte. Il castello è stato oggetto tra il 1700 e la fine del 1800 di ampliamenti strutturali e interventi decorativi. Nel 1700 fu lateralmente ampliato con la scuderia e con la doppia scalinata sovrastante l'antichissimo pozzo di quasi 90 metri ancora attivo. Al piano terreno e al primo piano si trovano decori del tardo 800, commissionati dalla proprietaria Malvina Garnery, figlia del console inglese di Torino, che portò il caratteristico stile neogotico floreale conferendo un tocco femminile e gentile.
"La nostra famiglia – conclude Eleonora - in collaborazione con ADSI, l'Associazione Dimore Storiche Italiane, il Comune di Pavarolo e la Pro Loco locale ha scelto di condividere questo patrimonio privato di importanza collettiva nazionale. Il Castello ospita eventi che catturano l'interesse di un turismo di tipo esperienziale che vive stupore nell'accedere ad una ricchezza storica artistica esplorando al contempo il tessuto culturale, economico e sociale del paese di Pavarolo fortemente partecipativo cui va la nostra riconoscenza".
Avere sul proprio territorio una dimora storica è un buon punto di partenza per attrarre turisti, ma occorre lavorare insieme con l'amministrazione e le associazioni locali per creare una vera e propria sinergia.
" Tutti i volontari che operano sul territorio comunale – spiega la volontaria Paola Vittone - si mettono a disposizione affinché le aperture del Castello siano un successo. Occorre pensare a molti aspetti, primo fra tutti alla sicurezza dei visitatori controllando i flussi di traffico e prevedendo parcheggi e navette. Un lavoro impegnativo che vede la collaborazione dell'amministrazione, della Protezione Civile e dei Carabinieri. In occasione della Giornata Nazionale ADSI, che ha coinvolto il Castello di Pavarolo il 26 maggio, tutto il Comune si è messo a disposizione: Museo e Casa Casorati aperti, giardini accessibili, ristoranti e locali con golose proposte. Un lavoro di squadra che ci ha premiato".
Tassello fondamentale per aiutare i proprietari di dimore storiche è senza dubbio ADSI, la cui sezione Piemonte -Valle d'Aosta è stata costituita nel 1977.
"L'Associazione – racconta Teresa Besostri Grimaldi di Bellino, consigliera ADSI, nasce proprio con l'intenzione di fare rete tra i proprietari delle dimore storiche condividendo così le problematiche connesse al mantenimento, alla ristrutturazione e al loro utilizzo.
"Personalmente – continua la consigliera Besostri – credo che lo scopo di ADSI sia anche la tutela del bello, perché da un lato la bellezza crea comportamenti emulativi virtuosi e dall'altro è risaputo che attenua molto la conflittualità. Occorre anche comprendere – conclude la consigliera - che possedere una dimora storica non è solo un privilegio privato, ma è un bene al servizio della collettività".
Video e galleria foto al link http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2023/storiemetropolitane/