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Sino a sabato 21 maggio a Palazzo Cisterna la mostra “un mare di colori”, con le opere di Mario Berrino, il pittore del “Muretto” di Alassio

Alassio 1953: a Mario Berrino, pittore e titolare del Caffè Roma, viene l'idea di trasformare un rustico muricciolo davanti al suo locale in un susseguirsi di piastrelle irregolari, vivacemente colorate, che riportino le firme dei più illustri clienti del suo locale. Allo scrittore Ernest Hemingway, amico e cliente di Berrino, l'idea piace subito e così l’artista e impenditoe alassino sistema le prime tre piastrelle, realizzate dal locale ceramista Pacetti. Insieme alla firma dell’autore di “Addio alle armi”, ci sono quelle dei componenti del Quartetto Cetra e del chitarrista Cosimo Di Ceglie. E’ nato ufficialmente il “Muretto”, che diventerà il monumento simbolo di Alassio nel mondo.

A Mario Berrino, al suo Muretto e alla sua produzione pittorica è dedicata la mostra “Un mare di colori”, allestita a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, per iniziativa della Galleria Berrino, della Fondazione Mario Berrino per il Muretto di Alassio e del Centro Culturale Mario Pannunzio, con il patrocinio e il sostegno della Città di Alassio e della Città Metropolitana di Torino.

La mostra è visitabile sino a venerdì 20 maggio, dalle 10 alle 18,30. Anche nella mattinata di sabato 21 maggio, in occasione della visita guidata al palazzo, sarà possibile ammirare i quadri di Berrino.

UNA VOCAZIONE ARTISTICA NATA FREQUENTANDO I GRANDI NOMI DELLA PITTURA DEL ‘900

La passione di Berrino per la pittura nacque dalla frequentazione con alcuni dei più importanti esponenti del panorama artistico del secondo Novecento. Uno spazio del Caffè Roma, chiamato “La buca del Muretto”, era dedicato all'arte e vi esponevano Wilfredo Lam, Lucio Fontana, Aligi Sassu, Umberto Lilloni, Franco Balan, i ceramisti e gli scultori di Albisola. La loro conoscenza, assieme agli studi artistici del professor Busnelli sulle tecniche dell'acquarello, tempera, encausto e olio, stimolarono Berrino alla ricerca e gli diedero l'impulso per iniziare ad esporre le sue tele. La sua intensa vena creativa si era costantemente alimentata nei viaggi, negli incontri con la gente, nell'affetto, ricambiato, dei suoi fidati amici a quattro zampe e di quello a due zampe, Pedrito, il pappagallo regalatogli da Ernest Hemingway. Di Berrino lo scrittore Piero Chiara ebbe a scrivere che “dipinge a colpi di luce, proiettando sulla tela i colori, sostanza terrestre che diventa immagine per una trasmutazione della quale Mario è l’agente consapevole o il demiurgo incosciente”. Alla fine degli anni ‘60 Berrino tenne Alassio corsi di pittura per allievi americani del Royalton College di Vermont. Dal 1976 l’artista di Alassio si dedicò completamente alla pittura. Membro di varie Accademie, le sue opere figurano in numerose collezioni pubbliche e private. I suoi quadri sono esposti in permanenza nelle sue due gallerie ad Alassio e a Monte Carlo.

TORINO E ALASSIO, UN LEGAME SECOLARE

La retrospettiva torinese di Mario Berrino, scomparso nel 2011 all’età di 90 anni, rientra nel solco dei profondo legami e contatti fra Torino ed Alassio, una delle località turistiche più amate dai torinesi sin dalla fine dell’Ottocento. Ad Alassio ha sede l’Istituto Salesiano Don Bosco, fondato dal Santo sociale torinese per antonomasia nel 1870. Nel cortile del “Don Bosco” una piastrella inaugurata nel 2014 ricorda il capitano Franco Balbis, Medaglia d’oro della Resistenza, fucilato dai nazifascisti al Martinetto nel 1944 . Ad Alassio il torinese Roberto Baldassarre fu per anni direttore della bibliotecva e animatore di eventi culturali, dando vita tra l’altro alla “Biblioteca sol mare”, dedicata al medico e partigiano torinese Renzo Deaglio. Sono molti gli alassini di origini torinesi. Tra gli artisti che scelsero la Baia del Sole per trovare ispirazione vi fu anche Carlo Levi, l’autore di “Cristo si è fermato a Eboli”, a cui è intitolata una pinacoteca che conserva alcune delle sue opere migliori. Dell’assidua frequentazione di Alassio da parte dei torinesi scrisse anche Mario Soldati, in una lettera in cui si legge che “Berrino ha riavvicinato, dopo la tragedia della guerra, i torinesi alla gioia dell’estate che ha eternato nelle sue tele”. Dal 2000 ad Alassio è stata costituita una sezione del Centro Culturale Mario Pannunzio, che ha promoso numerose conferenze su temi di attualità ed ha istituito il Premio “Pannunzio Alassio”.