I NOSTRI COMUNICATI

 

Novalesa Comune d’Europa e nel Cammino di Santiago: una conferenza sabato 28 aprile

Novalesa, un paese medioevale con un’abbazia più che millenaria, è stata per secoli una tappa obbligata sulla strada del Moncenisio, che conduceva da Parigi a Roma. La storia di Novalesa la si può scoprire e riscoprire in ogni angolo del paese e della sua abbazia. L’associazione “Arte, Cultura e Tradizioni a Novalesa in Val Cenischia” valorizza il patrimonio culturale e storico novalicense organizzando visite guidate ed eventi culturali e collaborando con altre associazioni: in particolare con gli “Autori Associati della Savoia e dell’Arco Alpino” e con la Società di ricerca e di studi “Segusium”, fondata nel 1963 con l'obiettivo di promuovere e tutelare il patrimonio storico, artistico, linguistico e paesaggistico della Valle di Susa.
Sabato 28 aprile alle 16il Presidente della “Segusium” Germano Bellicardi e il vicepresidente Livio Dezzani terranno una conferenza alla Casa degli Affreschi Novalesa, per parlare dell’associazione, della sua attività e del ruolo del paese nella storia. Nel convegno patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino il Presidente Bellicardi tratterà il tema “Novalesa nel cammino di Santiago”, mentre l’architetto Dezzani parlerà di “Novalesa, Comune d’Europa”.

45 ANNI FA IL RITORNO DEI MONACI A NOVALESA

L’Abbazia di Novalesa in Val Cenischia, fondata nel 726 da monaci cistercensi, fu un faro di civiltà e cultura nei secoli più bui del Medioevo e ha resistito ai saccheggi, all’abbandono e alla laicizzazione, per tornare quarantacinque anni orsono alla sua funzione originaria di centro spirituale e culturale della Valsusa (vedi www.abbazianovalesa.org). Nel 1973 l’allora Provincia di Torino scelse di affidare l’Abbazia alla Congregazione Benedettina Sublacense, con una convenzione della durata di 29 anni, che fu siglata ufficialmente nel 1974 e rinnovata nel 2006. La prima convenzione ha consentito di procedere ai restauri e alla valorizzazione del complesso. Di particolare rilevanza l'attuale attività di restauro di antichissimi volumi da parte dei benedettini. La nuova convenzione ha consolidato il rapporto tra la Provincia e l'ordine religioso, che si adopera per diffondere la conoscenza dell'antichissima tradizione spirituale, culturale e sociale dell'Abbazia. Il programma di recupero, portato a termine all’inizio del nuovo millennio, è stato incentrato sulla riorganizzazione degli spazi necessari per la vita della comunità dei monaci e per le relazioni con l'esterno, a cui la comunità stessa si è aperta negli ultimi anni. Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. All’interno del recinto murario si possono ammirare quattro cappelle. Quella di Sant’Eldrado conserva i suggestivi affreschi di età romanica dedicati alla vita del santo. L'obiettivo degli interventi realizzati negli ultimi quindici anni è stato quello di localizzare all'interno del complesso funzioni diverse: dalla residenza dei monaci alle attività legate al libro, dall'ospitalità dei visitatori alla realizzazione di spazi museali. Novalesa è il luogo ideale per ritemprare corpo e spirito, per dedicare un po’ di tempo alla meditazione e alla riflessione, alternando momenti di relax a momenti turistici e culturali. Il tutto è reso possibile dalla cortese accoglienza dei monaci benedettini, i quali perseguono tuttora nella loro vita quotidiana il motto “Ora et labora”. La chiesa e le cappelle di San Salvatore e Sant’Eldrado si possono ammirare durante visite guidate il sabato e la domenica dalle 9 alle 11,30. La chiesa abbaziale e le sale del museo sono visitabili nei giorni feriali e festivi estivi dal 1° luglio al 15 settembre (escluso il giovedì) dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,30. Dal 16 settembre al 30 giugno le visite pomeridiane terminano alle 16. Per ulteriori informazioni e per i dettagli sulle visite alle cappelle del complesso abbaziale si può telefonare al numero 0122-653210 o visitare il sito Internet www.abbazianovalesa.org

1.300 ANNI DI STORIA

Posta al centro della Valle Cenischia, l’Abbazia di Novalesa è circondata da uno straordinario anfiteatro naturale, ai piedi del Monte Rocciamelone. Fu fondata nel 726 da Abbone, signore franco di Susa e Maurienne, che ne volle fare un presidio e controllo del valico del Moncenisio, affidandola ai monaci benedettini. Dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Andrea, l’Abbazia figurava tra le più importanti d’Europa nell’XI secolo, quando furono realizzati gli affreschi della cappella di Sant’Eldrado, che ancora oggi stupiscono e affascinano per la luminosità e la conservazione cromatica. Nella chiesa, costruita nel XVIII secolo sulle fondamenta di un preesistente edificio di culto di epoca tardo-romana, sono ancora visibili degli affreschi risalenti a più di mille anni fa, come la “lapidazione di Santo Stefano”. Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. Nei pressi del monastero, quattro cappelle sono dedicate a Santa Maria, al Santissimo Salvatore, a San Michele (la più famosa) a Sant’Eldrado e San Nicola. Nei primi anni successivi alla fondazione l’abbazia ottenne dai sovrani franchiPipino il Breve e Carlo Magno numerosi privilegi, tra cui quello della libera elezione dell'abate e del pieno possesso dei beni di fronte a ogni autorità laica ed ecclesiastica. In quel tempo il monastero estendeva i suoi domini anche nel Basso Piemonte, fino all'entroterra ligure di Ponente. Distrutto dai Saraceni nel 906, il monastero fu ricostruito nella prima metà dell'XI secolo su iniziativa di Gezone, abate di Breme. Con i villaggi della Val Cenischia- Ferrera, Venaus e Novalesa - l’abbazia costituì per alcuni secoli una circoscrizione ecclesiastica autonoma. Nel 1646 ai benedettini si sostituirono i cistercensi, che rimasero a Novalesa fino al 1798, quando furono espulsi dal Governo provvisorio piemontese. Il monastero fu successivamente affidato ai monaci trappisti. Fu requisito dallo Stato nel 1855, quando fu approvata la Legge sui Conventi.