Proseguendo il filone culturale e storico inaugurato nel 2016 con la mostra “A rischio della propria vita” e proseguito nel 2017 con quella dedicata a Jan Karski,in occasione del Giorno della Memoria 2018a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede storica della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12, è previsto l’allestimento di una mostra dedicata a Ludwik Zamenhof, ebreo polacco, iniziatore e instancabile promotore della lingua Esperanto.
L’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Italia ha scelto la figura di Zamenhof perché è uno dei molti illustri rappresentanti della comunità ebraica di Polonia, che diede un enorme contributo alla vita sociale, economica e culturale polacca e mondiale e che, dopo nove secoli di storia, scomparve nella Shoah. Nel 2017 è caduto il centesimo anniversario della scomparsa dello studioso polacco e l’anno che si è appena concluso era stato dichiarato dall’Unesco come l’anno di Zamenhof.
La mostra consiste in diciotto pannelli, con testi e didascalie in italiano e in esperanto. L’allestimento a Palazzo Cisterna verrà inaugurato ufficialmente lunedì 29 gennaio alle 17, per iniziativa dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma, del Consolato onorario di Polonia in Torino, della Città Metropolitana di Torino, della Federazione Esperantista Italiana, della Comunità Ebraica e della Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Turynie e del Gruppo Studi Ebraici. La mostra sarà visitabile nei giorni feriali (sabato escluso) dal 29 gennaio al 9 febbraio dalle 9 alle 18.
A completare l’allestimento vi sarà una sezione bibliografica curata dal Centro Esperanto di Torino, che comprenderà sia opere di letteratura originale in esperanto sia capolavori della letteratura mondiale tradotti in lingua internazionale, materiale didattico (manuali di grammatica e vocabolari) e materiale informativo sulla diffusione dell'esperanto nel mondo.
Per informazioni: Ufficio Stampa Città Metropolitana di Torino, telefono 011-8612705 (Michele Fassinotti), e-mail stampa@cittametropolitana.torino.it
CHI ERA ZAMENHOF
Ludwik Zamenhof nacque il 15 dicembre 1859 a Białystok, città che all’epoca faceva parte dell’impero russo, dopo la spartizione della Polonia. Vi abitava un’eterogenea popolazione di molte nazioni: polacchi, russi, ebrei e tedeschi. Già a 10 anni Ludovico scrisse un dramma intitolato “La Torre di Babele - una tragedia di Białystok”. Il titolo indica chiaramente che lì la vita non era facile per i singoli gruppi etnici, a causa tra l’altro (dei problemi di lingua) della difficile intercomprensione linguistica. Per questa ragione Zamenhof già molto presto, a scuola, curò lo studio delle lingue e al tempo stesso pensò costantemente alla creazione di una lingua comune, che potesse risolvere molti problemi delle società multietniche. I primi tentativi di creazione di una lingua internazionale, “Lingwe Uniwersala”, risalgono agli anni degli studi ginnasiali, ma la proposta definitiva di lingua ausiliaria internazionale fu presentata da Zamenhof nel 1887 in un libretto intitolato “Lingvo internacia. Antaŭparolo kaj kompleta lernolibro”- “Lingua internazionale. Prefazione e manuale completo per l’apprendimento” e pubblicato con lo pseudonimo Doktoro Esperanto, che significa “dottore che spera”. Quella parola divenne il nome della lingua, che ebbe un rapido successo. Il suo creatore rinunciò a tutti i diritti d’autore, volendo che la lingua appartenesse a tutta l’umanità.
Il primo Congresso Mondiale di Esperanto ebbe luogo nel 1905 in Francia, dove Zamenhof fu insignito dell’Ordine della Legion d’Onore. In suo omaggio fu illuminata la Torre Eiffel. Il movimento esperantista lanciato da Zamenhof si diffuse rapidamente ed ebbe riconoscimenti da molti insigni esponenti della cultura dell’epoca. In Polonia, il primo che apprezzò l’idea di una lingua internazionale fu Antoni Grabowski, ingegnere e poliglotta, che conosceva e utilizzava quindici lingue, il quale curò la traduzione nella lingua internazionale dei poemi “Signor Taddeo” di Adamo Mickiewicz, e “Mazepa” di Juliusz Słowacki e di altre opere letterarie. La fama del creatore dell’esperanto crebbe e per otto volte fu candidato al Premio Nobel per la Pace. Nel 1912 fu organizzato a Cracovia il Congresso Mondiale di Esperanto. Zamenhof scrisse queste parole agli organizzatori: “Se proprio doveste parlare di me, potreste chiamarmi ‘figlio della terra polacca’, perché nessuno può contestare che la terra in cui sono sepolti i miei genitori e dove lavoro stabilmente ed ho intenzione di lavorare fino al termine della mia vita – è la mia casa…”.
Ludwik Zamenhof morì il 14 aprile 1917 a Varsavia e durante la cerimonia funebre si disse: “Verrà un giorno, in cui tutta la terra polacca capirà quale radiosa fama ha dato questo gran figlio alla sua Patria.” Poco più di vent’anni dopo la sua scomparsa, anche la famiglia di Zamenhof dette il duo tributo di sangue all’orrore della Shoah: durante la Seconda Guerra mondiale, i familiari dello studioso, compresi tre bambini, furono uccisi. Si salvò soltanto suo nipote Cristoforo, figlio di Adamo. Zamenhof e la sua creazione sono onorati da circa 1600 monumenti e siti che recano il suo nome o quello dell’Esperanto in tutti i continenti e persino nello spazio. Per tre volte l’UNESCO ha approvato risoluzioni che confermano i suoi meriti verso l’Umanità: nel 1954, nel 1985 e nel 2015.
I NOSTRI COMUNICATI
Nel Giorno della Memoria a Palazzo Cisterna una mostra su Ludwik Zamenhof, profeta dell'Esperanto
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