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E' online il calalogo del Fondo Dragone, ricchissima collezione della nostra Biblioteca storica

Opere di circa 180 pittori e incisori della scena nazionale e internazionale, in prevalenza del XX secolo, tra cui Picasso, Chagall, Carol Rama, Casorati, Mastroianni, Carrà e Treccani. È il prezioso contenuto del Fondo di arti grafiche "Jolanda e Angelo Dragone", conservato nella Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso”, di proprietà della Città metropolitana di Torino, che ha sede nel Palazzo dal Pozzo della Cisterna. Il ricchissimo catalogo del Fondo Dragone è ora pubblicato all’indirizzo http://www.cittametropolitana.torino.it/cultura/biblioteca_storica/raccolte/fondo_arti_grafiche_dragone.shtml, nella sezione denominata “Raccolte particolari”. Si tratta di un fondo di opere formato da calcografie, disegni, acquerelli, serigrafie, xilografie e litografie su supporto cartaceo messo insieme negli anni '50 e '60 del Novecento da un’affiatata coppia di studiosi e collezionisti di eccezione, il critico d'arte Angelo Dragone (1921-2004) e sua moglie Jolanda.
“Si scoprono antiche predilezioni” si legge nella presentazione online del catalogo “per un mondo torinese e piemontese sviluppatosi un po' sottotraccia in anni di avanguardie e postavanguardie (Cino Bozzetti, Ercole Dogliani, Piero Solavaggione), ma anche felici aperture verso il mondo in bilico tra figurazione ed astrattismo, di cui gli esempi migliori sono forse gli esperimenti giapponesi di Franco Garelli, le carte impresse e dipinte di Mastroianni, il vertiginoso groviglio cromatico di Pinot Gallizio, e un occhio verso tematiche espressioniste, di cui la serie delle stampe di prova di Lorenzo Viani è forse l'esempio più toccante. Ma la rassegna è assai ampia, e nel suo insieme tratteggia un’immagine a tutto campo degli sviluppi della grafica d'autore in un periodo cronologicamente centrale per il Novecento, costituendone anche un non secondario campionario di tecniche, spesso tradizionali, come le acqueforti, le incisioni dirette, le puntesecche, ma anche, in molti casi, sperimentali”.
La collezione fu ceduta alla metà degli anni '60 dalla famiglia Dragone alla Cassa di Risparmio di Torino, che a sua volta la cedette alla Provincia di Torino, con l'esplicito suggerimento di depositarla presso la Biblioteca “Giuseppe Grosso.