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A Palazzo Cisterna Pier Franco Quaglieni presenta “Figure dell'Italia civile” e “Grand’Italia"

Giovedì 7 marzo alle 16,30 nella Sala Consiglieri di Palazzo Del Pozzo della Cisterna, sede aulica e storica della Città Metropolitana di Torino per iniziativa della Consulta permanente dei Consiglieri e degli amministratori della Provincia di Torino è in programma la presentazione di due opere del professor Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro culturale Mario Pannunzio, uscite per i tipi della Golem Edizioni: “Figure dell'Italia civile” e “Grand’Italia”. L’evento sarà condotto da Carla Gatti, Direttore della comunicazione della Città Metropolitana. Interverrà il Presidente della Consulta permamente, Marco Canavoso.
“Figure dell’Italia civile” tratteggia le figure di personalità importanti della cultura e della politica italiana del ’900, da Luigi Einaudi a Giovanni Amendola, da Concetto Marchesi a Marcello Soleri, da Piero Calamandrei a Federico Chabod, da Filippo Burzio ad Adriano Olivetti, da Ernesto Rossi a Balbo di Vinadio. La parte più consistente del libro riguarda gli “amici e maestri” che l’autore ha conosciuto e frequentato: Arturo Carlo Jemolo, Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Indro Montanelli, Leo Valiani, Franco Venturi, Carlo Casalegno, Alda Croce, Primo Levi, Carlo Azeglio Ciampi, Raimondo Luraghi, Rosario Romeo, Giovanni Spadolini, Sergio Pininfarina, Alberto Ronchey, Enzo Bettiza, Enzo Tortora, Marco Pannella. Due capitoli molto densi concludono il libro, quelli dedicati a Mario Soldati e a Mario Pannunzio. Si tratta di scritti che Quaglieni arricchisce ricostruendo la storia dei rapporti tra il Centro Pannunzio e le diverse personalità che animano il libro. Le figure delineate sono spesso ricordate con episodi del tutto inediti e poco convenzionali, in alcuni casi persino politicamente “poco corretti”, ma sempre equilibrati sotto il profilo storico. Ne viene fuori un ritratto a tutto tondo dell’Italia civile che l’autore ritiene vada riscoperta e valorizzata come patrimonio culturale irrinunciabile anche per il futuro delle nuove generazioni.
“Grand’Italia” prosegue il percorso iniziato da “Figure dell’Italia civile”, allargando gli orizzonti della narrazione storica con il ritratto di trentuno personaggi che hanno caratterizzato la storia e la cultura italiana contemporanea, trentuno donne e uomini di diverso orientamento culturale e politico, espressione di un’Italia che appare lontana, ma che può essere di utile esempio ai giovani di oggi. Il libro, che si presenta come una serie di capitoli autonomi, distinti, leggibili ognuno per conto suo, permette al lettore di cogliere il significato complessivo della storia dell’Italia del Novecento. Tratteggia, fra le altre, le figure dei “venerati maestri” Benedetto Croce e Francesco Ruffini, di Piero Gobetti e di Antonio Gramsci, di Oriana Fallaci e di Rita Levi Montalcini, di Leonardo Sciascia e di Giovannino Guareschi, di Umberto Agnelli e di Enrico Martini Mauri, di Valdo Fusi e di Bruno Caccia, di Adolfo Omodeo e di Carlo Antoni, di Aldo Garosci e di Giovanni Sartori, di Giuseppe Saragat e di Umberto II, per concludersi con i ricordi su Vittorio Chiusano, Stefano Rodotà, Giorgio Albertazzi, Umberto Eco, Giuseppe Galasso, Lucio Toth, Valerio Zanone e molti altri. In appendice, un inedito di Mario Soldati su Mario Pannunzio, il terzo “venerato maestro” a cui l’autore ha dedicato cinquant’anni della sua vita. Con alcuni dei personaggi, Pier Franco Quaglieni ha intrattenuto rapporti personali anche attraverso la direzione del Centro Pannunzio. Emerge, nel suo insieme, un’Italia dalle molte voci che hanno lasciato traccia significativa di sé: una Grand’Italia anche perché polifonica, in cui la diversità di pensieri e di esperienze è vista come una ricchezza.
Pier Franco Quaglieni, docente e saggista di storia risorgimentale e contemporanea, è pubblicista dal 1968. È direttore del Centro Pannunzio, che ha contribuito a far crescere a fianco di Arrigo e Camillo Olivetti, Mario Soldati, Alan Friedman. Ha incontrato e conosciuto da vicino molte personalità ed è un conferenziere invitato in tutta Italia e all’estero. All’età di 47 anni è stato insignito dal Presidente della Repubblica Scalfaro della Medaglia d’oro di I classe di Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte. Ha vinto, tra gli altri, i premi “Voltaire”, “Tocqueville”, “Popper” e “Venezia”. Aldo Cazzullo ha scritto di Quaglieni che è “un cavaliere solitario che da decenni tiene viva la memoria di una grande tradizione culturale spesso misconosciuta”. Massimo Gramellini ha, a sua volta, affermato: “È un liberale del Risorgimento nato nel secolo sbagliato. Per nostra fortuna”. Alessandro Passerin d’Entrèves scrisse nel 1984: “Nella mia giovinezza conobbi, simile a lui, Piero Gobetti, anche lui artefice di vita morale e culturale come oggi è Quaglieni”.