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Incendi di rifiuti tossici nel Pinerolese: il Servizio Vigilanza ambientale della Città Metropolitana sanziona aziende agricole, industriali e commerciali

Prosegue senza soste il lavoro degli agenti addetti alla vigilanza ambientale appartenenti al Servizio pianificazione e gestione rete ecologica, aree protette e vigilanza ambientale della Città Metropolitana di Torino. Di fondamentale importanza è la collaborazione delle Guardie Ecologiche Volontarie, la cui attività è coordinata dal personale del Servizio. Grazie all'apporto delle G.E.V. e delle guardie delle associazioni ambientali come la L.A.C. (Lega Anti Caccia) nelle ultime settimane sono state accertate e quindi interrotte attività illecite di smaltimento di rifiuti dati alle fiamme. Pur non avendo raggiunto le dimensioni e la diffusione tristemente note in altre Regioni, il fenomeno ha effetti negativi sull'ambiente e sulla qualità dell'aria, che si accumulano nel tempo.

Recentemente sono stati accertati casi di incendi dolosi e illegali di rifiuti in un'azienda agricola di Cavour e in una di Piossasco, i cui titolari incenerivano il nylon dell'imballaggio delle rotoballe dei cereali insieme ad altri rifiuti, quali farmaci veterinari scaduti o addirittura filtri dell'aria e dell'olio dei trattori. I rifiuti incendiati emettevano fumi molto dannosi e fastidiosi e polveri inquinanti che ricadevano sulle vicine colture.

A Roletto, invece è stata scoperta l'attività illecita di un'azienda autorizzata al recupero di rottami ferrosi, nella quale, a tarda sera, venivano bruciati cospicui cumuli di cartoni verniciati e scarti di stoffe sintetiche che provenivano da un'industria di confezionamento di alimenti.

La settimana scorsa, in seguito alle lamentele di persone infastidite da continui odori e fumi molesti nelle ore serali e dopo settimane di appostamenti e rilievi fotografici, il Servizio vigilanza ambientale della Città Metropolitana è intervenuto presso una importante azienda pinerolese che commercia materiali per l'edilizia. Nella ditta veniva utilizzata una grande caldaia per smaltire col fuoco tutti i rifiuti prodotti: gli imballaggi in plastica, cartone e nylon, scarpe usate e rifiuti degli uffici. Invece di conferirli alla raccolta differenziata, due dipendenti dell'azienda addetti alle pulizie incenerivano i rifiuti nella caldaia, che era priva di qualunque impianto di abbattimento dei fumi. I due addetti coltivavano il loro orto proprio sotto il camino da cui usciva il fumo carico di veleni e polveri, con ceneri le sparse nel vicino pioppeto e forse anche nell'orto. Poiché l'attività era continua, riguardava grandi quantità di imballaggi e risultava assai molesta per gli abitanti della zona, gli agenti della Città Metropolitana hanno posto sotto sequestro giudiziario e sigillato l'impianto. Il titolare dell'azienda è stato denunciato all'autorità giudiziaria e dovrà rispondere dei reati previsti dall'articolo 256 comma 1 e dall'articolo 256 bis del Decreto Legislativo 152 del 2006 e dall'articolo 674 del Codice Penale, che prevedono pene da due a cinque anni di reclusione. Tali reati sono peraltro puniti in modo più severo a partire dal 2014, quando, con il cosiddetto "Decreto Terra dei Fuochi" le sanzioni sono state aggravate. Tra le aggravanti segnalate nella denuncia alla magistratura vi è la presenza a meno di cento metri sottovento all'area dell'azienda sequestrata di alcuni meleti molto produttivi e di un'azienda zootecnica che produce latte, utilizzando il foraggio coltivato nei pressi della ditta.