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Venerdì 22 febbraio a Palazzo Cisterna si presenta "Il Piemonte agricolo tra memoria e futuro"

ll Piemonte oggi è famoso in Italia e nel mondo per le qualità della sua agricoltura e delle sue produzioni agroalimentari, grazie alla proverbiale serietà e laboriosità dei suoi produttori, all’operato delle organizzazioni economiche e professionali, delle associazioni e delle istituzioni che hanno sostenuto la crescita qualitativa del settore primario anche con leggi e norme adeguate e all’avanguardia, specie nella tutela e valorizzazione dei prodotti tipici. La difesa della qualità negli ultimi trent’anni è andata di pari passo con la tutela del paesaggio agrario e rurale, la difesa della biodiversità animale e vegetale, l’adozione di sistemi di coltivazione e produzione rispettosi dell’ambiente e del benessere degli animali da allevamento, la diffusione dei sistemi per garantire salubrità e qualità attraverso certificazioni, marchi, denominazioni.
È la storia avvincente del recupero della dignità e della conquista della visibilità da parte di un intero territorio quella che Salvatore Vullo racconta nel libro “Il Piemonte agricolo tra memoria e futuro”, che sarà presentato venerdì 22 febbraio alle 17 nella Sala Consiglieri di Palazzo Cisterna, alla presenza dell’autore e dell’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, del segretario generale della Camera di commercio Guido Bolatto, del presidente dell’UNCEM Marco Bussone, della dirigente della Città metropolitana Elena Di Bella, del presidente della Strada Reale dei vini torinesi Alessandro Comotto, dei presidenti dei consorzi dei produttori vitivinicoli Erbaluce-Carema,Canavese, Pinerolese e Freisa di Chieri-Collina Torinese, del direttore del COALVI Giorgio Marega, del presidente dell’Enoteca regionale dei vini della provincia di Torino Gian Luigi Orsolani, del presidente del Consorzio Salame Piemonte IGP Umberto Raspini. La presentazione sarà condotta dal giornalista Paolo Massobrio.
Salvatore Vullo, già funzionario dell’assessorato regionale all’agricoltura e autore di numerose pubblicazioni che approfondiscono il rapporto tra l’agricoltura e le culture locali, racconta nel suo libro la genesi, l’evoluzione e la valorizzazione di prodotti agroalimentari che sono diventati in alcuni casi simboli e oggetti di culto, sinonimo di bontà e genuinità edelle tradizioni dei territori che li producono e li propongono. L’autore traccia il profilo e l’opera di tantissimi uomini e donne che, come singoli produttori e rappresentanti di enti, associazioni, consorzi, organizzazioni e istituzioni, hanno contribuito, contribuiscono e contribuiranno a far crescere la qualità e l’immagine del Piemonte agricolo. Salvatore Vullo nato nel 1952 a Marianopoli in provincia di Caltanissetta, è perito agrario e vive a Torino dal 1972. Ha lavorato nell’Alleanza Contadini-Confcoltivatori di Torino, nell’Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte e, sino al 2016, nell’assessorato regionale all’agricoltura come esperto di politiche di valorizzazione dell’agricoltura e sue produzioni. Ha visto nascere e crescere alcuni veri e propri “miti” dell’agroalimentare subalpino e nessuno meglio di lui poteva raccontare i segreti di prodotti e ricette che portano alto nel mondo il nome del Piemonte.