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Cittàmetropolitana di Torino

PNRR Riforestazione al Parco del Po

A Brusasco e Cavagnolo proseguono gli impianti di alberi e arbusti

Una giornata di sole sfavillante, l'arco di montagne di nuovo imbiancate e, dietro una cortina boscosa, il Po, con aironi, cormorani e folaghe a sorvolarlo placidi. Di fronte, un vastissimo prato puntellato di shelter, disposti in grandi cerchi irregolari: fra qualche anno al posto di quetsi piccoli ripari per giovani piante ci sarà un bosco misto di querce, olmi, sambuchi, salici, pioppi, che formeranno un bosco misto attraverso il quale passeggiare e raggiungere il fiume.

Siamo a Cavagnolo, di fronte a uno dei più recenti interventi di riforestazione finanziati alla Città metropolitana con il Pnrr e destinato all'ambito perifluviale del fiume Po – tratto torinese, nei Comuni di Brusasco, Cavagnolo, Lauriano, San Sebastiano da Po e Verolengo.

In tutto una superficie di oltre 54 ettari che prevede la messa a dimora di 72.000 esemplari fra alberi ed arbusti tipici dell'ambiente fluviale, per un importo complessivo di 2.250.000 euro.

Dietro il nuovo "bosco" di Cavagnolo, il sentiero lungo il fiume si dipana lungo una piacevole passeggiata e raggiunge un altro nuovo impianto, che appartiene già al Comune di Brusasco: anche qui le piccole piante sono riparate dagli shelter che le proteggono dagli animali selvatici, mentre una spessa pacciamatura di paglia contiene la crescita delle erbe infestanti e aiuta a mantenere le risorse idriche.

Fra i progetti della Città metropolitana finanziati con il Pnrr e destinati alla riforestazione questo si colloca lungo l'asta fluviale del Po nella pianura alluvionale a valle della città di Torino, prevalentemente in destra orografica del Po. Seppur non contingui, i terreni interessati dei cinque Comuni presentano caratteristiche simili e contemplano interventi analoghi: il progetto prevede nfatti operazioni di eradicazione delle specie alloctone invasive, lavorazioni superficiali del suolo, apertura delle buche e concimazione localizzata, messa a dimoradi specie autoctone arboree e arbustive, inerbimento, sistemi di pacciamatura, dotazione di dispositivi di protezione da fauna selvatica e di segnalazione delle piantine, cura e manutenzione dell'impianto per i 5 anni successivi. Le specie – alberi e arbusti - che trovano dimora nelle aree di riforestazione sono Acer campestre, Alnus glutinosa, Crataegus monogyna, Euonymus europaeus, Ligustrum vulgare, Prunus avium, Prunus padus, Prunus spinosa, Populus alba, Populus nigra, Quercus robur, Rhamnus catharticus, Salix purpurea, Salix eleagnos, Salix alba, Sambucus nigra, Ulmus laevis.

Andrea Gavazza, sindaco di Cavagnolo, spiega che con questo intervento "abbiamo riconquistato un tratto del Parco del Po, perché in questi mesi, anche con l'aiuto dei volontari e dei cantonieri, siamo riusciti a ripulire una zona così invasa dalla vegetazione che non si riusciva neppure ad arrivare fino al fiume. E con l'intervento di riforestazione della Città metropolitana a cui abbiamo concesso l'utilizzo dei terreni comunali abbiamo finalmente un'area libera da infestanti e rinaturalizzata con specie autoctone: da oggi in poi possiamo puntare a farne una meta di interesse naturalistico e turistico. Infatti il prossimo passo sarà un intervento di valorizzazione e conservazione, insieme al Parco del Po e con la collaborazione di Città metropolitana e finanziato con bando regionale, che speriamo si concretizzi in un'area attrezzata e magari, un pontile per una navigazione dolce con barchini elettrici".

L'obiettivo di conservare l'ambiente e insieme valorizzarlo, permettendo la fruizione, comporta una visione che deve allargarsi rispetto ai confini comunali, come spiega bene Giulio Bosso, sindaco di Brusasco: "Questo è un progetto nato dalla sinergia della Città metropolitana con i nostri Comuni e con la collaborazione del Parco del Po: sono queste le basi per proteggere l'ambiente fluviale e la riforestazione è un passo importante per riappropriarsi dei nostri territori".

Concretamente Bosso pensa alla realizzazione di un percorso ciclopedonale che permetta a cittadini e turisti di godere di questo ambiente dove il fiume, il bosco, i piccoli laghi movimentano la pianura: "Desideriamo dare impulso a un turismo non invasivo, non quello dei grandi numeri ma quello "calmo", che è quello di cui i nostri piccoli Comuni hanno bisogno: e per questo è necessaria la collaborazione fra di noi e anche con un ente di coordinamento come la Città metropolitana".


(14 febbraio 2024)