La violenza maschile sulle donne non è frutto di contingenze ma è il risultato di una costruzione storica precisa dei rapporti tra i generi. Erroneamente, il pensiero comune ritiene che «gli autori della violenza contro le donne siano per lo più affetti da dipendenze di vario tipo (drogati o alcolisti), appartengano a categorie sociali disagiate e marginali (con pochi strumenti e risorse), costituiscano "l'altro da sé" (ad esempio siano extracomunitari) oppure siano malati di mente. La violenza diventa così l'esito di un raptus di rabbia incontrollata, irrazionale, patologica e trova quindi nell'irrazionalità dell'attore una sua spiegazione razionale. Le ricerche condotte su questo tema in realtà chiariscono che si tratta di un fenomeno sociale trasversale sia per le vittime sia per gli autori di violenza.
É quanto emerso nella giornata di confronto, dal titolo "Autori di violenza contro le donne: quali stereotipi e quali realtà?" organizzata dalla Città metropolitana di Torino giovedì 1 dicembre nell'ambito delle iniziative promosse in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Spiega Valentina Cera, consigliera delegata alle Politiche sociali e di parità della Città metropolitana di Torino: "È facile banalizzare e sbattere in prima pagina il mostro, l'uomo nero che aspetta per strada. È un modo di parlare alla pancia delle persone invece che affrontare la questione cruciale: la violenza contro le donne è una questione intima, che nasce quasi sempre in ambiente familiare. È una piaga sociale e come problema di tutta la società deve esser affrontato. per prevenire episodi di violenza bisogna impegnarsi a portare aventi il cambiamento culturale necessario per ottenere parità di genere, una società più giusta e pari".
Il profilo trasversale del "maltrattante" non è in sé una novità, ma per approfondire, al di là dello stereotipo, la realtà sul territorio metropolitano, la Rete Rac–Rete Azione Cambiamento ha avviato una collaborazione con il gruppo di ricerca Varco–Violenza contro le donne: Azioni in Rete per prevenire e contrastare del Dipartimento di culture politica e società dell'Università degli studi di Torino analizzando nello specifico i dati raccolti dalle A: ssociazioni che fanno parte della Rete nel periodo 2018-2021.
"I primi risultati indicano che nel periodo considerato gli/le operatori/trici delle associazioni della Rete hanno gestito 600 colloqui che hanno coinvolto 200 uomini autori di violenza" spiegano Paola Torrioni e Francesca Tomatis dell'Università degli studi di Torino. " I casi di azioni violente agite dagli uomini nei confronti di partner ed ex partner, sono stati 152. Si tratta principalmente di uomini con cittadinanza italiana (96%) e circa il 76% dichiara di avere figli/e. Inoltre, i dati raccolti contribuiscono ad avvalorale la tesi che la violenza maschile sulle donne è trasversale rispetto a vari gruppi sociali: gli uomini che hanno agito violenza contro la propria partner/ex partner e che sono stati presi in carico dalle associazioni dichiarano per il 72% di avere una occupazione e solamente nell'11% dei casi affermano di avere o di aver avuto problemi di dipendenza da sostanze. Un ulteriore elemento di riflessione riguarda le modalità con cui gli autori di violenza arrivano alla presa in carico: sono rare le situazioni in cui gli uomini si rivolgono spontaneamente alle associazioni, dato che segnala ancora la persistenza di una scarsa autoriflessività.
La Città metropolitana di Torino si è occupata degli autori di violenza contro le donne sin dal 2011 (quando ancora era Provincia), dando vita a un "Tavolo maltrattanti" formalizzato poi nel 2014, con l'obiettivo di mettere in rete le forze e dedicare al problema di chi "pratica" la violenza un'attenzione specifica – sia attraverso attività di recupero che attraverso attività di prevenzione, formazione e sensibilizzazione - da affiancare alle altre iniziative di contrasto alla violenza e di supporto alle vittime. Nel 2018 è stato firmato un protocollo d'intesa che metteva in rete soggetti pubblici e privati – Comuni, realtà socio-assistenziali, forze dell'ordine, associazioni - per dare impulso ad azioni e interventi di prevenzione rivolti agli uomini autori di violenze.
Adeguandosi allo scenario cambiato in questi anni anche sotto il profilo normativo, la Città metropolitana proprorrà un nuovo protocollo, aperto alle adesioni di tutti i soggetti coinvolti e in particolare al mondo dell'associazionismo che oggi ha in carico gli autori di violenze contro le donne, per arrivare alla costituzione di un Tavolo permenente di lavoro.
(01 dicembre 2022)