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Cittàmetropolitana di Torino

I VINI TORINESI E IL LORO TERRITORIO IN VETRINA AL SALONE DEL GUSTO
DAL 22 AL 26 SETTEMBRE ALL'APERTO A TORINO

La nuova veste del Salone del Gusto, dal 22 al 26 settembre in diversi spazi della città, è una grande sfida per gli organizzatori: i cibi tradizionali tornano nelle strade per essere venduti direttamente, come nei mercati popolari.

Nella vetrina a cielo aperto dedicata agli alimenti coltivati, prodotti e cucinati, Torino riserva una piazza ai propri territori. Per iniziativa della Camera di commercio, in piazzale Valdo Fusi si raccoglieranno i “Maestri del gusto” e alcuni produttori del “Paniere dei prodotti tipici della provincia di Torino” e della “Strada Reale dei vini Torinesi”.
Per valorizzare le produzioni locali realizzate secondo le consuetudini del passato e con materie prime del territorio saranno presenti numerose tipologie alimentari, che rappresenteranno le diverse aree del territorio metropolitano e le differenti arti della loro preparazione. L’Enoteca regionale dei vini della provincia di Torino proporrà ai visitatori del Salone i migliori vini del territorio: l’Erbaluce Docg nelle sue diverse declinazioni, il Freisa Doc, il Valsusa Doc, il Pinerolese Doc e altre tipologie dal variegato panorama enologico torinese. La viticoltura ci conduce al vino ma anche all’apprezzamento del panorama che la connota.

Per questo, a fianco del bancone di mescita, sarà presente uno spazio espositivo che proporrà al pubblico la “Strada Reale dei vini torinesi”, le bellezze del territorio e le occasioni per goderne. Saranno distribuiti materiali promozionali per favorire la conoscenza e la visita delle zone vitivinicole e dei parchi provinciali. Presso lo stand, inoltre, sarà presente un hot spot che consentirà la connessione a internet.

In concomitanza a Carema la festa dell'uva e del vino

Tra i protagonisti della promozione delle eccellenze vitivinicole al Salone del Gusto non poteva mancare il Carema Doc, uno degli otto vini italiani Presìdi Slow Food. In concomitanza con la kermesse torinese, a Carema è in programma la Festa dell’uva e del vino.
Nella serata di sabato 24 settembre nel suggestivo centro storico, illuminato dalle fiaccole e animato da intrattenimenti musicali, si svolgerà la passeggiata enogastronomica "Andar per cantine antiche". Sarà una cena itinerante, in cui si assaporeranno i vini di Carema e i migliori vini piemontesi, si gusteranno i piatti della tradizione e si visiteranno le caratteristiche e antiche cantine (“crote”) del paese. A Carema il termine “viticoltura eroica” trova un’espressione adeguata alla natura dei luoghi e alla fatica del lavoro. Le vigne disegnano un paesaggio unico, in virtù della coltivazione su terrazzamenti aggrappati alla montagna tra i 350 ed i 700 metri d’altitudine. I caratteri di questo paesaggio si sono definiti e rafforzati in un lungo e lento processo, basato su regole riconosciute e accettate da tutti. La costruzione e la conduzione del vigneto sono guidate da leggi dettate dai fenomeni naturali. Nella conca soleggiata di Carema la sapiente e antica opera dell’uomo ha realizzato una scenografica “architettura verde”, vanto per gli uomini che ne tramandano l’arte costruttiva e concreta prova del sacrificio di coltivare una terra dura e difficile. Si tratta di pergole, chiamate in dialetto “topia” o “tupiun”, costruite su muraglioni a secco con funzioni di sostegno e schiere di “pilun”, pilastrini in pietra a vista o intonacati, dalla forma tronco-conica. Su tali colonne, sormontate da un “cappello” di pietra, poggiano i graticci in legno che sostengono i tralci. Questi materiali svolgono l’importante funzione di immagazzinare il calore del sole, rilasciandolo durante la notte e attenuando così l’escursione termica. Il vitigno principe a Carema e nei comuni limitrofi è il Nebbiolo, chiamato “Picotener”. Originario probabilmente delle vallate alpine, è uno dei vitigni più antichi presenti in Piemonte: lo testimonia la grande varietà di sotto-cultivar o biotipi del vitigno, risultato della diversificazione indotta dai diversi ambienti di coltivazione. Essendo un vitigno vigoroso, ben si adatta alla caratteristica forma d’allevamento espansa. Le viti mantengono le gemme produttive distanti dal suolo, così da sfuggire alle gelate tardive, frequenti negli ambienti montani. I grappoli sono costantemente controllati dai viticoltori, per garantire un’ottimale esposizione al sole e la naturale maturazione tardiva delle uve. Solo i grappoli migliori vengono raccolti per la produzione del Carema Doc, dando origine a un vino che ben si presta all’invecchiamento.

La carta d'identità del Carema Doc

Nel contesto montano il Nebbiolo offre produzioni enologiche molto particolari, caratterizzate da un insieme di componenti strutturali che ne fanno un vino dotato di un colore più stabile nel tempo dei Nebbioli ottenuti in altre aree viticole. Il sapore morbido, vellutato e corposo, insieme alla sua longevità, lo rendono un elemento cardine della cultura enologica del Canavese. Le tipologie sono due. Il Carema Doc ha un colore rosso rubino intenso, tendente al granato, un odore fine e caratteristico che ricorda la rosa macerata, un sapore morbido, vellutato al palato e di corpo. È obbligatorio l’invecchiamento di due anni, di cui uno in botte di rovere o castagno. Il Carema Riserva Doc ha colore rosso granato, odore fine e caratteristico, sapore morbido, vellutato e corposo. È obbligatorio l’invecchiamento di tre anni, di cui uno in botte di rovere o castagno.

(21 settembre 2016)